VALDERA. Oggi è il Giorno del Ricordo per ricordare la tragedia di tutte le vittime delle foibe.
Tanti i sindaci della Valdera che per l’occasione hanno voluto spendere delle parole in memoria dei tragici eventi.
Mirko Terreni, sindaco del comune di Casciana Terme Lari si è così espresso: “Con il 10 febbraio il nostro Paese celebra il Giorno del Ricordo, una ricorrenza italiana per ricordare tutte le vittime delle foibe e l’esodo forzato degli istriani, fiumani, giuliani e dalmati dalle loro terre. Una storia per troppo tempo taciuta e sminuita che parla di violenze, massacri e persecuzioni, perpetrati ancora una volta per mano di uno dei regimi totalitari del Novecento, quello Tito, durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra. Migliaia di persone esuli, deportate e barbaramente uccise, i cui corpi vennero occultati dentro le foibe, depressioni carsiche nel terreno divenute così fosse comuni.Esistenze sconvolte, esistenze interrotte a causa dell’odio razziale e delle ambizioni suprematiste dell’uomo che anche in questa occasione sconvolsero profondamente l’Europa e che oggi è necessario ricordare e affidare al fondamentale ruolo della memoria, per conoscere e per non dimenticare.”
Da Ponsacco, le parole della sindaca Francesca Brogi: “La giornata del ricordo serve a fare luce su una delle pagine più buie della storia italiana: la cacciata degli istriani, dalmati e fiumani e l’orrore delle foibe. Una tragedia che fu l’amaro epilogo di una stagione di scontri ideologici che produsse regimi totalitari e nazionalisti che si macchiarono di gravi crimini contro l’umanità. La logica della guerra fredda ha fatto sì che per troppi anni questa vicenda fosse tenuta nascosta. Finalmente, negli ultimi anni, anche grazie alla ritrovata collaborazione con lo stato sloveno, si sta facendo piena luce sull’intera vicenda. Il giorno del ricordo deve essere quindi l’occasione per non dimenticare quei terribili momenti ma anche per riflettere sui reali motivi che portarono a quei tragici fatti. Del perché una terra tollerante ed inclusiva, che per centinaia di anni aveva visto la convivenza pacifica delle comunità italiane, slave e tedesche, si trasformò in uno dei teatri di guerra più insaguinati d’Europa.”
Anche il sindaco di Vicopisano, Matteo Ferrucci ha speso alcune parole: “Il Giorno del ricordo è una solennità nazionale, celebrata il 10 febbraio di ogni anno, che ricorda i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata. E’ stata istituita con una legge del 2004 per ‘conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra. Il primo anno in cui si celebrò il Giorno del ricordo, nel 2005, e l’anno successivo, l’allora presidente Carlo Azeglio Ciampi fece alcuni discorsi importanti, di cui mi preme riportare alcuni passaggi a mio avviso molto significativi: Rivolgo il mio pensiero a coloro che perirono in condizioni atroci nelle Foibe, alle sofferenze di quanti si videro costretti ad abbandonare per sempre le loro case in Istria e in Dalmazia. Questi drammatici avvenimenti formano parte integrante della nostra vicenda nazionale, devono essere radicati nella nostra Memoria, ricordati e spiegati alle nuove generazioni. L’Italia non può e non vuole dimenticare: non perché ci anima il risentimento, ma perché vogliamo che le tragedie del passato non si ripetano in futuro. L’odio e la pulizia etnica sono stati l’abominevole corollario dell’Europa tragica del Novecento, squassata da una lotta fra nazionalismi esasperati. La Seconda guerra mondiale, scatenata da regimi dittatoriali portatori di ideologie razziste, ha distrutto la vita di milioni di persone nel nostro continente, ha dilaniato intere nazioni, ha rischiato di inghiottire la stessa civiltà europea. L’Italia, riconciliata nel nome della democrazia, ricostruita dopo i disastri della Seconda Guerra Mondiale anche con il contributo di intelligenza e di lavoro degli esuli istriani, fiumani e dalmati, ha compiuto una scelta fondamentale. Ha identificato il proprio destino con quello di un’Europa che si è lasciata alle spalle odi e rancori, che ha deciso di costruire il proprio futuro sulla collaborazione fra i suoi popoli, basata sulla fiducia, sulla libertà, sulla comprensione.”