Una bufera social si è scatenata attorno al post del primo cittadino che propone la modifica dell’articolo 14 della legge 194/78 sull’aborto con l’obbligo per il medico di far vedere e sentire alla donna il futuro nascituro.
GROSSETO – Una vera a propria bufera social si è scatenata contro il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna a seguito del post antiabortista pubblicato su Facebook. Nello stesso il primo cittadino proponeva la modifica dell’articolo 14 della legge 194/78 con l’obbligo per i medici di mostrare il feto e far ascoltare il battito del nascituro alle donne intenzionate ad interrompere la gravidanza per una maggiore consapevolezza sull’aborto. Questo il posto originale:
“Ho deciso di firmare la proposta di legge d’iniziativa popolare per giungere a una modifica all’articolo 14 della legge 194/78. La proposta prevede che il medico che effettua la visita che precede l’interruzione di gravidanza sia obbligato a far vedere alla donna intenzionata ad abortire, tramite esami strumentali, il nascituro che porta in grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso. La finalità è quella di accrescere la consapevolezza del gesto dell’aborto. Ciò ovviamente non va a limitare la libertà individuale della donna sancita dalle norme e dal buonsenso. Ma rende più completo e maturo il suo percorso decisionale. Vogliamo che la scelta della donna sia libera, ma allo stesso tempo consapevole. Consapevole del fatto che andare avanti si può. Che non si è sole. Che è possibile farsi aiutare. Sarà possibile firmare la proposta, entro martedì 7 novembre, recandosi presso gli uffici della segreteria generale, al primo piano del Municipio, dal lunedì al venerdì dalle 8:30 alle 12:30. Il martedì e il giovedì dalle 15:30 alle 17”.
Dure le critiche sui social e i commenti di risposta dei cittadini. Tra essi anche la replica dell’assessora della Regione Toscana, Alessandra Nardini:
“Sono inorridita da queste parole. Come si fa ad appoggiare una simile crudeltà nei confronti delle donne?! L’interruzione volontaria di gravidanza è un diritto ottenuto grazie alle battaglie di tantissime donne e tantissime donne lo hanno difeso con le unghie e con i denti in tutti questi anni. Lo hanno difeso da chi ancora oggi prova a farci regredire rispetto ai nostri diritti e alle nostre libertà. Chi, come il Sindaco di Grosseto, sostiene quella vergognosa proposta di legge fa esattamente questo: prova a farci tornare indietro. La legge 194 non va cambiata. O meglio, sicuramente non va cambiata in questo senso. Le donne hanno il diritto di autodeterminarsi, devono poter essere libere di scegliere di interrompere una gravidanza, devono poterlo fare con il metodo meno invasivo e hanno il diritto che questo possa avvenire nelle strutture pubbliche di tutto il nostro Paese, senza dover affrontare un percorso ad ostacoli o peregrinazioni in vari ospedali alla ricerca di un/una medico non obiettore/non obiettrice. Ecco, forse su questo dovremmo interrogarci. La legge 194 non va indebolita, anzi, va applicata. Applicata correttamente ed in maniera omogenea in tutta Italia, anche in quelle Regioni governate dalla destra. La legge 194 ci ha permesso di contrastare gli aborti clandestini, pericolosi per la salute e addirittura per la vita di noi donne. Non accettiamo che le donne vengano giudicate o si sentano giudicate quando decidono di interrompere una gravidanza. Un Sindaco dovrebbe rappresentare tutta la propria comunità, incluse le donne. Il Sindaco di Grosseto con la sua scelta offende le donne”.