La mostra itinerante fa tappa nel cuore caldo della Toscana per valorizzare l’operazione artistica ed il messaggio sociale degli scatti, ma anche per confermare il concetto di questa terra geotermica quale luogo di sperimentazione nonché per sottolineare il suo legame con la figura di Giovanni Michelucci.
LARDERELLO. Venerdì 6 maggio, alle ore 17:30, pressi gli spazi Enel Green Power del Centro visitatori, antistante il Museo della Geotermia a Larderello, verrà inaugurata la mostra #vistidadentro, allestita grazie al supporto dell’associazione Spazio Libero – gruppo di volontari del carcere di Volterra e Società di Mutuo Soccorso PA – odv di Montecerboli.
La rassegna, che resterà aperta fino al 6 giugno 2022 dal giovedì alla domenica dalle 9:30 alle 18:00, si propone al pubblico attraverso la sperimentazione di un format itinerante. Le opere in mostra sono gli esiti dei lavori realizzati alla fine del primo corso di fotografia organizzato dall’Associazione Spazio Libero all’interno della Casa di reclusione di Volterra, esposti in anteprima nel maschio della Fortezza Medicea di Volterra dal 30 ottobre al 1° novembre 2021.
L’obiettivo della mostra itinerante è trasmettere, nella semplicità dei mezzi, sia il valore dell’operazione artistica nel suo complesso sia il messaggio sociale racchiuso in ogni scatto. Il nuovo format espositivo e il progetto culturale, a cura di Giada Cerri, conserva il messaggio originario della mostra curata da Mauro Fanfani, appassionato di fotografia e docente del corso, insieme a Mirella Venturi e in collaborazione con gli studenti. L’idea generale dell’allestimento è che tutte le foto rappresentino la persona all’interno di una comunità. Ogni scatto è un punto di vista, l’interpretazione del singolo che partecipa ad un progetto comune. Questo si traduce in totem che entrano in relazione con il pubblico durante la visita. Nella tradizione espositiva vi sono riferimenti eccelsi in cui la struttura auto-portante è il tema caratterizzante dell’allestimento.
É il caso di alcuni lavori di Franco Albini, di Lina Bo Bardi e di Carlo Scarpa. Nel caso della mostra, la ricerca di coerenza con l’iniziativa originale ha condotto verso l’uso di materiali di recupero, dal costo contenuto, facilmente reperibili o riutilizzabili. La mostra è la sperimentazione di un progetto articolato, ripetibile e itinerante. Ciò implica un ragionamento relativo all’allestimento che è disgiunto dal luogo fisico da cui ha origine il progetto.
La tappa a Larderello non è casuale, perché si tratta di un luogo che ha un legame importante con il tema della sperimentazione, a partire dalla geotermia e non solo. Sperimentare è un aspetto che rientra nel bagaglio culturale di questa terra dal cuore caldo. Altro elemento che collega il progetto al sito espositivo è la figura di Giovanni Michelucci: a Larderello l’architetto è conosciuto per essere colui che ha determinato la forma urbana del villaggio nel secondo dopoguerra, ma Michelucci è stata anche una figura particolarmente attenta e sensibile alle questioni legate agli ultimi e alle carceri. L’eredità di questo lavoro è presa in carico dalla Fondazione Giovanni Michelucci di Firenze che ha fatto di questo filone di ricerca uno degli aspetti preponderanti della propria missione. La Fondazione collabora al progetto insieme alla Casa di reclusione di Volterra, che ha acconsentito allo sviluppo dell’operazione, al Comune di Pomarance e alla Pro loco Valle del diavolo. La mostra ha il patrocinio del Comune di Volterra e di Cesvot. I partner tecnici sono Geomecc Services, Ciclat Valdicecina e Idealcoop. Enel Green Power, fortemente impegnata per lo sviluppo sostenibile anche attraverso la valorizzazione di iniziative dall’alto contenuto culturale e sociale, ha gentilmente concesso e adeguato gli spazi museali del centro visitatori.