PISA. Che aria si respira nelle città italiane e che rischi ci sono per la salute?
Di certo non tira una buona aria e con l’autunno alle porte, il problema dell’inquinamento atmosferico e dell’allarme smog rimangono un tema centrale da affrontare. A dimostrarlo sono i nuovi dati raccolti da Legambiente nel report Mal’aria edizione speciale nel quale l’associazione Legambiente ha stilato una “pagella” sulla qualità dell’aria di 97 città italiane sulla base degli ultimi 5 anni – dal 2014 al 2018 – confrontando le concentrazioni medie annue delle polveri sottili (Pm10, Pm2,5) e del biossido di azoto (NO2) con i rispettivi limiti medi annui suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Il quadro che emerge dal confronto è preoccupante: solo il 15% delle città analizzate ha la sufficienza contro l’85% sotto la sufficienza. I voti mostrano infatti generali insufficienze, per lo più gravi, che sintetizzano la situazione della qualità dell’aria nelle nostre città capoluogo rispetto alle severe indicazioni sanitarie dell’OMS. “Pur sapendo che le prescrizioni previste dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sono più severe di quelle sancite dal Decreto Legislativo 155/2010 che applica e declina la Direttiva Europea sulle emissioni in atmosfera, il quadro che emerge dalle statistiche dell’ultimo quinquennio rilevato è anche per la nostra regione mediocre” – dichiarano Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana e Michele Urbano responsabile del settore Aria di Legambiente Toscana. Per questo con Mal’aria edizione speciale Legambiente chiede anche al Governo e alle Regioni più coraggio e impegno sul fronte delle politiche e delle misure da mettere in campo per avere dei risultati di medio e lungo periodo. Su www.legambiente.it è possibile scaricare il report integrale.
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