Tra i più importanti studiosi di letteratura italiana, è scomparso ieri a Pisa. Il suo nome legatissimo a Leopardi.
La notizia della sua morte è stata comunicata ieri mattina dalla Scuola Normale di Pisa: Luigi Blasucci, tra i più importanti studiosi di letteratura italiana, autore di saggi fondamentali su Leopardi, Dante, Ariosto, Montale. Blasucci ci ha lasciati all’età 97 anni.
Era nato il 23 maggio 1924 ad Altamura, in Puglia e si trasferì a Pisa per studiare alla Scuola Normale Superiore nel 1942, avendo poi come maestri alla Normale Luigi Russo, Mario Fubini e Gianfranco Contini.
Dopo essersi laureato, ha insegnato ‘Lingua e Letteratura Italiana’ nella Facoltà di Lingue dell’Università di Pisa dal 1966 al 1975 e ‘Letteratura Italiana’ nella Facoltà di Lettere della medesima Università dal 1968 al 1982. Dal 1983 al 1996 ha insegnato ‘Letteratura Italiana’ alla Scuola Normale Superiore, di cui era professore emerito dal 1999.
Dedicò una serie di ricerche linguistico-stilistiche, tematiche, metriche a Dante, Ariosto, Montale, ma è a Leopardi che è più legato il nome di Blasucci. Sul poeta recanatese ha scritto saggi divenuti una tappa obbligata per tutti gli studiosi, dal lontano e ormai classico “Leopardi e i segnali dell’infinito” (1985) al recente “La svolta dell’idillio e altre pagine leopardiane” (2017). Nel 2014 gli è stato conferito il leopardiano Premio La Ginestra. Nel 2019 era uscito presso Guanda, nella collana della Fondazione Bembo, il primo volume del suo commento ai Canti di Leopardi; è imminente il secondo e ultimo, che completa un lavoro atteso da anni quale un punto d’arrivo fondamentale della sua lunga attività di leopardista.