È stato rivendicato da una sigla di anarchici l’ordigno artigianale trovato giovedì mattina al tribunale di Pisa e rimasto inesploso per casualità.
PISA. “Una bomba carta piena di polvere nera, più una bombola gas, più una bottiglia incendiaria con innesco temporizzato”.
Comincia così la e-mail anonima indirizzata alla rivista anarchica online Il Rovescio (www.ilrovescio.info) per rivendicare l’attentato esplosivo andato a vuoto nei giorni scorsi al tribunale di Pisa dove è stato collocato un ordigno esplosivo all’esterno di uno degli accessi carrabili (leggi qui).
La firma della rivendicazione è confermata come quella del Gruppo di Solidarietà Rivoluzionaria – Consegne a domicilio Fai/Fri ma la e-mail al momento non è riconducibile a nessuna persona.
La Fai, Federazione Anarchica Informale, è l’organizzazione di cui è leader Alfredo Cospito che ha firmato diversi attentati dinamitardi e incendiari negli ultimi anni. “Non basteranno mai – prosegue la lunga mail – le vostre telecamere e le vostre guardie a setaccio della città a impedire all’azione di penetrare nei vostri palazzi. La notte del 21 febbraio abbiamo collocato un ordigno esplosivo nella porta di servizio del Tribunale di Pisa. Non sappiamo se la deflagrazione sia avvenuta, ma ci teniamo a sottolineare che quest’azione assume un’importanza non da poco: abbiamo dimostrato che è possibile avvicinarsi ai palazzi del potere e colpire”.
Infine, la mail lancia una chiara minaccia agli apparati di sicurezza dello Stato: “All’antiterrorismo: sappiamo che state preparando un’infinità di arresti per tutti questi mesi di mobilitazione. Maledetti scrocconi, sappiate che i colpi di noi oppressi raggiungeranno presto le vostre mani”.
(ANSA)