PECCIOLI. La discarica di Legoli e la torre campanaria di Peccioli cuore di uno spazio di confronto alla Biennale di Venezia. Più di 7.000 persone per il taglio del nastro del Padiglione Italia.
I rifiuti di una discarica che diventano installazione artistica. Scenografia, unita a video, plastici, grafiche e disegni, a formare il “Laboratorio Peccioli”. Un collage che, all’interno della mostra internazionale di architettura, a Venezia ospiterà tutti gli eventi organizzati nei sei mesi di esposizione nel Padiglione Italia.
Il cuore pulsante di uno spazio inaugurato venerdì 21 maggio alle 16 alla presenza del Ministro della Cultura Dario Franceschini e di molte autorità politiche e del mondo della cultura. Anche se i veri protagonisti, tra i 7.000 ospiti degli ultimi giorni di pre-apertura, (il 22 maggio la Biennale aprirà ufficialmente al pubblico, più di 5000 biglietti già polverizzati), sono stati i rappresentanti della comunità di Peccioli.
Una prima delegazione, visto che nei prossimi sei mesi altri cittadini avranno modo di recarsi a Venezia, composta da consiglieri comunali e membri di Belvedere Spa e Fondazione Peccioliper, si è recata in laguna. A rappresentare i cittadini ma anche i partner che hanno lavorato per mesi alla progettazione degli allestimenti del “Laboratorio Peccioli”.
«I contenuti di questo spazio dedicato al borgo costituiscono, nel loro insieme, un teatro con al centro uno spazio aperto alla discussione – ha spiegato il curatore del Padiglione Italia, l’architetto Alessandro Melis -. Per Peccioli la discarica, qui rappresentata con un video molto simbolico del sito di Legoli, è il simbolo di una problematica ambientale trasformata in opportunità. In una ricchezza reinvestita in tecnologia, arte e architettura».
I due elementi di maggiore impatto del “Laboratorio Peccioli”, infatti, sono la discarica da un lato, con un video nel quale scorrono, anche live, le immagini del sito in movimento, e la torre campanaria, i cui lavori sono iniziati nel 1885, dall’altra. «Questi elementi finiscono per contaminare l’intero padiglione – spiega Nico Panizzi, coordinatore dello spazio dedicato alla comunità pecciolese a Venezia -. Un esempio sono i disegni e le grafiche di Riccardo Burchielli, fumettista di fama internazionale, le cui opere ricorrono in tutto il padiglione. Ma gli stessi rifiuti della discarica, in altre sezioni, vengono trasformati in elementi architettonici per gli edifici nei quali vivremo in un futuro prossimo».
Alle 16 il taglio del nastro del Padiglione Italia, accolto con queste parole dal ministro Franceschini. «Quella che inizia oggi è una sfida che dimostra come la cultura italiana possa ripartire dopo un periodo difficile vissuto durante questa pandemia. Un segnale importante e che, alla vigilia, non era così scontato».
Ieri il sindaco di Peccioli, Renzo Macelloni, sottolineava proprio come per il suo Comune far parte di questa ripartenza, italiana e internazionale, potesse essere un’occasione unica. «Il percorso vedrà eventi, a Peccioli e a Venezia, nei sei mesi di mostra ma proseguirà anche oltre. Uno dei progetti più importanti, e di livello internazionale, è la Carta di Peccioli. Una vera e propria costituzione sulle comunità resilienti, la prima in Italia, che ci vedrà protagonisti».
Come detto il “Laboratorio Peccioli”, che avrà al centro uno spazio di buone dimensioni, sarà un piccolo teatro all’interno del Padiglione Italia. E proprio Comune, Fondazione Peccioliper e Belvedere spa organizzeranno 6 eventi in 6 mesi che porranno al centro del dialogo e del confronto proprio l’esperienza del borgo dell’Alta Valdera.