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XXV Aprile, l’ombra della pandemia sul malcontento degli studenti

20:07

PONTEDERA. Di seguito un comunicato dei ragazzi e delle ragazze che questa mattina hanno “tentato l’occupazione” (clicca qui). 

Gli studenti intendono portare alla luce alcuni problemi interni all’istituto XXV Aprile, che “si trascinano da troppi anni ormai”.

Amministrazione

Dopo mesi di continue valutazioni, settimane in cui siamo stati sovraccaricati di compiti scritti e interrogazioni orali, in cui le spiegazioni e i confronti tra docenti e alunni erano spesso lasciati da parte, la ‘settimana alternativa’ e la conseguente pausa didattica simboleggiavano per noi la possibilità di mettere in pratica un nuovo modello di fare scuola più al passo con i tempi e con le nostre necessità. Gli studenti hanno il bisogno di affrontare temi di attualità con esperti del campo, avere luoghi di dibattito e discussione meno frontali, e la ‘settimana alternativa’, tradizione e simbolo della nostra scuola, era un momento importante che ci è stato negato. Troviamo che questa decisione da parte del Preside e del corpo docenti sia inconciliabile con i valori che la scuola professa. Nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa, leggiamo che la scuola pone tra le sue priorità lo ‘sviluppo delle capacità relazionali e di collaborazione nel lavoro d’équipe’ ma anche di ‘organizzazione di attività integrative facoltative in orario pomeridiano secondo progetti e iniziative di singole discipline, aree o gruppi di docenti’, ricorrere ‘al laboratorio come luogo di lavoro in comune tra docenti e studenti’ e ‘fornire lo stimolo allo studente ad essere soggetto attivo per l’apprendimento attraverso la progettazione di percorsi autonomi di ricerca, al termine dei quali egli è posto nella condizione di produrre quanto ha acquisito e di interagire con ambiti ed interlocutori più ampi e variegati di quelli scolastici quali incontri pubblici, lezioni, conferenze, spettacoli teatrali organizzati dall’Istituto’ per trasmettere il senso dell’unitarietà del sapere. Proposte che noi studenti condividiamo a pieno ma che nella pratica negli ultimi due anni sono state messe da parte a causa della pandemia, senza alcuna volontà di trovare soluzioni alternative.

Gestione Coronavirus

L’amministrazione delle normative per prevenire i contagi è sicuramente la sfida maggiore a cui i dirigenti scolastici sono ad oggi sottoposti, non avendo il minimo supporto da parte del Ministero e ritrovandosi di conseguenza a dover agire solo in base al proprio buonsenso. Tali circostanze non devono però giustificare l’utilizzo scorretto di questa situazione, molte volte funzionale per evitare l’assunzione della responsabilità necessaria a portare avanti iniziative e progetti, oltre che l’ordinaria amministrazione scolastica. Le questioni che hanno interessato particolarmente un comportamento di tale genere sono quelle relative alla democrazia scolastica, in particolare l’annullamento dei comitati studenteschi (assemblee d’istituto) e la presenza obbligata di un professore durante le ore di assemblea di classe. Inoltre ciò è stato usato anche nella discussione a proposito degli erogatori di acqua, caffè e snack, oltre che delle modalità di intervallo in cui si è ritenuto opportuno non permettere agli studenti di uscire dall’edificio durante la pausa costringendoli a rimanere in un ambiente chiuso per tutto l’orario scolastico. Un’altra questione è quella della sospensione dello sportello di ascolto e supporto psicologico, a causa delle ‘affluenze troppo basse’ per poterlo mantenere, nonostante in questo periodo sia un servizio fondamentale da offrire agli studenti, nella speranza che effettivamente possa essere riattivato presto come ci è stato promesso. Nella mancata distribuzione di mascherine di tipo FFP2, richieste dal Ministero in caso di classi in auto-sorveglianza, la cui spesa ricade così sulle spalle degli studenti stessi. Ci sono stati negati i corsi di recupero e potenziamento, costringendoci a ricorrere a lezioni private a carico delle famiglie.

Edilizia scolastica 

Dopo due anni di DAD, durante i quali gli edifici sono rimasti quasi totalmente svuotati ed inutilizzati, noi studenti ci ritroviamo a rientrare a scuola in strutture malmesse e con numerosi problemi da anni rimasti irrisolti. Le tapparelle all’edificio del Classico sono bloccate da ormai anni, le Lim non funzionano a dovere e con un concatenamento delle problematiche non sono utilizzabili a causa dell’eccessiva luce che passa dalle finestre. Gli impianti audio sono pochi e non lontanamente sufficienti a garantire un funzionamento di qualità per tutte le classi dell’istituto. Inoltre le stesse mura delle sedi scolastiche, come della palestra dell’istituto, presentano muffa e cedimenti murari in diverse parti. La sicurezza è essenziale all’interno di una scuola funzionante e accessibile ed è quindi necessaria un’azione concreta per sopperire alle carenze che tali strutture presentano. Le apparecchiature tecnologiche messe a disposizione dall’istituto non sono sufficienti per svolgere adeguatamente le lezioni; la connessione internet seppur potenziata negli ultimi anni, resta tuttavia precaria, costringendo molte volte professori e studenti ad utilizzare la propria rete dati per permettere di seguire le lezioni a distanza.

Spazi

Le condizioni in cui ci ritroviamo richiedono una rivendicazione degli spazi ed un ripensamento complessivo di tutta la struttura scolastica. Proponiamo quindi un’idea di scuola che non sia solo il luogo fisico dell’apprendimento frontale e nozionistico ma un vero e proprio contesto culturale di scambio ed arricchimento personale, che garantisca agli studenti la possibilità di accedere alle strutture in un orario che va ben oltre il monte ore settimanale obbligatorio. Durante il pomeriggio sarebbe così possibile svolgere attività ricreative e culturali che esulano dal programma formale e creare uno spazio per corsi di recupero e potenziamento (anche autogestiti dagli studenti stessi) attualmente sospesi. La biblioteca presente all’interno dell’istituto, chiusa prima della pandemia, non è stata più riaperta e anche l’ultimo luogo di confronto tra gli studenti, che ci permetteva di studiare all’interno delle ore ‘buche’, prendere in prestito libri ci è stato negato.

Situazione studentesca 

Il nostro paese ormai da mesi attraversa un complesso periodo di mobilitazioni, operaie come studentesche e di repressione delle tali. E’ inaccettabile il silenzio mediatico sulla morte di Lorenzo Parelli.

Didattica 

La pandemia e i due anni di didattica alternata hanno creato gravi carenze a livello sociale, psicologico e didattico; gli studenti, reinseriti nel vortice della ‘normalità’, si sono ritrovati completamente sprovvisti delle competenze che avrebbero dovuto accumulare in questi due anni e quindi inadatti, non per colpa loro o dei professori, a ciò che veniva loro richiesto. L’assenza di dibattito, sia a livello di democrazia scolastica che di confronto attivo nelle classi su tematiche attuali e politiche come la crisi climatica, l’educazione sessuale e affettiva, oltre che la consapevolezza economica e sociale necessaria per formare dei cittadini e sviluppare un pensiero critico individuale è una grave carenza di questo sistema didattico.

Maturità
La bozza di svolgimento per l’esame di Stato di quest’anno scolastico proposta dal Ministro Bianchi è assurdamente ottimista; come è possibile pensare che gli attuali studenti del quinto anno, che hanno vissuto un periodo di DaD e ‘scuola pandemica’ maggiore rispetto a tutti gli studenti degli anni precedenti ed avendo quindi svolto l’intero triennio in didattica alternata, siano in grado di sostenere un esame di maturità con standard di richiesta nozionistica equiparabili a quelli del periodo antecedente all’epidemia di Covid-19? La richiesta minima che potremmo fare sarebbe ottenere un esame simile a quello dei
maturandi negli anni scolastici 2019/20 e 2020/21″.

Fonte: Comunicato degli studenti e delle studentesse del XXV Aprile

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