Il valore totale stimato delle merci, provenienti da India e Cina, è di 45.000 euro.
I funzionari del Reparto Controlli allo Sdoganamento dell’Ufficio delle Dogane di Livorno hanno intercettato e sequestrato 2.500 articoli di arredamento che avrebbero potuto indurre i consumatori finali a ritenere una erronea origine italiana dei medesimi.
L’operazione è scattata a seguito di due verifiche di merce, stivata in due container giunti al porto labronico, provenienti rispettivamente dalla Cina e dall’India.Le merci, destinate alla medesima azienda toscana, consistevano in svariate tipologie di oggetti di arredamento, per un valore totale di circa 45.000 euro, che riportavano etichette sulle quali era impresso il nome del marchio della società importatrice associato alla bandiera tricolore italiana, senza alcuna indicazione della effettiva origine del paese di produzione.
In un primo momento, infatti, durante i controlli documentali e le analisi su banche dati in uso all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, avevano suscitato i primi sospetti nei funzionari sia un analogo precedente che, alcuni anni addietro, aveva coinvolto la medesima azienda presso un’altra dogana italiana, sia il portale di vendita on line, anch’esso risultato sprovvisto delle necessarie informazioni al consumatore in materia di origine dei prodotti.
Una volta accertate le violazioni, i funzionari hanno proceduto al sequestro amministrativo delle intere partite, inviando gli atti alla locale Camera di Commercio, autorità competente con la quale l’Ufficio delle Dogane di Livorno opera in stretta sinergia. La Camera di Commercio, con apposita ordinanza, ha quindi disposto la regolarizzazione delle etichettature che, per i casi di specie, devono inequivocabilmente indicare al consumatore la reale origine della merce o, in alternativa, l’indicazione che chiarisca la natura di prodotti importati.
Al contempo, di comune accordo con l’Ufficio delle Dogane di Livorno, ha richiesto all’importatore di inserire le necessarie indicazioni di origine anche sul sito di vendita, così da poter procedere, dopo la messa a norma del medesimo, al dissequestro della merce. Nei confronti della società sono state irrogate sanzioni pari a 30.000 euro, sulla base di quanto disposto dalla legge 350/2003 a tutela del “Made in Italy”.
E proprio il Made in Italy è stato oggetto di un convegno tenutosi questa mattina a Firenze presso la sede della Fondazione CR, organizzato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Toscana e Umbria, da Confindustria Toscana e da ASSO.To.S.C.A. – Confetra Firenze.