Profondo cordoglio per la scomparsa di Stefano Arcangeli, fondatore del primo Circolo Pisa Jazz.
E’ venuto a mancare all’età di 76 anni Stefano Arcangeli, pioniere della divulgazione della musica jazz a Pisa, fondatore del primo Circolo Pisa Jazz. Il suo ricordo nelle parole del Presidente Onorario del Pisa Jazz Francesco Martinelli.
“Stefano Arcangeli (1948-2024) è stato il punto di riferimento a Pisa di una intera generazione di appassionati e musicisti di jazz. Docente di filosofia – si era laureato con una tesi su Errico Malatesta più volte ripubblicata da Jaca Book – era amatissimo dai suoi studenti, a partire da quelli del Liceo Classico Galilei dove aveva iniziato a insegnare negli anni Settanta. Come altri anch’io ero ai primi passi nella scoperta del jazz, mentre Stefano già pubblicava su Musica Jazz – il suo primo memorabile saggio in due puntate su Don Cherry viene pubblicato nei primi mesi del 1973. La sua sensibilità critica, espressa con grande modestia, era acuta e infallibile: da Rollins a Coltrane, attraverso Herbie Nichols e Sun Ra, per arrivare agli improvvisatori europei, era sempre un passo avanti, e sempre disponibilissimo a condividere le sue scoperte. Assieme a Luciano Alderigi e Roberto Terlizzi, con l’aiuto di Nanni Canale, organizzò con Pisa Jazz le prime conferenze sulla storia del jazz, e il gruppo riuscì ad esordire come organizzazione di concerti internazionali proprio con Don Cherry, all’Unione Sportiva di Tirrenia, nel 1975, grazie al sostegno dell’ARCI e della Amministrazione Comunale. (Pisa Jazz organizzò il primo concerto nella Abbazia di San Zeno, il 9 maggio 1974, con i Fabio’s Fables di Fabio Ragghianti e Luciano Federighi). Seguirono decine di concerti ed eventi formativi a cui ho avuto la fortuna di contribuire, partecipando giornalmente al lavoro all’ARCI di Borgo Stretto. In quegli anni la Rassegna Internazionale del Jazz di Pisa fu un evento di punta a livello nazionale ed europeo: Arcangeli come critico e come condirettore artistico è stato “uno dei personaggi chiave dello svecchiamento del jazz italiano” ha detto il fotografo e promoter fiorentino Enrico Romero. Ma dal Maestro, come lo chiamavamo per antonomasia, si imparava sempre, nel giornaliero pellegrinaggio ai negozi di dischi – Brondi, Zanetti e Mondadori, dove per un periodo passava anche Mario Guidi, allora ferroviere, o nelle passeggiate in Piazza S. Caterina, magari prima di avviarsi verso l’Arena Garibaldi a vedere la partita. Schivo, alieno dal mondo digitale ancor prima dell’arrivo di internet, Stefano aveva via via abbandonato ruoli attivi nel campo della musica e si era ritirato nell’insegnamento e nella famiglia, cui porgiamo le più sentite condoglianze per la loro perdita, che è anche nostra, di tutti quelli che hanno avuto la fortuna di averlo come maestro e amico”. Fonte: Pisa Jazz