CAPANNOLI. Come tantissimi teatri italiani ieri sera, 22 febbraio, anche il Teatro Comunale di Capannoli si è illuminato.
Questo quanto scrive la pagina Facebook del Teatro Capannoli e che lo stesso comune va riportando:
Facciamo un passo indietro: il 28 Febbraio dello scorso anno abbiamo staccato gli ultimi biglietti per uno spettacolo della nostra Stagione ufficiale, dopodiché abbiamo deciso di fermarci subito per senso di responsabilità, per spirito di collaborazione e ingenuamente fiduciosi che la situazione si sarebbe presto risolta…
In seguito, come tutti, abbiamo dovuto prendere atto che il problema era più complicato, poi sempre più complicato…ma non ci siamo lasciati abbattere, anzi il nostro gruppo di lavoro si è ancora più coeso e strutturato e abbiamo lavorato per trovare le soluzioni per tener duro, resistere e non chiudere…ci siamo attrezzati, anche al di là delle norme indicate dai DPCM, abbiamo messo tanta attenzione e volontà per essere parte della soluzione e non del problema, siamo riusciti a portare avanti parte della attività didattica e ci siamo confrontati con altri modi professionali per continuare la nostra indagine nel mondo dell’Arte (niente direttine Facebook modello selfie “come sono bello, come sono bravo”, quelle proprio NO) e abbiamo cercato di far capire al pubblico, alle istituzioni e a noi stessi che eravamo vivi…
Ciò nonostante, qualcosa ancora ci sfugge: perché i teatri sono chiusi dato che sono tra i pochi posti in grado di garantire un alto livello di sicurezza? Perché i teatri (come i music club e altri luoghi di Cultura) sono chiusi se sono un asse strategico per l’economia italiana (fino al 2019, insieme all’indotto diretto, il 16% del PIL)?
Perché un artista non deve essere considerato un lavoratore a tutti gli effetti quando spesso e volentieri, quasi sempre, è un lavoratore con un bagaglio multidisciplinare difficilmente riscontrabile in altre dignitosissime professioni e mestieri?
Ancora, purtroppo, non abbiamo sentito una risposta vera a queste domande e nel frattempo la situazione si fa sempre più grave. Nè da sinistra, nè da destra sono arrivate risposte e azioni davvero convincenti alle questioni di cui sopra, perciò noi continueremo a farci sentire e a protestare.
Il Governo Conte-bis ha provato a fare qualcosa ma ancora in modo troppo disordinato e non esaustivo e quasi sempre toccando solo parzialmente i problemi del settore e di conseguenza a discapito di larga parte dello stesso. Vedremo cosa succederà adesso…
Certamente tante regole del settore hanno bisogno di essere proprio ripensate da zero e noi ci siamo anche fatti promotori di un documento (“10”) che pare sia arrivato molto vicino alla stanza dei bottoni.
In definitiva non chiediamo ristori su ristori (di fatto abbiamo ricevuto in un anno 2mila €), non sono quelli la soluzione, certamente un aiuto a breve termine e a scadenza sicura ma niente di più…
Chiediamo semplicemente di poter lavorare…
Dal momento che siamo luoghi più sicuri di un supermercato, di un autobus, di un parrucchiere, di una chiesa, di un ufficio postale di uno spogliatoio di una squadra di calcio…dovrebbe essere scontato darci una risposta non in politichese…
Poi non parliamo di quanto la società tutta abbia bisogno di Arte…ci stiamo abbrutendo e purtroppo si vede…