Ospedali al fianco delle donne. Premiati gli ospedali Bollini rosa per il biennio 2020-2021.
PONTEDERA. Salgono a 354 gli ospedali italiani impegnati nella promozione della medicina di genere che si distinguono per l’offerta di servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie che riguardano l’universo femminile ma anche quelle che riguardano trasversalmente uomini e donne in ottica di genere.
Nell’Azienda USL Toscana nord ovest sono otto gli ospedali che faranno parte di questa rete nazionale per il biennio 2022-2023, tre in più rispetto ai due anni precedenti: l’ospedale di Portoferraio, l’ospedale “San Francesco” di Barga e l’ospedale “Lotti” di Pontedera, che si vanno ad aggiungere all’ospedale Versilia, agli ospedali riuniti di Livorno, all’ospedale di Cecina, all’ospedale “Apuane” di Massa, all’ospedale “San Luca” di Lucca.
“Si tratta di un bel riconoscimento – sottolinea la direttrice generale dell’Ausl, Maria Letizia Casani – alla qualità dei nostri percorsi, ottenuta grazie alle competenze, all’impegno, alla professionalità e alla disponibilità di tutto il nostro personale: medici, infermieri, tecnici, ostetriche, amministrativi. A tutte queste persone va il mio ringraziamento per questi risultati, che dimostrano come l’Azienda sia in grado di offrire, in tutti i suoi territori, servizi a misura di donna”.
“La decima edizione dei Bollini Rosa, ha visto la partecipazione di 363 ospedali italiani e il patrocinio di 27 enti e società scientifiche – afferma Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda – e rinnova il nostro impegno nella promozione di un approccio gender-oriented all’interno delle strutture ospedaliere, riconoscendo l’importanza della sua promozione attraverso servizi e percorsi a misura di donna, in tutte le aree specialistiche. Qualità e appropriatezza delle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale, elementi indispensabili per assicurare uniformità di accesso alle prestazioni, sono evidenziate dagli ospedali con i Bollini Rosa che vengono valutati e premiati mettendo in luce percorsi inerenti sia alle specialità con maggior impatto epidemiologico nell’ambito della salute femminile, sia a quelle che trattano patologie che normalmente colpiscono entrambi i generi, nonché l’accoglienza e l’accompagnamento alle donne e i servizi offerti per la gestione di vittime di violenza.”