Può essere effettuato in tutti gli ospedali dell’Asl l’intervento con cellule staminali per curare l’artrosi.
Può essere effettuato in tutti gli ospedali dell’Azienda USL Toscana nord ovest l’intervento al ginocchio con l’innesto di cellule staminali per rigenerare il tessuto cartilagineo, riparandolo dai danni dell’artrosi.
Lo evidenzia Giuseppe Lioci, direttore dell’unità operativa complessa Ortopedia e traumatologia Piombino-Elba e dal mese di agosto 2023 direttore anche dell’area aziendale Ortopedie e traumatologie afferente al dipartimento delle Specialità chirurgiche.
Il dottor Lioci da oltre 15 anni utilizza la tecnica delle cellule staminali mesenchimali (MSC) prelevate dal midollo osseo del paziente stesso, una metodica che oltre che all’ospedale “Villamarina” di Piombino è oggi disponibile anche nelle altre strutture ospedaliere del territorio aziendale.
“In ambito ortopedico – spiega Lioci – con i colleghi delle altre unità operative, stiamo portando avanti un importante lavoro di rete, che ci consente di garantire in maniera capillare, in ogni ospedale, le migliori tecnologie e le metodiche più moderne. Questo rafforzamento della rete ci consente di fornire risposte adeguate al cittadino in ogni realtà aziendale, con l’esecuzione dell’intervento direttamente nell’ospedale della zona in cui risiede la persona oppure, in via subordinata, con la presa in carico e l’invio nella struttura in cui la prestazione viene assicurata“.
“Nel caso specifico – evidenzia ancora il direttore dell’area ortopedica – si tratta di un piccolo intervento chirurgico, in anestesia locale e di breve durata, eventualmente ripetibile a distanza di almeno un anno, che mira a ridurre il dolore e a ripristinare la mobilità dell’arto. Le infiltrazioni di cellule staminali consentono di rigenerare il tessuto cartilagineo, in presenza di artrosi (patologia degenerativa delle articolazioni) in fase iniziale o intermedia, quando le altre terapie non abbiano avuto effetto e non sia ancora indicato l’impianto di protesi“.
Ma come si svolge l’intervento?
“Per prima cosa è necessario il prelievo delle cellule staminali, che viene eseguito in regime di ricovero con anestesia locale ed eventuale sedazione. Al paziente, in sala operatoria, viene prelevata dalla cresta iliaca una quantità di midollo osseo che viene poi centrifugata con appositi macchinari in modo da separarne le sue componenti. Una volta ottenuto il concentrato, viene infiltrato con una siringa all’interno dell’articolazione. L’invasività della metodica è quindi davvero limitata. Dopo l’intervento, il paziente viene riaccompagnato in stanza ed è in grado di camminare autonomamente“.
Quali sono i benefici per il paziente?
“Superata la prima fase infiammatoria che può generare minima dolorabilità all’arto e leggero gonfiore che regredisce nell’arco di 48 ore, il paziente inizia ad avvertire benefici in termini di riduzione del dolore e le cellule iniziano un processo rigenerativo che permette un miglioramento della mobilità articolare e può determinare un rallentamento del processo artrosico. Rispetto all’acido ialuronico, importante per la funzione lubrificante dell’articolazione per ridurre l’attrito dei tessuti, le cellule staminali una volta iniettate, senza quindi la necessità di sostituire la superficie cartilaginea, intervengono a rigenerare il tessuto distribuendosi sulla zona danneggiata, riparandola“.
“Nei pazienti con artrosi già conclamata chiaramente – precisa Lioci – non sono sufficienti a far regredire il processo stesso ma possono comunque migliorare la sintomatologia dolorosa”.
“E’ bene ricordare – conclude il direttore dell’area Ortopedie e traumatologie – che è sempre lo specialista a individuare i casi in cui utilizzare questa terapia, che non è ovviamente indicata per tutti i pazienti e non si può pensare certo di utilizzarla per qualsiasi problematica o dolore di un’articolazione. L’efficacia della metodica è comunque evidenziata già da molti studi, che confermano le proprietà anti-infiammatorie e riparatorie delle cellule staminali”.
Fonte: Usl Toscana nord ovest