Il Pisa conferma Gilardino tra dubbi della piazza e non solo, scegliendo continuità in attesa di risposte concrete nel girone di ritorno.
«Gilardino non è mai stato in discussione», così ha detto Giovanni Corrado post Pisa-Juventus (leggi qui). La conferma, ulteriore, del mister sulla panchina del Pisa ha messo un punto fermo sul presente, ma non ha chiuso la discussione sul suo conto. La società ha scelto la linea della continuità, respingendo ogni voce di ribaltone tecnico e assumendosi la responsabilità di un percorso che resta complesso e tutt’altro che lineare. Una posizione chiara, che però convive con una città che non è completamente d’accordo nelle valutazioni e negli umori.
C’è chi guarda la classifica e fatica ad accettare alcune occasioni mancate, convinto che il rendimento possa essere superiore anche con un organico apparentemente inferiore alle squadra in lotta per la salvezza. Altri, invece, leggono la stagione attraverso i limiti strutturali della rosa, sottolineando come il Pisa stia viaggiando in equilibrio precario, senza vere certezze e spiragli futuri positivi.
Nel mezzo c’è il lavoro quotidiano di Gilardino, chiamato a tenere insieme un gruppo giovane, che alterna spunti incoraggianti a pause difficili da spiegare. Gestione dei cambi, interpretazione di certe fasi di gara e approcci fra primo e secondo tempo non sempre sono state impeccabili.
Tuttavia, ridurre tutto a un elenco di errori sarebbe un’analisi parziale e inesatta. Allenare in una realtà come Pisa, che ha come obiettivo la salvezza ma possibilità diverse dalle rose pari classifica, significa crescere strada facendo, adattarsi e correggersi settimana dopo settimana.
Il girone di andata è ormai agli sgoccioli, con due partite che chiuderanno una prima metà di stagione fatta di alti e bassi. Un arco di tempo sufficiente per individuare criticità, ma non per negare la possibilità di evoluzione. Il vero giudizio arriverà nel girone di ritorno, quando si potrà misurare se Gilardino avrà trasformato le difficoltà in esperienza, rendendo la squadra più compatta, pragmatica e consapevole di ciò che può davvero conquistare (al netto del mercato invernale).
La salvezza resta l’obiettivo e non ammette distrazioni, ma la strada per raggiungerla passa anche dalla stabilità. Contestare a prescindere rischia di compromettere un percorso che, pur tra mille fatiche, non è ancora compromesso. La fiducia, in questo momento, non è un regalo ma un investimento. E solo il tempo dirà se il Pisa avrà avuto ragione a credere nella crescita del suo allenatore.
A cura di Matteo Casini





