Ancora una volta, tutti a guardare il cielo.
Nella notte tra il 1° e il 2 giugno si sarebbe verificato un affascinante fenomeno celeste: l’aurora boreale sarebbe apparsa anche nei cieli italiani, visibile da alcune zone lontane dall’inquinamento luminoso e con buona esposizione verso nord.
La causa sarebbe stata una potente espulsione di massa coronale dal Sole, avvenuta poche ore prima e diretta verso la Terra. Secondo i modelli elaborati dalla NASA, questa attività solare avrebbe generato una tempesta geomagnetica di tipo G3, con conseguente possibilità di aurora.
Il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration, agenzia scientifica e normativa degli Stati Uniti, parte del Dipartimento del Commercio, che si occupa di previsioni meteorologiche, monitoraggio degli oceani e dell’atmosfera, e della creazione di mappe marine, ndr) aveva emesso un’allerta di livello G4 (su una scala che arriva a 5), simile a quella dei noti eventi del 10 maggio e 10 ottobre 2024. Come previsto, le condizioni per l’osservazione erano tutt’altro che scontate: numerose variabili avrebbero potuto influenzare la visibilità dell’aurora, rendendo difficile una previsione precisa.
Nonostante l’incertezza, molti appassionati si sarebbero messi in attesa nelle zone più buie e con cieli sereni, nella speranza di assistere allo spettacolo. E in alcuni casi, l’aurora boreale avrebbe fatto davvero capolino, tingendo il cielo di sfumature verdi e rosate, in un evento raro e suggestivo per le nostre latitudini.