FORNACETTE. La conferenza stampa si è svolta questa mattina, giovedì 23 maggio.
L’azienda dolciaria Biancoforno SpA, una delle realtà più importanti in Valdera da 34 anni ma anche in tutto il mondo, ha convocato questa mattina (giovedì 23 maggio) una conferenza stampa, nella quale i titolari (i fratelli Luca e Franco Lami) hanno fatto chiarezza sul caso “Cgil-Biancoforno”. Sono stati almeno tre i punti fondamentali affrontati da Biancoforno, a seguito della querela nei confronti di Cesarina Merola e della manifestazione-presidio indetta dalla Flai Cgil lo scorso martedì 14 maggio, davanti ai cancelli dell’azienda in via Mazzei a Fornacette. Il caso è finito in Parlamento: a raccontarlo è stato Marco Grimaldi, vicecaporgruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera.
Diritto di assemblea dei lavoratori
“Non abbiamo mai leso alcun diritto costituzionale. E non abbiamo mai impedito ai nostri dipendenti, appartenenti a qualsiasi sigla sindacale, di riunirsi in assemblea retribuita. La vicenda nasce nel 2017, da una richiesta di assemblea da svolgere all’interno dell’azienda. Ogni qualvolta è stata fatta richiesta, abbiamo affittato regolarmente un locale (ad esempio, la Casa del Popolo) e fornito un servizio navetta di cui ci siamo sempre fatti carico. Questo lo prevede il Contratto collettivo nazionale. L’ingegnere per la sicurezza disse che non c’erano i presupposti per garantire la sicurezza in caso di assemblea all’interno dell’azienda. Il sindacato fu invitato a visitare l’azienda, ma loro ritennero di intraprendere vie legali. Il tribunale nominò un CTU che, dopo aver fatto un’ispezione, sancì che l’azienda non aveva un luogo adatto per accogliere le assemblee. Il primo grado ha dato ragione alla Biancoforno, il secondo grado ha confermato. Adesso siamo in attesa della cassazione. – ha detto Luca Lami – Riteniamo di non aver mai leso alcun diritto costituzionale. Ci siamo resi sempre più che disponibili a dare vita a degli accordi: siamo sempre stati aperti al dialogo. Siamo disponibili a parlare con qualsiasi sindacato, qualsiasi rappresentanza di lavoratori”.
Orari di lavoro
“L’azienda da sempre è dotata di orari di lavoro che sono orari per fasce. I dipendenti vengono a conoscenza della loro fascia d’orario di settimana in settimana. All’interno di quella fascia ci può essere un’oscillazione più o meno di un’ora. Quando dicono che non si sa quando i dipendenti escono, non è vero. – ha spiegato Lami – In media si parla di 5,7 ore al mese di sforamento tra tutti i dipendenti, che sono pagate come straordinario (45% di maggiorazione, ndr) nel mese di competenza. Questa è la media del superamento delle 172 ore mensili (40 settimanali, ndr). Il contratto nazionale prevede 88 ore di flessibilità e 80 di straordinario. Noi non arriviamo neppure a 70 ore di sforamento all’anno di media. Al momento, anche se speriamo di arrivare quanto prima ad averlo, Biancoforno non attua la flessibilità, poiché non ha l’accordo”.
L’azienda leader del settore dolciario industriale conta poco meno di 200 dipendenti (196, ndr) assunti direttamente (più circa 25 interinali), con un export del 36-37% (Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Austria, Slovenia, Polonia…) ed un fatturato nel 2023 di circa 55 milioni di euro. “Abbiamo un’incidenza altissima della manodopera (28%, ndr) perché abbiamo adattato i macchinari al prodotto: – ha sottolineato Lami – la qualità non è mai stata toccata”.
Querela presentata nei confronti di Cesarina Merola, segretaria provinciale della Flai Cgil
“La querela sporta da me e mio fratello risale allo scorso 13 marzo. E’ un aspetto prettamente personale, l’attività sindacale non c’entra nulla e tantomeno la manifestazione-presidio del 14 maggio. Come potevamo sapere che la querela sarebbe stata notificata alla signora il 13 maggio? Si tratta di una questione privata, tra me e mio fratello Franco e la signora Cesarina Merola. L’attività sindacale non c’entra assolutamente nulla. In qualsiasi rapporto tra persone, il rispetto individuale deve essere garantito a tutti a prescindere. E anche il ruolo va rispettato. Ci possiamo confrontare sui temi, anche in maniera aspra… Va bene, siamo in democrazia. Ma il rispetto delle persone non deve mai mancare. – ha continuato Lami – Abbiamo ricevuto messaggi con svariate offese fino al 13 marzo, quando mi è stata recapitata una chiavetta contenente un audio (con la voce chiaramente riconoscibile, anche se in forma anonima) con delle offese pesantissime. A quel punto, io e mio fratello, abbiamo deciso di dire basta. Comunque, secondo noi, due piani distinti (sindacale e personale) sono stati mischiati”.
L’incontro con i sindacati
“Il 10 maggio scorso, tra la Biancoforno e la Flai, c’è stato un incontro. Presenti la signora Merola, il rappresentate Flai regionale, oltre alla nostra rappresentanza aziendale e al dottor Alessandro Glisenti di Unionfood. Chiuso l’incontro, l’appuntamento dato tra le parti era al 4 giugno 2024. – ha detto Lami – Sabato 11 maggio, alle 20.13 abbiamo ricevuto una PEC dalla Flai con convocazione di una assemblea retribuita di tre ore. Abbiamo provveduto a prenotare la sala convegni della Fornace, abbiamo convocato le Rsa e abbiamo dato la nostra piena disponibilità. Poi c’è stata la manifestazione di martedì 14 maggio ed è scoppiato il caso. Ma la querela a Cesarina Merola era stata sporta precedentemente”. Il 4 giugno l’azienda Biancoforno incontrerà quindi i sindacati. “Spero che in quella data si potrà parlare in un clima disteso. Ritengo che la Biancoforno sia un ottimo luogo di lavoro. Credo che le problematiche potranno essere affrontate serenamente, per il bene di tutti. Ci facciamo forza anche grazie alle dimostrazioni di solidarietà di tanti dipendenti, che stanno anche soffrendo per la situazione. – ha concluso Lami – Vogliamo continuare a lavorare al meglio, come facciamo da 34 anni”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA