Parla chiaro il primo cittadino di Peccioli (Pd): “Avanti Letta, avanti Meloni. Abbiate coraggio, i leader veri si vedono nel momento del bisogno”.
Su “Il Foglio Quotidiano”, diretto da Claudio Cerasa, il sindaco di Peccioli Renzo Macelloni propone un testa a testa per le elezioni del 25 settembre: Partito Democratico e Fratelli d’Italia per decidere la prossima maggioranza.
“Al direttore – Il prossimo 25 settembre gli italiani saranno chiamati alle urne. Le elezioni arrivano nel bel mezzo di una situazione di grave crisi internazionale. Voteremo nelle peggiori condizioni possibili, anche considerando che agosto è un periodo difficile per aprire alleanze, organizzare strategie e programmi elettorali seri. Troppo poco tempo per strutturare coalizioni in grado di essere credibili. A queste difficoltà si aggiunge una legge elettorale demenziale e parzialmente antidemocratica che prevede, almeno formalmente, la possibilità di fare coalizioni”, afferma Renzo Macelloni, sindaco di Peccioli.
“Ma la legislatura appena conclusa ci ha dimostrato come queste servano solo per vincere il collegio, poi in Parlamento i rappresentanti hanno dimostrato di poter fare il bello e il cattivo tempo. Questo vale sia per il centrodestra sia per il centrosinistra. C’è un rapporto tra la forza elettorale reale del paese e quella all’interno del Parlamento completamente asimmetrica. In questo momento nel centrosinistra è iniziata la discussione a comporre un quadro per avere un candidato primo ministro. Nel centrodestra la situazione è speculare: si racconta di un fronte unito ma non si vuol riconoscere una leadership forte, quella di Giorgia Meloni, pur decidendo di andare insieme al voto. In una situazione così delicata, il Partito democratico dovrebbe fare un atto di coraggio: scegliere di andare da solo al voto con l’intento e l’obiettivo di essere il primo partito italiano. Lavorare e portare avanti il proprio programma ben identificato e facilmente riconoscibile dagli elettori. Perché se questo ci porta a perdere qualche collegio uninominale, ci rafforza elettoralmente e possiamo sicuramente recuperare qualche deputato sul proporzionale. E potremmo uscire più forti da queste elezioni”, spiega Renzo Macelloni, sindaco di Peccioli.
“Dovremmo lanciare una proposta anche a Giorgia Meloni: quella di candidarsi da sola, in una sfida con il Partito democratico. Senza alcuna speculazione: noi ci affidiamo al voto. A questo punto avremmo due partiti più forti, con idee chiare e diverse, ma in un percorso che ci permetterebbe di avere un paese più governabile. Con meno generali senza eserciti alla ricerca di collegi sicuri e garantiti che, poi, vanno a condizionare e tenere in ostaggio il Parlamento. Faccio un invito, dunque, al mio segretario Enrico Letta: avere coraggio. Sul territorio troverà persone che sono disposte a rischiare e candidarsi in collegi in cui non sono sicure di passare. Sono certo che i cittadini e gli elettori apprezzeranno la forza della proposta che siamo in grado di fare”, sottolinea Renzo Macelloni, sindaco di Peccioli.
“Avanti Letta, avanti Meloni. Abbiate coraggio, un colpo di reni per cambiare questo paese. Ed evitare una legislatura peggiore di quella che è appena passata. Il sistema elettorale non può produrre una vera e propria coalizione, ma possono farlo le intenzioni dei cittadini prima e dei due partiti più forti poi. In modo chiaro e preciso. L’unico per rinnovare il paese e affrontare le difficili sfide che abbiamo davanti. Coraggio, i leader veri si vedono nel momento del bisogno. Chi tenta di muoversi in un terreno garantito, invece, non serve al proprio paese”, conclude Renzo Macelloni, sindaco di Peccioli.
Una proposta che ha trovato immediata risposta in apertura da parte dell’ex direttore del Foglio Giuliano Ferrara: “Ill sindaco di Peccioli, che non è un commentatore di passaggio come me ma un amministratore capace di fare soldi con una discarica, altro che inceneritore!, ci ha scritto una lettera formidabile. Diceva a Letta e Meloni: abbiate coraggio, andate da soli alla battaglia nei collegi uninominali piuttosto che partecipare al balletto delle finte alleanze. Era il nostro sogno del giorno prima e l’ipotesi di scuola di qualche settimana prima, firmata dal senatore Petruccioli”.