Riportiamo integralmente la segnalazione ricevuta in redazione e la risposta del Comune di Pontedera.

Una vicenda che ha suscitato indignazione e amarezza è quella raccontata da una residente di Pontedera, che si è fatta portavoce di una situazione vissuta dalla propria famiglia. Al centro della questione, l’impossibilità di utilizzare una tomba doppia precedentemente acquistata nel cimitero di Pontedera, nonostante la concessione fosse ancora valida.
“Mia suocera e altre persone – racconta – avevano acquistato una tomba a due posti, uno sopra l’altro, con l’intento di essere seppelliti accanto al proprio coniuge. Ma alla sua morte, il Comune si è rifiutato di assegnarci quel posto, sostenendo che, a causa di una nuova normativa Usl, le tombe a due posti verticali non sarebbero più a norma. Ci è stato detto che una delle due sepolture non sarebbe più raggiungibile, come invece richiesto dalla normativa“.
La famiglia, di fronte all’impossibilità di utilizzare quanto già acquistato, ha dovuto comprare un nuovo loculo, con una spesa aggiuntiva di quasi 3.000 euro. “Abbiamo inviato un reclamo scritto all’URP, al sindaco e alla referente comunale del cimitero, ma non abbiamo mai ricevuto risposta, né scritta né verbale“, continua la cittadina.
Due i principali quesiti posti dalla famiglia al Comune: “Perché non è stata inviata alcuna comunicazione, all’atto del cambio di normativa, che permettesse di valutare altre opzioni per la sepoltura? Per quale motivo è stato richiesto l’acquisto integrale di un nuovo loculo, senza applicare una compensazione economica in base a quanto già versato per la tomba originaria?“.
La replica del Comune
Interpellato da VTrend.it sulla questione, Palazzo Stefanelli ha fornito chiarimenti: “Il caso in questione è noto agli uffici – si legge in una nota – e da tempo sono in corso contatti verbali con la famiglia“. Il Comune conferma inoltre che, proprio per la particolarità della vicenda, “una compensazione economica appare una soluzione praticabile“, lasciando dunque aperta la possibilità di un accordo. Per quanto riguarda le tempistiche, da Palazzo Stefanelli precisano che “i contratti stipulati risalgono a molti anni fa, mentre le disposizioni Usl menzionate risalgono all’inizio degli anni 2000“.