Riportiamo le dichiarazioni del consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Pericle Tecce, in merito al progetto di ricollocazione degli abitanti del Palazzo rosa.
PONSACCO. “Abbiamo effettuato richiesta di accesso agli atti lo scorso 16 ottobre, per due motivi ben precisi – fa sapere il consigliere comunale di FdI, Pericle Tecce-. Innanzitutto vogliamo vedere chiaro in merito al programma di ricollocazione degli occupanti del Palazzo Rosa, progetto coordinato dalla Società della Salute Alta Val di Cecina Valdera (consorzio pubblico nato per coordinare ed integrare le politiche sociali e sanitarie promosse dalle diverse amministrazioni del territorio), e sostenuto economicamente dalla Regione Toscana. Per questo, era nostro interesse primario avere prova ufficiale di come il programma di ricollocazione fosse stato presentato (e quindi protocollato) presso la Regione Toscana”.
“Altro punto importante, per noi ma soprattutto per i cittadini, è capire dove dovrebbero essere ricollocate le famiglie dopo gli sfratti visto che, se da un lato si parla di modello di accoglienza diffusa in tutta la Toscana, dall’altro sappiamo come la Società della Salute Alta Val di Cecina Valdera abbia una competenza territoriale ben precisa e specifica”.
“La sinistra ponsacchina ha dichiarato a più riprese, prima e dopo il nostro incontro con l’Assessore Regionale, che il programma di ricollocazione era stato presentato presso la Regione Toscana, e si stavano attendendo i relativi contributi. Peccato che l’accesso agli atti presso l’Amministrazione – della quale alleghiamo risposta, senza il progetto perché non consegnatoci – ci racconti una storia molto diversa. Dalla lettura dei documenti veniamo infatti a sapere che il Comune di Ponsacco, in merito al progetto, ‘è in attesa di conoscere il piano per il suo finanziamento. Dopo quest’ultimo passaggio, sarà possibile protocollare il progetto'”
“Questa risposta è un maldestro tentativo di arrampicarsi sugli specchi da parte dell’amministrazione ponsacchina – afferma Tecce-. Infatti, secondo quanto previsto dalle norme del Testo unico (TU) sulla documentazione amministrativa, sono oggetto di registrazione obbligatoria tutti i documenti ricevuti e spediti dall’Amministrazione, così come tutti i documenti informatici”.
“In altre parole, ciò che è ufficioso e non risultante agli atti, semplicemente non esiste. E questo i nostri amministratori locali, che non perdono mai occasione per dispensare insegnamenti in ogni campo dello scibile, dovrebbero ben saperlo. Sapevano di dare una versione dei fatti lontana dalla realtà, perché fu proprio l’Assessore Regionale, durante l’incontro, a confermare di non essere in possesso del progetto, e non solo: riferì che l’Amministrazione non avrebbe avuto le risorse per fronteggiare una emergenza abitativa così ingente”.
“È abitudine ormai inveterata della sinistra tutta presentarsi come pura e ligia, salvo scoprire poi, in sede di verifica documentale, che niente di concreto è depositato agli atti, elemento negato fino ad un attimo prima. Per questo atteggiamento esiste solo un sostantivo:ipocrisia”, conclude il consigliere di Fratelli d’Italia.