Un incontro tra Comune e US Città di Pontedera per raccontare il mondo del calcio femminile a Pontedera. Sandy Iannella, allenatrice della primavera del Pontedera: “Questo deve essere soltanto l’inizio di una rivoluzione”. Salvatore Costa (resp. sett. giovanile): “Stiamo crescendo, abbiamo bisogno di una nuova casa”
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PONTEDERA. “Quando giocavo con i maschi non mi passavano la palla, poi ho iniziato a giocare con le femmine ed è cambiato tutto“, comincia con queste parole uno dei racconti di una giovane calciatrice del settore giovanile del Pontedera.
Le giovanissime Amelia (classe 2012), Matilde (classe 2010), Alessia (classe 2010), Erica e Aurora (classe 2009) hanno raccontato la propria esperienza con il calcio durante un incontro organizzato dal Comune di Pontedera e l’US Città di Pontedera nell’ambito delle iniziative dedicate alla giornata internazionale della donna.
“La mia passione per il calcio è nata perché vedevo giocare i miei amici maschi“, racconta Aurora Pantulli. La passione per il calcio è nata in modo simile anche a Matilde Mazzantini: “Ho iniziato a giocare a calcio da piccolissima, con i maschi. Oggi, nel Pontedera femminile mi trovo benissimo perché è un bell’ambiente in cui poter crescere e divertirsi“.
In alcuni casi le passioni per il calcio vengono trasmesse dai padri, come nei casi di Alessia e Amelia: “La passione per il calcio mi è stata trasmessa da mio padre – ha raccontato Alessia Brogi -. Gioco a Pontedera da un anno e sono molto felice di fare parte di questa famiglia. Sin da subito mi sono trovata bene“. “Ho scoperto il calcio – racconta Amelia Scali da mio padre perché guardava le partite, mi è piaciuto e allora ho iniziato a giocarci. Per due anni ho giocato con i maschi ma non mi trovavo bene, i miei compagni non mi passavano la palla perché mi consideravano scarsa. Adesso, invece, mi trovo benissimo con le mie compagne di squadra“.
All’incontro non poteva mancare Sandy Iannella, allenatrice della primavera maschile del Pontedera: “Sono arrivata a Pontedera – racconta Sandy – grazie alla famiglia Pantani e a Renzo Ulivieri che mi hanno voluto fortemente come calciatrice. Poi da Pontedera non sono più andata via, sono 4 anni che sono qui. Ormai Pontedera è diventata la mia famiglia. Da quest’anno la società mi ha dato l’importante compito di allenare la primavera maschile. Per è allenare è una delle mie più grandi passioni, dopo aver giocato a calcio per una vita intera.“
Iannella è la prima donna ad allenare una squadra maschile di un club professionistico: “Sono contenta di essere una pioniera, lo sono stata anche da calciatrice e lo farò anche da allenatrice perché voglio dare voce a quelle ragazze che, come me, sono appassionate del calcio e sognano di allenare una squadra. Questo deve essere soltanto l’inizio di una rivoluzione. Le donne che hanno competenze e passione devono poter dimostrare la propria forza anche in quegli sport che, ancora oggi, sono etichettati come sport maschili“.
“Penso – continua Sandy Iannella – che il connubio e la sinergia tra uomo e donna possa funzionare anche nel calcio. Ci sono tanti allenatori che si sono avvicinati al mondo femminile e ci sono rimasti perciò non capisco perché una donna non possa fare lo stesso in un ambiente maschile. Penso che la stima tra dirigenti e staff tecnico possa andare al di là del genere delle persone“.
“Avere Sandy a Pontedera – dice il sindaco Matteo Franconi – ci dà l’opportunità di mandare un messaggio importante al mondo sportivo italiano. Cercheremo di supportarla affinché la sua storia sia di esempio per altre società sportive“.
“Pontedera, nel territorio italiano, rappresenta un grande laboratorio nello sport, cultura e politica – spiega Andrea Bargagna, direttore organizzativo del Pontedera -. Voglio ringraziare la società “Città di Pontedera“ per aver investito sul calcio femminile e in particolare la famiglia Pantani per aver piantato il seme del calcio femminile a Pontedera. Come società vogliamo abbattere qualsiasi barriera presente nel calcio. Sul calcio femminile siamo indietro rispetto ad altri paesi europei, dobbiamo avere il coraggio di cambiare le cose”.
”Tre anni fa, insieme a mia moglie Giani Catia, abbiamo ideato il progetto del settore giovanile – racconta Salvatore Costa, responsabile settore giovanile femminile del Pontedera -. I nostri primi sostenitori sono stati l’allenatore Renzo Ulivieri e Maurizio Pantani. Siamo orgogliosi perché dopo tre anni la società e l’amministrazione comunale ci stanno dando una grande mano“.
“Non possiamo rimanere indifferenti di fronte ai desideri di queste ragazze, dobbiamo coltivare i loro sogni. Dobbiamo fermare ipocrisia che c’è ancora oggi sul ruolo della donna nella società. Il prossimo obiettivo che dobbiamo raggiungere deve essere quello di portare il calcio femminile nelle scuole. Io e mia moglie siamo già andati in alcune scuole del territorio e siamo pronti ad andare in altre scuole che lo vorranno“, conclude Costa.
Spazi e impianti sportivi. Visto il crescente numero delle ragazze che si stanno avvicinando al calcio gli spazi a disposizione potrebbero non essere più sufficienti. Dopo tre anni ospitati dal circolo Galimberti è necessaria una nuova casa, spiega Salvatore Costa: “Oggi le atlete del settore giovanile contano 30 ragazze e in futuro potrebbero aumentare, perciò chiediamo alle istituzioni una casa più grande”. “Insieme all’amministrazione e all’assessore Belli – risponde Bargagna – stiamo lavorando per mettere a disposizione un nuovo campo da calcio a Montecastello”.
(Le foto sono autorizzate dai genitori dei minori)
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S.L.