Perizia psichiatrica per il 50enne che ha ammesso di aver ucciso la sorella.
Marco Cintelli, 50enne indagato per l’assassinio della sorella Carla Cintelli, 46 anni, avvenuto a Signa (Firenze) nei giorni scorsi, ha ammesso col gip di averla uccisa “precisando che l’omicidio è avvenuto al culmine di una lite e che non era sua intenzione ucciderla”.
Lo riferisce il difensore, avvocato Dario Fiorentino, dopo l’udienza di convalida in cui il “Cintelli è apparso non lucido e poco presente a sé stesso”, aggiunge il legale “tanto che il gip ha disposto perizia per valutarne l’imputabilità e la capacità di partecipare al processo, la pericolosità sociale e la compatibilità col regime carcerario”.
Il giudice Fabio Gugliotta non ha convalidato il fermo “perché – riferisce inoltre il difensore – il fermo è stato eseguito dai carabinieri fuori dai casi consentiti”, inoltre, in attesa di conoscere le valutazioni psichiatriche del perito, ha disposto la custodia cautelare in carcere.
“Sono soddisfatto per la perizia psichiatrica disposta dal giudice – afferma l’avvocato Fiorentino -. Sin dal primo contatto col mio assistito avevo manifestato seri dubbi sulle sue condizioni mentali. Confido che presto possa uscire dal carcere per affrontare le sue problematiche psichiche”.
L’udienza per il conferimento dell’incarico per la perizia è fissata per martedì 27 settembre. L’omicidio è maturato in un contesto di marginalità, probabilmente per motivi economici, forse debiti che la vittima, senza un’occupazione, non riusciva a sostenere e ai quali sopperiva il fratello. Secondo ricostruzioni Carla Cintelli è stata raggiunta dal fratello nella casa dei genitori, deceduti da alcuni anni, dove lei era rimasta a vivere e dove l’uomo l’ha uccisa, poi si è nascosto finché la moglie è andata dai carabinieri a denunciarne la scomparsa. Lo hanno trovato nascosto in un capanno vicino alla casa dove egli abita con la famiglia, poi è stato scoperto il cadavere della donna, anche lei improvvisamente irreperibile. (ANSA).