PISA. Il primo cittadino, Michele Conti, polemico nei confronti del nuovo Dpcm, ha voluto dire la sua.
Sindaci in rivolta contro il nuovo Dpcm “scaricabarile”, tra questi anche il primo cittadino di Pisa Michele Conti. Nel suo discorso di domenica sera il premier Giuseppe Conte ha citato esplicitamente i sindaci, indicandoli come coloro che dovranno decidere se chiudere determinate zone. Lo stesso concetto si leggeva in una prima bozza del dpcm. Nella versione definitiva, però, il riferimento ai primi cittadini è saltato: “Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento – si legge nel testo approvato – può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21:00, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private”. Una formula più generica, dunque, che però non frena le proteste dei sindaci, tra cui il primo cittadino di Pisa, Michele Conti.
Il Sindaco Michele Conti dichiara: “Stamattina, prima di partecipare al Centro operativo Comunale con la Protezione Civile, le associazioni di volontariato e i dirigenti di Asl e Aoup, ho letto attentamente il DPCM definitivo. Da parte del Governo mi sarei aspettato un quadro dettagliato di misure e interventi per gestire l’emergenza Covid sul territorio e, soprattutto, delle risorse per aiutare categorie e attività su cui questo nuovo provvedimento impatterà in maniera fortemente negativa. Invece niente di tutto questo. Non è chiaro neanche quali poteri siano lasciati a chi governa le città e i territori”.
“Una cosa è certa -afferma Conti– il Governo, in maniera poco responsabile, continua a scaricare sulle spalle dei Sindaci, in prima linea dall’inizio dell’emergenza Covid, nuove responsabilità. E’ inutile annunciare che non ci sarà nessun lockdown e un attimo dopo lasciare l’onere delle chiusure ai Sindaci per non doversi giustificare con l’opinione pubblica. Io certamente non mi sottrarrò alle mie responsabilità, scegliendo anche misure restrittive se si renderanno necessarie, a tutela della salute pubblica. Ma un Governo serio deve stanziare risorse, mettere a disposizione personale ai Comuni e cambiare atteggiamento nei confronti dei Sindaci che non sono dei parafulmini, bensì l’istituzione più vicina ai cittadini”.
Sulla polemica scaturita a livello nazionale è itervenuto anche il Viminale: “Col nuovo Dpcm lo Stato non abbandona i Comuni né li investe di responsabilità improprie -precisa il Sottosegretario all’Interno con delega agli Enti Locali, Achille Variati– i primi cittadini, che sono autorità sanitarie locali, saranno ovviamente supportati in tutto dai Prefetti, negli appositi Comitati provinciali di ordine pubblico. Ed è proprio con i Prefetti e nei Comitati Provinciali che si potranno valutare casi particolarmente delicati in cui risultasse necessario, opportuno e possibile chiudere al pubblico strade o piazze”.