Una delle novità contenute nella bozza del decreto legge che verrà discussa oggi in Cdm è sicuramente il cosiddetto “green pass” che servirà per gli spostamenti tra Regioni di colore diverso.
Poggia su tre gambe il salvacondotto che dal 26 aprile ci consentirà di spostarci liberamente anche dalle regioni rosse e arancioni, oltre che partecipare ad eventi con più di mille persone all’aperto. La prima è la certificazione di avvenuta vaccinazione, in possesso del milione e 826mila italiani che fino ad ora hanno ricevuto prima e seconda dose. Valgono anche gli analoghi certificati rilasciati da altri Paesi Ue. La seconda gamba è il certificato di guarigione dal Covid, che dovrà essere rilasciato dal medico di famiglia o dall’ospedale dove si è stati ricoverati. Infine il certificato di negatività a test rapido o molecolare. Quest’ultimo vale 48 ore dal suo rilascio, i certificati di guarigione e vaccinazione hanno una valenza di sei mesi. Al momento per varcare il confine delle regioni rosse e arancioni o per partecipare a spettacoli basterà esibire uno solo di questi attestati in formato cartaceo che poi verranno caricati su app e card.
CHI FALSIFICA IL PASS RISCHIA IL CARCERE- Chi falsifica il certificato verde per gli spostamenti rischia anche il carcere. In particolare, al comma 2 dell’articolo 13 si prevede che per tutti i reati di falso che hanno a oggetto la certificazione verde Covid-19, le pene previste dagli articoli 476, 477, 479, 480, 481, 482, 489 del codice penale, anche se relativi ai documenti informatici di cui all’articolo 491 bis, sono aumentate di un terzo.