Commemorazione Strage di Marcinelle a Vicopisano, organizzata dall’Amministrazione in collaborazione con la famiglia Del Guasta
Presenti Vicepesidente Regione e Presidente del Consiglio Regionale, Consiglieri Regionali, Presidente dellaProvincia, SindaciAmministratori dei Comuni vicini, ANPI, associazioni e molti cittadini.
Memoria, dolore, amore e ricordo. E’ iniziato così il giorno di sabato 8 agosto a Vicopisano, commemorando la tragedia di Marcinelle, avvenuta lo stesso giorno del 1956, nei Giardini di Bois du Cazier. Amministrazione Comunale, Regione Toscana, con la Vicepresidente Monica Barni, il Presidente del Consiglio Regionale, Eugenio Giani, e molti Consiglieri, la Provincia di Pisa, con il Presidente, Massimiliano Angori, molti Comuni vicini, rappresentati da Sindaci e Amministratori, tante associazioni, molti cittadini e cittadine.
La comunità si è svegliata con il sole e le campane della Pieve romanica di Santa Maria che suonavano a lutto, per esprimere vicinanza alle famiglie dei minatori toscani morti in quel tremendo incidente nella miniera di Bois du Cazier e a tutti i familiari delle 262 vittime.
Dopo l’introduzione del Sindaco, Matteo Ferrucci, alle 8.10, orario dell’incidente, due bambine e un bambino, hanno letto i nomi dei minatori con le loro foto tra le mani, uno a ogni rintocco di campana, proprio come nella grande manifestazione di Marcinelle che quest’anno non si è tenuta a causa della pandemia: Otello Bugliani, Domenico Filippi, Enrico Del Guasta. E’ seguito l’inno italiano, suonato dal violino del Maestro Enrico Bernini.
Due bambine e un bambino, Elena, Giulio e Thomas, bisnipoti di uno dei minatori che non ha più visto il sole, dopo l’8 agosto del 1956, Enrico Del Guasta. Era presente tutta la sua famiglia, perché uno dei suoi figli, Umberto, fa parte della comunità di Vicopisano e ha coinvolto da anni l’Amministrazione Comunale in un crescendo di eventi legati a ogni aspetto della Memoria di quella strage. Sua sorella Graziella ha letto la poesia “A mio padre”, scritta dal professor Giovanni Ranieri Fascetti, una dedica struggente e intensa, pronunciata dalla voce commossa di chi vive ancora la presenza del genitore e dei valori che le ha trasmesso. “Fu così che mio padre mi dette/l’ultimo e più grande insegnamento/quello del Ricordo… per questo, oggi, io sono qui.”
“Più approfondisco le storie, più incontro le persone legate a questo dramma, come l’ex minatore Renato Rossati che oggi è qui con noi, più si rafforza in me la convinzione che questa tragedia _ ha detto il Sindaco Ferrucci _ esprima il meglio e il peggio del genere umano e dei percorsi che le vite di ognuno possono prendere. Ci sono persone costrette a emigrare per sfamare le loro famiglie, per costruire il futuro di un Paese distrutto dalla guerra, ci sono accordi economici discutibili, sottoscritti sulla pelle di uomini e donne, ‘braccia in cambio di carbone’, ci sono persone costrette a emigrare in Belgio dopo aver lottato per la libertà di tutti, come Enrico, ex capo partigiano. Dopo un lutto simile _ ha continuato il Sindaco : si può arrivare a pensare che tutto sia finito e invece mi guardo intorno e ancora una volta vedo quanto amore, quanto bene, quanti sentimenti ci circondino e siano dentro di noi, ricordando Enrico e gli altri minatori . Aveva finito il suo turno, tra l’altro Enrico, e tornò in miniera per solidarietà, la figlia di un suo collega belga non stava bene e lo sostituì. Per non tornare più. Quel minatore non si è più ripreso dopo la tragedia, ha lasciato la miniera ed è scomparso molto presto. Oggi ci ha raccontato la sua storia il figlioccio, Jean Pol Serre, legato da un forte amicizia a Umberto, dicendo di sperare nel mondo migliore che uomini come il suo padrino ed Enrico volevano per i loro figli e per i nostri Paesi.”
Il Vicesindaco Andrea Taccola, che ha la delega alla Memoria, ha ricordato tutto quanto l’Amministrazione ha fatto e farà per una Memoria che sia sempre più viva e concreta, ricordando che prossimamente la ciclabile di Uliveto Terme sarà intitolata all’ex deportato a Dachau e a Mauthausen Italo Geloni, un riferimento prezioso per generazioni di ragazzi e ragazze, anche grazie ai figli Laura e Paolo che continuano la sua opera instancabile grazie ad Aned. Mentre Franco Tagliaboschi di Anpi Cascina, che ha parlato a nome delle delegazioni ANPI presenti: quella provinciale, di Vicopisano e di Calci, ha evidenziato ancora quanto siano fondamentali commemorazioni come quella di Vicopisano per non perdere mai la Memoria di tragici fatti e le lezioni di vita che essi devono lasciarci dentro.
Sono, quindi, riecheggiate nell’aria le note di Miniera, dal violino del Maestro Bernini, un classico degli anni Trenta ispirato a un’altra tragedia minieraria in West Virginia, in cui morirono mille persone, molti erano emigranti italiani. “Cielo di stelle cielo color del mare/tu sei lo stesso cielo del mio casolare/portami in sogno verso la patria mia/portale un cuore che muore di nostalgia.” E alla musica si è alternata la poesia, grazie alla Consigliera alla Cultura Elena Pardini che ha interpretato “Marcinelle”: “sognavamo di tornare/in piazza a far romanzo/della nostra avventura/muti tornammo all’aria/ci tolsero al buio/era agosto in cielo/mentre la gente urlava ai cancelli/nomi sconosciuti”.
La commemorazione è stata un climax di emozioni. Fino alle parole della vicepresidente Barni, che ha sottolineato il valore e il significato della Memoria, in senso assoluto e per la Regione. “Fare Memoria è realizzare il futuro” e all’intervento del Presidente Giani che ha ricordato un episodio di quando era Assessore allo Sport del Comune di Firenze, nel 2000: “Era l’anno delle Olimpiadi di Sydney e ospitammo il Sindaco, Frank Sartor. Mi raccontò di quanto fosse stata estremamente dura la vita degli emigranti italiani in Australia, tanto che i suoi genitori si vergognarono di mettergli un nome italiano. Mi disse, con orgoglio, che a fine Olimpiadi sarebbe stato all’anagrafe per riacquisire il nome di Francesco, quello che avrebbero voluto dargli alla nascita, e così fece. Questo è il grande messaggio di Marcinelle _ ha concluso Giani _ che dobbiamo tenere in mente: nessun essere umano che emigra per lavorare, per un futuro migliore deve essere considerato di serie B, come è successo molte volte a noi italiani. Ci vuole, sempre, rispetto per ogni uomo e per ogni donna, per la sua dignità.”
Non appena è stato depositato un mazzo di rose rosse alla statua “Al Minatore” dalla Vicepresidente Barni, insieme alla famiglia Del Guasta, il Sindaco Ferrucci ha ringraziato i presenti e il Maestro Bernini ha suonato l’inno alla gioia di Ludwig Van Beethoven, adottato nel 1972 dal Consiglio d’Europa come inno, “per rappresentare i legami di fratellenza e i valori di solidarietà europei”, ha detto il Sindaco. “vsto che anche a Marcinelle lavoravano minatori italiani, belgi e di molte nazionalità europee, e non solo”, ha concluso.
Foto di Giuseppe Comito, FotoClub VicopisanoCommemorazione Strage di Marcinelle a Vicopisano, organizzata dall’Amministrazione in collaborazione con la famiglia Del Guasta
Presenti Vicepesidente Regione e Presidente del Consiglio Regionale, Consiglieri Regionali, Presidente dellaProvincia, SindaciAmministratori dei Comuni vicini, ANPI, associazioni e molti cittadini
Memoria, dolore, amore e ricordo. E’ iniziato così il giorno di sabato 8 agosto a Vicopisano, commemorando la tragedia di Marcinelle, avvenuta lo stesso giorno del 1956, nei Giardini di Bois du Cazier. Amministrazione Comunale, Regione Toscana, con la Vicepresidente Monica Barni, il Presidente del Consiglio Regionale, Eugenio Giani, e molti Consiglieri, la Provincia di Pisa, con il Presidente, Massimiliano Angori, molti Comuni vicini, rappresentati da Sindaci e Amministratori, tante associazioni, molti cittadini e cittadine.
La comunità si è svegliata con il sole e le campane della Pieve romanica di Santa Maria che suonavano a lutto, per esprimere vicinanza alle famiglie dei minatori toscani morti in quel tremendo incidente nella miniera di Bois du Cazier e a tutti i familiari delle 262 vittime.
Dopo l’introduzione del Sindaco, Matteo Ferrucci, alle 8.10, orario dell’incidente, due bambine e un bambino, hanno letto i nomi dei minatori con le loro foto tra le mani, uno a ogni rintocco di campana, proprio come nella grande manifestazione di Marcinelle che quest’anno non si è tenuta a causa della pandemia: Otello Bugliani, Domenico Filippi, Enrico Del Guasta. E’ seguito l’inno italiano, suonato dal violino del Maestro Enrico Bernini.
Due bambine e un bambino, Elena, Giulio e Thomas, bisnipoti di uno dei minatori che non ha più visto il sole, dopo l’8 agosto del 1956, Enrico Del Guasta. Era presente tutta la sua famiglia, perché uno dei suoi figli, Umberto, fa parte della comunità di Vicopisano e ha coinvolto da anni l’Amministrazione Comunale in un crescendo di eventi legati a ogni aspetto della Memoria di quella strage. Sua sorella Graziella ha letto la poesia “A mio padre”, scritta dal professor Giovanni Ranieri Fascetti, una dedica struggente e intensa, pronunciata dalla voce commossa di chi vive ancora la presenza del genitore e dei valori che le ha trasmesso. “Fu così che mio padre mi dette/l’ultimo e più grande insegnamento/quello del Ricordo… per questo, oggi, io sono qui.”
“Più approfondisco le storie, più incontro le persone legate a questo dramma, come l’ex minatore Renato Rossati che oggi è qui con noi, più si rafforza in me la convinzione che questa tragedia _ ha detto il Sindaco Ferrucci _ esprima il meglio e il peggio del genere umano e dei percorsi che le vite di ognuno possono prendere. Ci sono persone costrette a emigrare per sfamare le loro famiglie, per costruire il futuro di un Paese distrutto dalla guerra, ci sono accordi economici discutibili, sottoscritti sulla pelle di uomini e donne, ‘braccia in cambio di carbone’, ci sono persone costrette a emigrare in Belgio dopo aver lottato per la libertà di tutti, come Enrico, ex capo partigiano. Dopo un lutto simile _ ha continuato il Sindaco : si può arrivare a pensare che tutto sia finito e invece mi guardo intorno e ancora una volta vedo quanto amore, quanto bene, quanti sentimenti ci circondino e siano dentro di noi, ricordando Enrico e gli altri minatori . Aveva finito il suo turno, tra l’altro Enrico, e tornò in miniera per solidarietà, la figlia di un suo collega belga non stava bene e lo sostituì. Per non tornare più. Quel minatore non si è più ripreso dopo la tragedia, ha lasciato la miniera ed è scomparso molto presto. Oggi ci ha raccontato la sua storia il figlioccio, Jean Pol Serre, legato da un forte amicizia a Umberto, dicendo di sperare nel mondo migliore che uomini come il suo padrino ed Enrico volevano per i loro figli e per i nostri Paesi.”
Il Vicesindaco Andrea Taccola, che ha la delega alla Memoria, ha ricordato tutto quanto l’Amministrazione ha fatto e farà per una Memoria che sia sempre più viva e concreta, ricordando che prossimamente la ciclabile di Uliveto Terme sarà intitolata all’ex deportato a Dachau e a Mauthausen Italo Geloni, un riferimento prezioso per generazioni di ragazzi e ragazze, anche grazie ai figli Laura e Paolo che continuano la sua opera instancabile grazie ad Aned. Mentre Franco Tagliaboschi di Anpi Cascina, che ha parlato a nome delle delegazioni ANPI presenti: quella provinciale, di Vicopisano e di Calci, ha evidenziato ancora quanto siano fondamentali commemorazioni come quella di Vicopisano per non perdere mai la Memoria di tragici fatti e le lezioni di vita che essi devono lasciarci dentro.
Sono, quindi, riecheggiate nell’aria le note di Miniera, dal violino del Maestro Bernini, un classico degli anni Trenta ispirato a un’altra tragedia minieraria in West Virginia, in cui morirono mille persone, molti erano emigranti italiani. “Cielo di stelle cielo color del mare/tu sei lo stesso cielo del mio casolare/portami in sogno verso la patria mia/portale un cuore che muore di nostalgia.” E alla musica si è alternata la poesia, grazie alla Consigliera alla Cultura Elena Pardini che ha interpretato “Marcinelle”: “sognavamo di tornare/in piazza a far romanzo/della nostra avventura/muti tornammo all’aria/ci tolsero al buio/era agosto in cielo/mentre la gente urlava ai cancelli/nomi sconosciuti”.
La commemorazione è stata un climax di emozioni. Fino alle parole della vicepresidente Barni, che ha sottolineato il valore e il significato della Memoria, in senso assoluto e per la Regione. “Fare Memoria è realizzare il futuro” e all’intervento del Presidente Giani che ha ricordato un episodio di quando era Assessore allo Sport del Comune di Firenze, nel 2000: “Era l’anno delle Olimpiadi di Sydney e ospitammo il Sindaco, Frank Sartor. Mi raccontò di quanto fosse stata estremamente dura la vita degli emigranti italiani in Australia, tanto che i suoi genitori si vergognarono di mettergli un nome italiano. Mi disse, con orgoglio, che a fine Olimpiadi sarebbe stato all’anagrafe per riacquisire il nome di Francesco, quello che avrebbero voluto dargli alla nascita, e così fece. Questo è il grande messaggio di Marcinelle _ ha concluso Giani _ che dobbiamo tenere in mente: nessun essere umano che emigra per lavorare, per un futuro migliore deve essere considerato di serie B, come è successo molte volte a noi italiani. Ci vuole, sempre, rispetto per ogni uomo e per ogni donna, per la sua dignità.”
Non appena è stato depositato un mazzo di rose rosse alla statua “Al Minatore” dalla Vicepresidente Barni, insieme alla famiglia Del Guasta, il Sindaco Ferrucci ha ringraziato i presenti e il Maestro Bernini ha suonato l’inno alla gioia di Ludwig Van Beethoven, adottato nel 1972 dal Consiglio d’Europa come inno, “per rappresentare i legami di fratellenza e i valori di solidarietà europei”, ha detto il Sindaco. “vsto che anche a Marcinelle lavoravano minatori italiani, belgi e di molte nazionalità europee, e non solo”, ha concluso.
Foto di Giuseppe Comito, FotoClub Vicopisano