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“Sindaco chi?”: l’intervista esclusiva a Matteo Bagnoli

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Speciale VTrend, elezioni a Pontedera: dieci domande ai candidati. Ecco le risposte del candidato Matteo Bagnoli.

PONTEDERA. La data delle elezioni amministrative, dell’8 e 9 giugno, si avvicina sempre di più. Così VTrend ha deciso riaprire la rubrica “Sindaco chi?” e porre dieci domande identiche ai candidati sindaci che si presentano alla guida di Pontedera, offrendo a lettori ed elettori un’opportunità chiara e trasparente di valutare le proposte e le idee dei loro potenziali rappresentanti. A Pontedera corrono per la carica di sindaco: Alberto Andreoli, Matteo Bagnoli, Denise Ciampi e Matteo Franconi.

In questo articolo diamo spazio alle risposte di Matteo Bagnoli, candidato sindaco della coalizione di centrodestra composta da: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Noi Moderati e la lista civica “Pontedera al centro”,

La scheda del candidato: Matteo Bagnoli. Nasce a Pontedera nel 1986 (38 anni). È dirigente d’azienda, consigliere comunale e capogruppo di Fratelli d’Italia a Pontedera.

Fin dalla giovane età, Bagnoli ha mostrato una forte passione per la politica. A soli 23 anni, è stato eletto consigliere comunale a Pontedera. Nel 2015 è stato presidente del Rotaract Pontedera e dal 2023 socio del Rotary Club Fibonacci . Nel 2019, si è candidato come sindaco di Pontedera, portando per la prima volta nella storia la città della Vespa al ballottaggio. L’8 e il 9 giugno tenterà nuovamente la corsa per la carica di sindaco.

Nel tempo libero, Bagnoli ama trascorrere il tempo in montagna e immerso nella natura. Ha praticato sci a livello agonistico per molti anni e ha una grande passione per la mountain bike e il cicloturismo.


Ecco le risposte di Matteo Bagnoli:

1. Perché ha scelto e accettato di candidarsi a sindaco di Pontedera?

Bagnoli: “Volevo portare a compimento un percorso cominciato cinque anni fa, quando mi chiesero di entrare in corsa come sostituto candidato e per la prima volta arrivammo al ballottaggio e la vittoria sfumò per pochi voti. Ecco, la sconfitta è stata un utilissimo bagno di umiltà, perché mi ha fatto capire che niente arriva per caso: da quel momento ho accettato la sfida di condurre un’opposizione attiva, studiando ogni singolo atto e delibera del Consiglio comunale e approfondendo tutti gli aspetti della macchina amministrativa. Alcuni mesi fa all’interno della mia coalizione abbiamo deciso che questa volta non avremmo giocato per partecipare, ma che il risultato di questa costruzione di cinque anni finalmente ci avrebbe dato la forza di contrapporre un’alternativa politica molto competitiva. Mi hanno chiesto di candidarmi nuovamente proprio perché quella che giochiamo contro quest’ultima propaggine del vecchio sistema di potere è una battaglia politica e serviva un profilo politico che se ne assumesse la responsabilità e il peso. Sarò sempre grato a tutti gli alleati per questa fiducia e per questa meravigliosa opportunità“.

2. Come ha selezionato i membri della propria squadra di candidati e quali criteri ha seguito per questa scelta?

“Ognuna delle liste che mi sostengono ha una sua autonomia e non ho posto veti e diktat. Abbiamo una compagine veramente molto eterogenea e varia di persone, spaziamo dai giovani fino a profili autorevoli e presenti sul territorio da tanto tempo, ne sono molto orgoglioso“.

3. Se verrà eletto sindaco di Pontedera quale sarà la prima cosa che farà?

“Andare a Roma a chiedere risorse di emergenza per procedere con la bonifica del Keu. I sacchi di contenimento sono tutti rotti e il materiale fuoriesce, siamo in una corsa contro il tempo“.

4. Quali sono le vostre proposte per incentivare la partecipazione politica dei giovani?

“I giovani partecipano alla vita politica se si sentono parte della società e si sentono parte della società se hanno delle prospettive lavorative ed esistenziali concrete. Possiamo fare tutte le consulte dei giovani che vogliamo, ma se non si garantisce nel concreto un futuro diventano soltanto una presa in giro. Il Comune non deve sostituirsi alla libera iniziativa e alle forze del terzo settore: a loro spetta il compito di dare vitalità e prospettive al territorio, l’Amministrazione comunale deve sostenerle, non porre ostacoli sulla loro strada e provvedere con servizi e investimenti strategici“.

5. Quali azioni concrete e strategie intende mettere in atto per promuovere la sostenibilità ambientale a Pontedera?

“Oggi a Pontedera sono in corso due emergenze ambientali e finché non le risolveremo ogni altra azione in questo senso ha poca rilevanza. La prima emergenza è quella della discarica: il Sindaco Franconi ci vorrebbe condannare a diventare la discarica di tutta l’area Fiorentina e di mezza Toscana: io dico che il nostro territorio ha già dato molto, sono più di venti anni che ospitiamo un grande sito di stoccaggio rifiuti speciali mentre era previsto fin dall’inizio che nel 2028 venisse chiuso: perché ora dobbiamo ampliarlo e tenerlo aperto fino al 2040? Perché dobbiamo chinare il capo di fronte a questa prepotenza? Perché anche altri territori, in primis la piana di Firenze, non fanno la loro parte? Io mi batterò con ogni mezzo ed energia per evitare di farci fare questa fine. La seconda emergenza è quella del Keu: è evidente che finché sul territorio avremo dodicimila tonnellate di fanghi tossici contenenti cromo, cadmio, nichel, rame, selenio e zinco esposti alle intemperie con i sacchi di protezione pieni di fessure e strappi, parlare di mettere un pannello solare in più o fare altri cento metri di pista ciclabile ha poco senso”.

6. Quali infrastrutture pubbliche dovrebbe dotarsi Pontedera nei prossimi anni?

“Dobbiamo portare avanti il progetto dell’interporto, ce lo chiedono gli imprenditori e potrebbe darci un grande vantaggio competitivo rispetto ai territori circostanti. Siamo un territorio che vive di industria e logistica in cui il Comune da decenni non effettua alcun investimento strategico per l’industria e per la logistica“.

7. Condivide l’idea che i Comuni della Valdera debbano avere una visione generale strategica? Qual è il futuro della Valdera e dell’Unione Valdera? Cosa non ha funzionato fino ad oggi?

“La Valdera deve pensare in maniera corale: i confini dei comuni sono stati pensati più di un secolo fa, se vogliamo fare investimenti moderni è evidente che dobbiamo mettere in rete le amministrazioni. L’Unione Valdera non ha funzionato perché è stata utilizzata come strumento di potere e non come strumento di coordinamento e dialogo: basti pensare che tutta la scandalosa storia dell’assunzione del Sindaco di Empoli al Comune di Pontedera si è portata avanti proprio attraverso una triangolazione dell’Unione Valdera. Detto questo, comunque, il coordinamento territoriale è imprescindibile, vedremo se è più efficiente riformare l’Unione Valdera o pensare ad un nuovo soggetto, ma poco cambia. Personalmente sarò sempre disponibile al dialogo con tutti i Sindaci e gli amministratori di zona, al di là del colore politico“.

8. Se i cittadini la sceglieranno come sindaco, come si immagina Pontedera e le sue frazioni tra cinque anni?

“Le immagino più vitali, nuovamente capaci di esprimere quella eccezionalità che da sempre ha contraddistinto il nostro territorio. Noi siamo un comune di trentamila abitanti che per decenni è stato più rilevante di alcune città molto più grandi in termini di dimensioni: possiamo recuperare quella dimensione gloriosa soltanto se torneremo a fare scelte e interventi audaci e innovativi. Pontedera nella mediocrità muore, la mediocrità non fa per noi. A riguardo del territorio e della mediocrità vorrei spendere una riflessione particolare su di un aspetto: quale territorio frequentano i nostri alunni? L’emblema della mediocrità di questi ultimi anni è il polo Dino Carlesi, avevamo una scuola in un bellissimo immobile di pregio, lo abbiamo fatto marcire fino al punto da renderlo inagibile e poi abbiamo trasferito le classi in un capannone prefabbricato con vista sulla zona industriale: se vogliamo pensare al territorio e ripartire dai giovani credo che dobbiamo cominciare proprio da questa ferita“.

9. Perché gli elettori dovrebbero scegliere lei come sindaco, invece degli altri candidati?

“Perché spero di aver dimostrato con le mie proposte e con il mio confronto diretto con i cittadini che sono degno della loro fiducia“.

10. C’è una domanda che non le abbiamo posto e alla quale avrebbe voluto rispondere?

“Si parla pochissimo del debito del Comune di Pontedera. Con Franconi abbiamo raggiunto la mostruosa cifra record di 72 milioni di euro di debito. Ogni riflessione sul futuro dovrebbe partire da qui, perché dopo gli sperperi di questi ultimi anni dobbiamo essere consapevoli che le risorse da ora in avanti saranno molto limitate e che l’unico modo concreto e responsabile di esporre un programma elettorale è quello di farlo sottolineando le proprie priorità: in questa situazione fare tutto non sarà possibile e mettere in piazza grandi promesse generiche è una presa in giro per i pontederesi”.

Redazione VTrend

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