Mister Paolo Dolo e la centrocampista Giulia Cicciarelli raccontano il primo anno di calcio femminile alla Bellaria Cappuccini di Pontedera: una squadra Under15, una Under12 e una prima squadra, in un ambiente piacevole con tanti progetti per il futuro.
PONTEDERA – Con l’approssimarsi del finale di stagione sportiva 2023/24, la Bellaria Cappuccini di Pontedera ha nuovamente aperto le porte alla redazione di VTrend.it per un bilancio sul primo anno di attività nel calcio femminile: nel settembre scorso la società pontederese si era infatti lanciata, con grande entusiasmo e mirata organizzazione, nel progetto del calcio in rosa con una prima squadra iscritta al campionato di Promozione toscana, una squadra Under15 e una Under12.
A seguire la crescita umana e sportiva delle ragazze si citano ancora mister Jacopo Bettarini, alla guida della prima squadra, mister Paolo Dolo, ex Empoli a capo dell’Under15, mister Franco Sparaciari per l’Under12, il ds Marco Landi e Piero Vetturi, da anni importanti riferimenti di varie società toscane e non solo, e il responsabile del settore calcio Giampaolo Pellegrini che già in una precedente intervista aveva raccontato gli esordi del neonato progetto della società pontederese e gli obiettivi in cantiere.
Questa volta la Bellaria Cappuccini ha invece lasciato parola a chi quotidianamente vive e respira l’evoluzione dell’ambizioso percorso calcistico direttamente sui campi da gioco: per il settore giovanile l’intervista è a mister Paolo Dolo, per la prima squadra alla centrocampista Giulia Cicciarelli.
INTERVISTA – PAOLO DOLO
- Paolo, con te parliamo della categoria Under15 quindi di atlete molto giovani: com’è l’approdo da giovanissime nell’ambiente calcistico, da tradizione declinato al maschile? Che spirito hanno le ragazze quando arrivano Pontedera?
Nel nostro gruppo ci sono tantissime ragazze che hanno iniziato quest’anno a giocare a calcio. Le prime sono arrivate nel marzo scorso per una serie di allenamenti ma erano veramente poche e per questo non è stato facile impostare sedute allo stesso tempo divertenti e costruttive. Tuttavia non abbiamo mollato, anzi abbiamo lavorato bene fino ai mesi di agosto/settembre quando il gruppo si è infoltito. Le giocatrici arrivavano da tanti ambienti sportivi diversi: chi dalla danza classica, chi dal tennis, dall’atletica leggera e non solo. All’inizio c’è sempre molta curiosità e poi comincia un periodo di valutazione: siamo quindi felici che di questo primo gruppo siano rimaste tutte con grande entusiasmo! Come staff cerchiamo di offrire alle atlete il divertimento, come credo sia giusto per la loro giovane età, ma anche le nozioni fondamentali che occorrono per crescere veramente in questo sport: le ragazze hanno fin da subito risposto bene alle attività proposte e continuano a farlo. A livello personale, vi dico che ho vissuto da vicino l’ ingresso delle bambine in questo mondo: anch’io ho una figlia che gioca a calcio. Purtroppo non sempre le famiglie sono aperte a questa proposta e talvolta presentano delle opposizioni, per questo penso che le ragazze abbiano bisogno di una determinazione molto più forte di quella dei loro coetanei maschietti per iniziare a giocare.
- Sei stato allenatore dell’Under17 femminile in casa Empoli: che cosa porti alla Bellaria Cappuccini da quella esperienza?
Sicuramente ho da offrire le importanti conoscenze e competenze che ho appreso nel percorso con l’Empoli. Come dicevo, tante ragazze che ho adesso in squadra alla Bellaria hanno cominciato un percorso calcistico solo quest’anno, dunque devo cercare di valorizzarle e di farle crescere sotto ogni punto di vista, sfruttando le loro già spiccate volontà e determinazione. Personalmente sono entusiasta di questo progetto: la Bellaria mi ha anche permesso di rimettermi in gioco dopo i due anni all’Empoli e dopo aver interrotto nel dicembre scorso, per scelta volontaria, i rapporti da allenatore della prima squadra con la società del Monteserra. Per questa nuova opportunità non posso che ringraziare tutto il gruppo sportivo.
- Pare dunque che il progetto della Bellaria Cappuccini nel calcio femminile, iniziato a settembre, stia continuando con entusiasmo: a che punto siete e quali sono gli obiettivi per il futuro?
Siamo partiti con l’Under15 ad agosto, poi è nata la prima squadra, mentre a dicembre è stato aumentato un gruppo di Under12: a livello numerico abbiamo avuto grandi risposte. Per il futuro integreremo sicuramente un’altra squadra tra Under15 e prima squadra, forse Under17 o Juniores, per dare uno sbocco intermedio alle ragazze dell’Under15 prima del salto nella squadra maggiore: vogliamo infatti che il loro percorso di formazione si completi nel migliore dei modi. Il direttore sportivo sta lavorando per partire con il progetto già dal prossimo settembre.
- Pontedera non ha squadre di riferimento in Serie A, come Firenze pensando alla Fiorentina, però sta dando un grande contributo al calcio femminile: pensi sia un segnale importante per lo scenario futuro?
Sicuramente sì. Citiamo Firenze e la Fiorentina come squadra di riferimento nel campionato maggiore e questo è sicuramente vero, ma tolta questa realtà a livello regionale non ne restano molte di simile rilievo. Nel gruppo sportivo Bellaria abbiamo la fortuna di lavorare con il ds Marco Landi, figura di grande competenza che ha letteralmente costruito il vecchio Castelfranco poi approdato in Serie A, prima che subentrasse l’Empoli: avere Marco con noi è una grande risorsa e pensiamo in grande anche per il futuro, con un percorso formativo di spessore sia a livello di settore giovanile sia di prima squadra. Qui c’è tanta fame di calcio femminile!
- Parliamo adesso di indicazioni pratiche per le famiglie interessate al percorso del femminile presso la Bellaria Cappuccini: come fare per iniziare e a quali figure rivolgersi?
Consigliamo alle famiglie di presentarsi al nostro impianto e di chiedere del direttore sportivo Marco Landi o del direttore generale Giampaolo Pellegrini che indirizzeranno le ragazze nel gruppo squadra più idoneo alla loro età. L’importante è arrivare con l’atteggiamento giusto, la voglia di divertirsi ma anche di imparare nozioni importanti per seguire nel modo più costruttivo e produttivo possibile il percorso sportivo proposto.
INTERVISTA – GIULIA CICCIARELLI
- Giulia, cominciamo subito con la prima curiosità: oggi hai quasi 19 anni e giochi come centrocampista centrale nella prima squadra della Bellaria Cappuccini ma come ti sei avvicinata al mondo del calcio?
La passione mi accompagna fin da bambina, giocavo al campetto con gli amici già all’età di 6 anni però ho iniziato a praticare il calcio come attività solo più tardi, intorno agli 8-10 anni: la mia mamma era infatti molto scettica, lo riteneva uno sport per soli maschi. I miei esordi sono stati in una squadra maschile a Fucecchio, poi a 15 anni, grazie al ds Landi, ho colto l’opportunità di trasferirmi nella squadra femminile dell’Empoli. Allora ero l’unica ragazza nel calcio maschile: devo dire che all’inizio mi guardavano tutti in modo un po’strano però poi, con il passare del tempo e quando hanno capito che anch’io ero in grado di giocare, sono riuscita a costruire anche molte amicizie. Ovviamente avevo uno spogliatoio a parte, tutto per me!
- Il calcio femminile è indubbiamente cresciuto negli ultimi tempi, anche grazie a quelle ragazze che, come te, manifestano fin da giovanissime una grande passione per questo sport e alle società che investono seriamente nel progetto: cosa puoi dirci di questo progresso, che vivi dall’interno anche grazie alla Bellaria Cappuccini?
È vero il calcio femminile con gli anni sta letteralmente prendendo sempre più campo. Personalmente ne sono molto felice: non è infatti una prospettiva da sottovalutare, soprattutto in Italia. Nella mia esperienza le squadre femminili dove poter giocare sono sempre state molto lontane da casa mentre gli impianti della Bellaria sono a buona portata come distanza: potermi allenare a Pontedera rende l’organizzazione delle mie giornate molto più semplice, frequento infatti l’ultimo anno di liceo a Empoli. L’ambiente della Bellaria è inoltre stupendo e tutte le persone dello staff sono dolcissime: i dirigenti sono veramente alla mano e l’allenatore (Jacopo Bettarini ndr) ha creato fin da subito un rapporto di fiducia con noi ragazze, anche coinvolgendoci in momenti di confronto. La domenica, prima delle partite, ci ritroviamo tutte insieme nel punto ristoro dell’impianto per il pranzo che è sempre offerto dalla società: questa non è certo cosa da poco, soprattutto nel calcio femminile. Mi sono trovata bene fin da subito in casa Bellaria Cappuccini.
- Capiamo dunque dalle tue parole che l’intenzione è quella di proseguire nel percorso del calcio femminile: quali sono i tuoi obiettivi? E come pensi che sarà il futuro di questo sport: arriveremo mai a parlare semplicemente di calcio, senza la distinzione tra maschile-femminile?
Ho ricominciato a giocare da soli due anni, avevo infatti interrotto l’attività per un certo periodo: ma adesso la passione è tornata e spero ovviamente di poter crescere ancora in questo sport. Certamente mi auguro che la distinzione tra calcio maschile e femminile decada col passare del tempo. Sicuramente il modo di interpretare il gioco distanzierà per sempre i due mondi, le donne hanno per natura una costituzione fisica e una forza diverse rispetto a quelle degli uomini, ma a livello generale la netta distinzione va indubbiamente abbandonata: la professionalità richiesta agli atleti e alle atlete in questo mondo è infatti la stessa e, anzi, nelle ragazze si apprezza forse una passione molto più grande!
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La Bellaria Cappuccini continua dunque spedita nel suo progetto, con grandi obiettivi e aspettative per il futuro: la grande partita del gruppo sportivo pontederese nel calcio femminile…è appena cominciata!
Martina Crecchi – © Riproduzione Riservata.