L’incarico gli è stato conferito nei giorni scorsi dalla direttrice generale dell’ASL, Maria Letizia Casani, al termine della procedura di valutazione.
Luigi Coltelli è il nuovo direttore facente funzioni dell’oncologia medica della Valdera e dell’Alta Val di Cecina. L’incarico gli è stato conferito nei giorni scorsi dalla direttrice generale dell’ASL, Maria Letizia Casani, al termine della procedura di valutazione.
Coltelli è in forza all’Azienda USL Toscana nord ovest dal 2009. Dopo la laurea in medicina e chirurgia a Pisa e la specializzazione con il professor Falcone, Coltelli ha ricoperto l’incarico di responsabile del day hospital oncologico all’ospedale di Portoferraio (Isola d’Elba) fino al 2012, anno in cui è diventato dirigente medico presso l’ospedale di Pontedera. Dal 2018 al marzo 2024 ha lavorato presso l’ oncologia medica di Livorno nell’equipe del dottor Giacomo Allegrini, dove ha ricoperto anche il ruolo di responsabile del Centro oncologico di riferimento dipartimentale (CORD), ovvero la struttura che si occupa di accogliere, assistere e inserire nei percorsi di cura le persone cui è stata diagnosticata una neoplasia.
Dal marzo 2024 è responsabile del day hospital oncologico della Valdera e delll’Alta Val di Cecina cui, dal 12 agosto, si è aggiunto l’incarico di direttore facente funzioni dell’oncologia medica.
Durante tutta la sua carriera, Coltelli, che è anche coordinatore del gruppo oncologico della patologia mammaria dell’AUSL Toscana nord ovest, si è sempre occupato anche di ricerca clinica ed è attualmente principal investigator di numerosi studi italiani e internazionali, dedicati in particolare al carcinoma della mammella, e ha condotto anche diversi studi no profit promossi dall’Asl. I suoi contributi scientifici sono stati pubblicati su riviste specialistiche italiane ed estere.
“Mi ha fatto ovviamente piacere ricevere questo incarico di responsabilità in quello che è il mio ambito di specializzazione – dice Coltelli – dove protocolli nuovi e sempre più efficaci rappresentano la speranza per tanti pazienti. Per questo è fondamentale promuovere e sviluppare la ricerca”.