Il sindaco Massimiliano Ghimenti ha spiegato che “mancheranno moltissime risorse al nostro territorio, così come agli altri Comuni per finanziare il ponte sullo stretto di Messina e, quindi, senza finanziare ‘opere di interesse diffuso'”.
Il consiglio comunale di Calci, nella seduta di giovedì 28 dicembre ha approvato il bilancio di previsione 2024-26. Una approvazione che, anche quest’anno, avviene entro il termine dell’anno precedente al periodo di riferimento, di importanza vitale per il funzionamento a pieno regime del bilancio già a partire dal 1 Gennaio.
“Un risultato – commenta il sindaco, Massimiliano Ghimenti – che è stato ottenuto grazie all’impegno degli uffici comunali e alla presenza degli amministratori che, seppur nel pieno del periodo delle festività, hanno garantito il numero legale per la seduta del consiglio. A tutti va il nostro ringraziamento”.
Si tratta di un bilancio che è stato chiuso con maggiori difficoltà rispetto al passato per effetto dei tagli ai Comuni previsti dalla finanziaria del Governo. Un fatto molto critico per tutti i territori ed in modo particolare per i bilanci, sani ma all’osso, come quello del Comune di Calci. I fattori critici che hanno comportato la necessità di azioni correttive straordinarie del bilancio sono: i già annunciati tagli dei trasferimenti ai Comuni (attendiamo di conoscerne la quantificazione) decisi dal Governo; il già avvenuto azzeramento del fondo nazionale per il “contributo affitti” (per Calci erano diverse decine di migliaia di euro ogni anno da destinare alle famiglie che pagano una locazione); il fatto che non sono previsti rimborsi per il caro energie e carburanti né per i rinnovi contrattuali dei dipendenti; ed infine, che dal 2025 non è più previsto il contributo statale per le “piccole opere” che garantiva circa 70mila euro annui al Comune per le manutenzioni sul territorio.
Grazie alle scelte operate, tuttavia, si è chiuso il bilancio senza introdurre nuove tasse, senza aumentare alcuna aliquota e mantenendo invece in essere tutti gli aiuti sociali previsti, oltre al mantenimento della spesa in tutte quelle che sono le priorità dell’amministrazione: il sociale ed il socio-sanitario, scuola e istruzione, promozione e cura del territorio, ambiente ed associazionismo. È chiaro che salvaguardare determinate priorità, che sono quelle espressamente indicate nelle linee programmatiche dell’amministrazione, significa fare economica su tutto il resto e, soprattutto, da un punto di vista contabile, ha comportato il dover impiegare una quota crescente di oneri di urbanizzazione per garantire la stabilità della parte corrente della spesa.
“Gestire un bilancio – prosegue il primo cittadino – è un po’ come gestire i conti in una famiglia. A meno che non si sia milionari, e Calci purtroppo non lo è, bisogna fare delle scelte. Noi abbiamo fatto quanto necessario per poter salvaguardare i servizi e le predette priorità senza, come si dice in gergo, mettere le mani in tasca ai cittadini. Tuttavia, siamo costretti ad informare la cittadinanza che le misure decise dal Governo Meloni ci preoccupano, perché faranno mancare moltissime risorse al nostro territorio, così come agli altri Comuni. Il tutto, come dice la Corte dei Conti, principalmente per finanziare il ponte sullo stretto di Messina e, quindi, senza finanziare ‘opere di interesse diffuso’ che avrebbero ricadute benefiche per tutti i territori. In sostanza, i calcesani contribuiranno con centinaia di migliaia di euro ogni anno, senza che questo serva ad alimentare investimenti che generino benefici sul nostro territorio. E i calcesani devono anche sapere che, come certifica la Corte dei Conti e al netto degli errori dei Governi precedenti (spesso lamentati dal Governo attuale), sarebbe stato sufficiente non finanziare il ponte per evitare i tagli che colpiranno il nostro territorio e le altre comunità”.
Fonte: Comune di Calci