PECCIOLI. È arrivato a Peccioli il 5 maggio, direttamente dalla König Galerie di Berlino, e ha già preso il suo posto all’interno del Palazzo senza Tempo.
Storica struttura ex Gaslini oggetto di un restyling da 5,8 milioni di euro finanziato da amministrazione comunale e Belvedere Spa. L’opera è firmata dall’artista danese, di fama internazionale, Jeppe Hein. Al momento la struttura circolare è ancora coperta e “impacchettata”, ma sarà il punto focale tra l’ingresso del palazzo al civico 11 di via Carraia e l’affaccio all’esterno sulla terrazza sospesa progettata dall’archistar Mario Cucinella.
Mentre i lavori al Palazzo senza Tempo, dunque, proseguono, l’amministrazione comunale vuole rafforzare il suo ruolo di capitale italiana dell’arte contemporanea. E avere, a pochi giorni (22 maggio) dall’inaugurazione della mostra internazionale di architettura di Venezia della quale sarà protagonista con un suo laboratorio, all’interno della struttura polifunzionale un’opera di un artista che vanta esposizioni dal Moma di New York al Tate Modern di Londra passando per il centro Pompidou di Parigi (solo per citarne alcuni) è un motivo di vanto e orgoglio.
Il Palazzo senza Tempo, uno spazio da 2800 metri quadrati, di cui 2400 recuperati dal vecchio edificio, sarà, una volta completato e inaugurato, non solo un elemento architettonico di avanguardia, perfettamente in linea con la presenza di Peccioli alla Biennale di Venezia che proseguirà fino al prossimo 21 novembre. Ma farà da cornice ideale a una serie di opere, come quella di Jeppe Hein, che sarà svelata nelle prossime settimane. Un modo ideale per coniugare al meglio arte e architettura contemporanea.
Un percorso simile a quello intrapreso a Ghizzano, trasformato in un museo a cielo aperto e frutto della collaborazione tra Comune di Peccioli, Fondazione Peccioli per l’Arte e Belvedere Spa. Con il Palazzo senza Tempo il rapporto tra arte e comunità sale a un livello ancora più alto. Un bene di nuovo accessibile e aperto ai cittadini ma che punta a trasformarsi in luogo simbolo e anche volano dell’economia, connesso principalmente al turismo straniero che punta non solo su natura ed enogastronomia ma anche sulla cultura. Un edificio con un affaccio mozzafiato sulle colline e sull’anfiteatro Fonte Mazzola. Un edificio, però, che diventa esso stesso simbolo d’arte. Con la sua terrazza, certo, ma anche con il murales, anche questo in via di completamento, curato dal pittore e scultore francese Daniel Buren. Un edificio, infine, scrigno di tesori, come l’opera, per ora ancora misteriosa, di Jeppe Hein.