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Accordo del Cuoio: partono i lavori per la condotta fognaria Pagnana-Cuoiodepur

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Al via il progetto di Acque dal valore di 27 milioni di euro: oltre 26 chilometri di condotte per efficientare il “secondo tempo” del servizio e rispondere alle nuove sfide ambientali.

È pronto a partire un importante intervento di Acque – gestore idrico del Basso Valdarno – dal valore di 27 milioni di euro, destinato a cambiare radicalmente il “secondo tempo” del servizio idrico nell’area Empolese. Si tratta della realizzazione della nuova condotta fognaria tra il depuratore di Pagnana, nel comune di Empoli, e il depuratore Cuoiodepur di Ponte a Egola, nel comune di San Miniato, opera propedeutica alla dismissione dell’impianto di Acque e al conseguente trattamento dei reflui civili dell’area urbana dell’Empolese presso l’impianto consortile sanminiatese.

Il progetto rientra nel cosiddetto “Accordo del Cuoio”, disegno da oltre 200 milioni di euro che punta a riorganizzare i sistemi fognari e depurativi nel territorio gestito da Acque. Obiettivo: superare la frammentazione dell’attuale sistema, costituito da diversi impianti datati o di piccole-medie dimensioni, destinando i reflui a infrastrutture con maggiore capacità di trattamento, come sta accadendo anche in Valdinievole con il Tubone (con recapito finale al depuratore industriale di Santa Croce sull’Arno).

A illustrare l’intervento, presso l’impianto Cuoiodepur, sono stati Andrea Guastamacchia e Simone Millozzi, rispettivamente amministratore delegato e presidente di Acque, alla presenza di Simone Giglioli, sindaco di San Miniato, Laura Mannucci, assessora alla Transizione Ecologica del Comune di Empoli, Alessandro Mazzei, direttore dell’Autorità Idrica Toscana, Gualtiero Mori, direttore tecnico Consorzio Cuoiodepur, e Nicola Perini, presidente Confservizi Cispel Toscana.

Il sito di Pagnana

Principale impianto depurativo dell’Empolese, a servizio di quasi 90mila abitanti per 5,8 milioni di metri cubi di reflui annui trattati, riceve i liquami civili afferenti all’area urbana. Realizzato nel 1984 dall’allora Conselsa, e poi gestito da Acque, per anni questo impianto è stata una delle realtà più avanzate nel campo della depurazione dei reflui civili e di trattamento dei rifiuti liquidi dal punto di vista dell’efficienza impiantistica e ambientale. A confermarlo, l’adesione al Sistema Iso 14001, standard internazionale per il miglioramento dell’efficienza ambientale di aziende e organizzazioni. Tuttavia, l’impianto è prossimo al limite di capacità di trattamento, e non sarebbe in grado di sopportare ulteriori incrementi di carico, anche in ottica futura, dovuti all’estensione della raccolta dei reflui sul territorio. 

Gli obiettivi del progetto

Il collegamento tra gli impianti di Pagnana e Cuoiodepur si inserisce nelle attività dell’Accordo del Cuoio mirate a riorganizzare i sistemi fognari e depurativi del Basso Valdarno, dell’Empolese-Valdelsa e della Valdinievole. Gli obiettivi sono: efficientare ulteriormente il sistema di raccolta e trattamento dei reflui; adempiere puntualmente alle stringenti normative in materia; rispondere in maniera efficace alle sfide delle mutate esigenze dei territori e del cambiamento climatico; impiegare le migliori tecniche disponibili per minimizzare l’impatto sul territorio e rispettare gli standard di qualità previsti.

 L’intervento in pillole

I lavori consistono nella costruzione di due collettori fognari in pressione, realizzati in ghisa sferoidale e disposti in parallelo. Il tracciato delle due tubazioni si articolerà per oltre 13 chilometri lungo la zona pianeggiante a sud dell’Arno (per un totale quindi di 26 chilometri di nuove condotte), tra i comuni di Empoli, Fucecchio e San Miniato, principalmente su terreni di campagna. Saranno posate utilizzando diverse tecniche, tra cui il tradizionale metodo dello spingitubo, il microtunnelling e la più avanzata trivellazione orizzontale controllata (TOC) che permette di installare le tubazioni nel sottosuolo senza ricorrere a sistemi di scavo a cielo aperto, utile in particolare per l’attraversamento di strade e torrenti. I reflui civili che oggi arrivano al depuratore di Pagnana saranno “spinti” verso l’impianto Cuoiodepur tramite una nuova centrale di sollevamento, composta da due sollevamenti “indipendenti”: da qui partiranno le due condotte, con diametro rispettivamente di 500 e 400 millimetri. I lavori sono stati affidati nel novembre scorso e proprio in questi giorni sono iniziate le operazioni preliminari con i saggi archeologici. La conclusione è prevista per la fine del 2027.

Il tracciato nel dettaglio

La nuova infrastruttura partirà da Pagnana e procederà verso sud, costeggiando sul lato est l’abitato di Marcignana e piegando verso ovest prima di Case Bosco; dopo aver attraversato l’Elsa, continuerà verso ovest, fiancheggiando per lo più la linea ferroviaria. All’altezza di Ontraino, la doppia condotta parallela risalirà verso nord-ovest lungo via Asmara, fino ad intersecare la Strada Regionale 436 – Via Sanminiatese; da qui proseguirà verso sud-ovest in località Ventignano, passerà a sud delle Officine Cavane dopo aver attraversato il rio San Bartolomeo, fino a raggiungere e oltrepassare l’Egola. Infine, le tubazioni correranno lungo via Marco Polo, all’interno dell’Interporto di San Miniato e da qui, dopo aver superato la Strada Provinciale 44, continueranno in parallelo alla linea ferroviaria fino ad arrivare al depuratore Cuoiodepur, a breve distanza dall’Arno. Curiosità: per gli attraversamenti in subalveo dell’Elsa e dell’Egola saranno impiegate condotte con un diametro maggiore, pari a 630 millimetri.

La “doppia corsia”

Da Pagnana a Cuoiodepur i reflui civili avranno una linea propria, senza ingressi o confluenze di altre fognature, passando direttamente da impianto a impianto. L’aver progettato un sollevamento formato da due strutture e una “doppia corsia” di condotte non è casuale: consentirà infatti di avere maggiori garanzie nella gestione dello schema depurativo, anche in caso di interventi di manutenzione. Infine, l’opera porterà sì alla dismissione definitiva dell’impianto di Pagnana, ma sarà comunque sempre possibile modulare il conferimento in base alla capacità di ricezione dell’impianto Cuoiodepur.

Le dichiarazioni

Millozzi: “Alle spalle di questo progetto c’è un lavoro durato anni: l’Accordo del Cuoio è tra le iniziative più rilevanti a livello regionale e quest’opera, insieme al Tubone, ne costituisce un tassello cruciale. Una volta a regime sposteremo circa 15 milioni di metri cubi all’anno. Parliamo di un investimento imponente su un tema spesso “invisibile”, ma decisivo anche per rispondere alle normative europee”.

Mazzei: “Il primo protocollo che ha dato origine all’Accordo del Cuoio risale al 2004 ed era, per l’epoca, decisamente visionario: riuniva oltre dieci firmatari. In questi vent’anni ci sono stati momenti in cui sembrava difficile arrivare al traguardo, ma oggi siamo a poche settimane dalla conclusione del Tubone e all’avvio di un nuovo progetto fondamentale. È la dimostrazione che la perseveranza paga”.

Giglioli: “Le prestazioni del depuratore sono eccellenti e oggi assumono un valore ancora più simbolico: proprio qui, anni fa, spiegammo per la prima volta il senso dell’Accordo del Cuoio. È un bel momento, frutto della collaborazione tra enti e territori diversi. Ora entriamo in una nuova fase, di cui possiamo essere orgogliosi, con benefici importanti anche sul fronte dell’economia circolare”.

Perini: “Questo collegamento rappresenta un’opera strategica, un salto di qualità nella gestione dei reflui civili nel nostro territorio. Non è solo un investimento infrastrutturale, ma una scelta di sistema che, aumenta l’efficienza del servizio e rafforza la sostenibilità ambientale. Un progetto che conferma la solidità del modello toscano e la capacità del gestore di programmare e innovare guardando al futuro.”

Mannucci: “Questo intervento rappresenta un passo avanti significativo per la qualità della vita non solo della frazione di Pagnana, ma dell’intera città di Empoli. Siamo di fronte a un investimento che si tradurrà in benefici concreti per tutta la comunità”.

Guastamacchia: “Il progetto della nuova condotta fognaria è un esempio concreto di collaborazione tra soggetti pubblici, industriali e privati, basata su una visione di lungo periodo. Non solo miglioriamo la qualità del refluo, ma allo stesso tempo ne aumentiamo anche il riutilizzo: una testimonianza chiara di quanto la sinergia istituzionale possa generare valore”.

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