Il segretario generale Flai nazionale: “Siamo pronti ad organizzare iniziative ancora più partecipate davanti allo stabilimento. Noi esigiamo semplicemente il rispetto dei contratti e delle leggi”.
“Noi vogliamo l’orario di lavoro, sapere quando si entra e quando si esce. Se una donna ha dei figli e non sa che turni farà fino a poco prima dell’ingresso in azienda, come può organizzarsi?”. Una lavoratrice della Biancoforno – azienda di dolciumi di Fornacette, comune di Calcinaia – spiega così uno dei motivi dell’iniziativa di ieri: un’assemblea-presidio organizzata dalla Flai di fronte ai cancelli dello stabilimento. Alla Biancoforno, infatti, i turni vengono comunicati il pomeriggio prima. Ai lavoratori non viene offerto alcuno spazio per fare assemblea all’interno della azienda (con la scusa che nella struttura, 21mila mq piuttosto moderni mensa compresa, non sarebbero presenti luoghi “in sicurezza”). E chi cerca di intervenire per rivendicare i propri diritti ottiene in cambio accuse e ostilità da parte della dirigenza. Per affrontare tutti questi nodi, la proprietà si era finalmente mostrata disposta ad avviare un dialogo con la Flai. Ma la notizia – giunta ieri – della querela per diffamazione presentata dal titolare di Biancoforno nei confronti della segretaria generale di Pisa Natasha Merola, unita alle forti pressioni esercitate verso i lavoratori che stavano organizzando l’assemblea, rappresentano un passo indietro nel confronto.
“Venerdì scorso abbiamo deciso di sospendere lo sciopero previsto, proprio perché si era aperto un confronto sindacale con la proprietà. Lo abbiamo fatto rispettando l’azienda e anche Unionfood che la rappresenta – dichiara il segretario generale Flai nazionale Giovanni Mininni, presente all’assemblea -. Da parte sua invece il titolare, il signor Lami, ha presentato una querela alla nostra segretaria, recapitata guarda caso proprio alla vigilia di questa iniziativa, e ha tentato di intimidire lavoratrici e lavoratori. È inaccettabile. Questa cosa non ci spaventa e non ci ferma. Non arretreremo di un millimetro. Siamo pronti ad organizzare assemblee ancora più partecipate davanti all’azienda. Noi esigiamo semplicemente il rispetto dei diritti, dei contratti e delle leggi“.
Tanti sono stati i lavoratori che hanno coraggiosamente preso in mano il microfono durante il presidio per denunciare la situazione di assenza di diritti che si vive alla Biancoforno. A portare la propria solidarietà concreta, gruppi di lavoratrici e lavoratori dal resto della regione, compreso un folto gruppo di delegati della Sammontana. Dopo gli interventi, carichi di emozione e di dignità, tutti insieme ci si è radunati per un breve corteo nella strada di fronte alla Biancoforno. Al termine, davanti alle guardie giurate dello stabilimento, il coro: “Vergogna”. Oltre a Giovanni Mininni, hanno partecipato alla iniziativa il segretario generale Cgil Toscana Rossano Rossi e il segretario generale Flai Toscana Mirko Borselli.
“Ringrazio la Flai nazionale e regionale e la Cgil, per noi il successo di oggi rappresenta il riconoscimento del lavoro fatto fino a qui – dice Natasha Merola -. Stamani abbiamo rotto il silenzio che ha regnato intorno all’azienda, silenzio della politica e delle istituzioni. Abbiamo fatto grande rumore, e adesso di sicuro non ci fermeremo“. Fonte: www.flai.it