Lavoro: rallenta a settembre la domanda di lavoro. Alto il ricorso ai contratti a termine. Ancora difficile reperire il personale necessario.
Sono più di 7 mila i lavoratori che le imprese delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa hanno programmato di assumere nel mese di settembre 2023. Si tratta di una flessione di circa il 3% rispetto al medesimo periodo del 2022. A scendere è soprattutto la domanda nell’industria e nei servizi mentre, con una stagione estiva che si avvia alla conclusione, resta stabile la richiesta di personale nel turismo (alloggio e ristorazione).
Continua invece ad essere rilevante la domanda nelle costruzioni grazie al ruolo propulsivo degli incentivi fiscali e, secondo i dati della Regione Toscana, l’attivazione di buona parte dei cantieri del PNRR nelle tre province. Nonostante il rallentamento della domanda la difficoltà di reperire il personale ricercato si avvicina a 6 posizioni offerte su 10.
L’analisi delle forme contrattuali offerte dalle imprese restituisce un quadro che evidenzia come la principale “porta d’ingresso” in azienda sia rappresentata dal tempo determinato – forma prevalentemente utlizzata nel turismo e nei servizi alle persone – seguita dal tempo indeterminato e dai contratti di somministrazione che risultano relativamente più elevati in alcune realtà. Se è vero che la richiesta di maggiore flessibilità contrattuale permette alle aziende di adattarsi alle mutevoli esigenze del mercato è altresì vero che la rotazione frequente del personale necessita di un maggior sforzo di pianificazione per coprire le posizioni vacanti. A dirlo è il Sistema informativo Excelsior: un’indagine nazionale che fornisce dati su base provinciale realizzata da Unioncamere in collaborazione con ANPAL ed elaborati dalla Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest e dall’Istituto Studi e Ricerche – ISR.
“Il rallentamento dell’economia – afferma Valter Tamburini, Presidente della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest – inizia a mettere in allerta le imprese frenando, di conseguenza, la loro domanda di lavoro in un quadro che continua a segnalare forti criticità nel trovare personale da assumere. Per ridurre il gap tra domanda e offerta di lavoro, come Camera continuiamo a lavorare per attuare strategie che promuovano l’incontro domanda-offerta di lavoro. Insieme alla Fondazione ISI e Lucense, parteciperemo nei prossimi giorni al Salone dello Studente che quest’anno si svolge a Carrara Fiere per guidare giovani e famiglie nelle decisioni riguardo agli studi e alle carriere, tenendo conto delle esigenze del nostro sistema produttivo. Inoltre, stiamo ultimando una serie di pubblicazioni che forniranno utili informazioni ai ragazzi che si apprestano a lasciare la scuola media, per affrontare con conoscenza il loro percorso di studio“.
Di seguito i dati relativi alle province di Pisa, Lucca e Massa-Carrara.
LA DOMANDA DI LAVORO IN PROVINCIA DI PISA A SETTEMBRE 2023
Arretra a settembre la domanda di lavoro delle imprese pisane con dipendenti, segnando un -5% (-170 unità) rispetto a settembre 2022, per un totale di 3.250 entrate in programma nel mese. Dopo un avvio della stagione estiva favorevole, a settembre trovano quindi conferma le difficoltà già evidenziate nel mese di agosto.
Continua ad ampliarsi il divario tra domanda e offerta di lavoro: le difficoltà nel reperimento dei profili richiesti da parte delle aziende pisane arrivano a interessare il 59% delle posizioni lavorative offerte, sette punti percentuali in più rispetto a settembre 2022. Tra le motivazioni espresse dalle imprese la principale resta la mancanza di candidati (40%), cresciuta di otto punti percentuali in un anno, seguita dalla preparazione inadeguata degli stessi (15%) scesa invece di due punti.
Ancora positive le costruzioni, in calo i servizi
A settembre la domanda di lavoro del comparto industriale pisano tiene nel suo complesso (+1%; +10 unità), arrivando a domandare 1.300 posizioni lavorative. Resta dinamica la domanda di lavoratori delle costruzioni (+14%; +50 unità), arrivata a 420 unità nel mese, grazie alla spinta che proviene ancora dagli interventi fiscalmente agevolati così come dai cantieri attivati dal PNRR/PNC. In provincia di Pisa, secondo i dati di Regione Toscana, al 30 giugno 2023 il 90,4% dei progetti PNRR/PNC relativi a lavori pubblici finanziati è stato avviato (almeno in fase di progettazione).
All’opposto, la domanda dell’industria manifatturiera si riduce del -4%, per 40 unità in meno rispetto a un anno fa, attestandosi a 880 ingressi nel mese.
Nel terziario, che si conferma il principale comparto per domanda di lavoro con 1.950 entrate programmate nel mese, prosegue la tendenza negativa già rilevata ad agosto segnando un calo del -8% nella richiesta di lavoratori, per 170 unità in meno rispetto allo scorso settembre. All’interno del comparto, tutti i settori mostrano valori in contrazione: il commercio (-9%; -30 unità), il turismo (-5%; -20 unità), i servizi alle imprese (-9%; -70) e i servizi alle persone (-10%; -60 unità).
Un contratto su due è a tempo determinato ma forte il ricorso alla somministrazione
Le assunzioni programmate dalle imprese pisane a settembre vedono il ricorso a forme contrattuali stabili per il 25% dei casi, un valore superiore di due punti percentuali rispetto a un anno fa e in netto aumento rispetto ai mesi estivi, quando prevale il ricorso a contratti a termine da parte delle attività stagionali.
L’offerta di contratti a tempo indeterminato è risultata più elevata anche nel primo trimestre dell’anno, mentre a partire da aprile è sembrata risentire dei primi segnali di rallentamento dell’attività economica e della maggiore richiesta di posizioni lavorative stagionali con contratti a termine.
Il recente D.L. 48/2023 “Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro” amplia peraltro l’utilizzo dei contratti a termine semplificando il ricorso a forme contrattuali maggiormente flessibili.
Nello specifico, a settembre le imprese pisane offrono contratti a tempo indeterminato al 19% dei lavoratori in entrata, un valore in crescita di due punti percentuali rispetto a un anno fa e alla media dei primi nove mesi dell’anno (17%). Sono invece il 6% del totale le entrate programmate in apprendistato, in linea con i periodi precedenti.
Il 75% delle assunzioni previste dalle imprese pisane a settembre fa riferimento a tipologie contrattuali non stabili, un valore inferiore alla media del periodo estivo (80% tra maggio e agosto) quando ne viene fatto il maggior ricorso. Nello specifico, il 47% delle entrate sarà con contratto a tempo determinato, un valore in crescita di quattro punti percentuali rispetto all’anno precedente, mentre il 21% avverrà con contratti di somministrazione e il 7% con altre tipologie.
Nel manifatturiero e nei servizi alle imprese il maggior ricorso alla somministrazione
La quota più rilevante di assunzioni previste dalle imprese pisane è riconducibile a forme contrattuali di lavoro dipendente (74%), con i livelli più elevati previsti dalle costruzioni (91%) e dal turismo (96%). La richiesta di lavoratori in somministrazione vede punte del 30% nel manifatturiero e del 34% nei servizi alle imprese.
Delle assunzioni di personale dipendente programmate a settembre dal comparto manifatturiero, pari al 69% del totale, il 25% è a tempo indeterminato, il 36% a tempo determinato e l’8% in apprendistato. Molto elevato il ricorso a lavoratori in somministrazione da parte delle imprese locali del comparto, pari al 30% del totale, un valore comunque in linea con l’anno precedente.
Nelle costruzioni i contratti proposti a tempo indeterminato raggiungono il 24% delle entrate in programma, mentre quelli a termine a il 57% e in apprendistato il 10%. Il ricorso a lavoratori in somministrazione si ferma invece al 7%.
Il settore del commercio programma assunzioni di personale dipendente in otto casi su dieci: con contratto a tempo indeterminato per il 25% delle posizioni cercate, a termine per il 49% e in apprendistato per il 7%. L’utilizzo di contratti non alle dipendenze raggiunge il 18%, con la somministrazione al 12%.
Le assunzioni alle dipendenze raggiungono la quasi totalità (96%) nel settore del turismo, dove l’offerta di contratti a tempo determinato arriva al 66% del totale, il valore più elevato fra i settori provinciali, mentre quella a tempo indeterminato si ferma al 16% e in apprendistato al 7%.
Nei servizi alle imprese, a fronte di una quota di assunzioni alle dipendenze pari al 59%, il valore più basso tra i comparti provinciali, l’offerta di contratti in somministrazione risulta particolarmente elevata e pari al 34%, un valore in linea con l’anno precedente. I contratti a tempo indeterminato sono il 15% del totale mentre quelli a termine arrivano al 39%.
I servizi alle persone programmano di assumere personale dipendente in sette casi su dieci: se il ricorso ai contratti a tempo indeterminato risulta il più basso tra i settori, fermandosi ad appena il 9% del totale, le opportunità a tempo determinato salgono al 57%. Tra gli ingressi non alle dipendenze le imprese programmano di inserire in azienda lavoratori in somministrazione per 16% delle assunzioni e collaboratori e altri lavoratori non alle dipendenze per il 13%.
LA DOMANDA DI LAVORO IN PROVINCIA DI LUCCA A SETTEMBRE 2023
La domanda di lavoratori delle imprese lucchesi a settembre raggiunge quota 2.680 unità, in lieve decremento (-4%, -100 unità) rispetto allo stesso mese dello scorso anno, quando queste erano invece cresciute, rispetto al 2021, di circa 10 unità.
Resta ancora molto elevato il mismatch tra domanda e offerta: le imprese della provincia di Lucca dichiarano infatti difficoltà nel reperimento dei lavoratori per il 56% delle posizioni aperte, un valore superiore di 7 punti percentuali rispetto al settembre 2022. Tra i motivi dichiarati dalle imprese il più rilevante è la mancanza di candidati (37%), salita di quattro punti percentuali rispetto a dodici mesi fa, seguita dalla preparazione inadeguata degli stessi (14%, un punto percentuale in più di settembre 2022).
Cresce ancora la richiesta nelle costruzioni, stabile il turismo
Delle 2.680 assunzioni programmate a settembre dalle imprese lucchesi, il 38% (1.020) sono nell’industria, mentre il restante 62% (1.660 unità) nei comparti dei servizi.
La domanda di lavoro delle imprese industriali cresce grazie esclusivamente alle costruzioni (+6%; +20 unità), a conferma del perdurare degli effetti dovuti agli interventi edilizi agevolati e della partenza dei lavori finanziati dal PNRR/PNC. In provincia di Lucca, secondo i dati di Regione Toscana, al 30 giugno 2023 l’85,3% dei progetti PNRR/PNC relativi a lavori pubblici finanziati è stato avviato (almeno in fase di progettazione).
Per l’industria manifatturiera le assunzioni programmate dalle imprese mostrano invece una diminuzione del -4% (-30 unità), andando a scontare i primi effetti della frenata dell’economia europea che si è estesa ormai anche all’Italia.
Dinamica negativa invece per le imprese dei servizi (-5%; -90 unità rispetto a un anno fa) con i soli servizi di alloggio e ristorazione che, a fronte di una domanda ancora vivace nel periodo di settembre, confermano la richiesta di lavoratori dell’anno precedente.
Gli altri comparti del terziario presentano invece una diminuzione della domanda di lavoro: il commercio scende di 20 unità (-6%), i servizi alle imprese diminuiscono la richiesta di lavoratori del -2% (-10 unità), mentre le assunzioni programmate dai servizi alle persone calano di circa 50 unità rispetto all’anno precedente (-12%).
In lieve crescita la quota di rapporti stabili
A settembre le assunzioni programmate dalle aziende lucchesi vedono il ricorso a contratti stabili (tempo indeterminato e apprendistato) nel 28% dei casi, un valore superiore di due punti percentuali rispetto al 2022 e che sale anche nel raffronto con i mesi precedenti, in cui la stagione estiva presenta un maggior ricorso a lavoratori stagionali in comparti quali il turistico-ricettivo. Nella media dei primi nove mesi dell’anno le assunzioni stabili si attestano al 22% del totale, con i mesi di gennaio e settembre che registrano i valori più elevati, pari rispettivamente al 32% e al 28%.
Nel dettaglio, a settembre le imprese lucchesi hanno previsto di assumere con contratti a tempo indeterminato nel 21% dei casi, un valore più elevato rispetto alla media gennaio-settembre pari al 15%, mentre il ricorso all’apprendistato si ferma al 7%.
Il recente D.L. 48/2023 “Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro” amplia peraltro l’utilizzo dei contratti a termine semplificando il ricorso a forme contrattuali maggiormente flessibili.
Nelle previsioni delle imprese il 72% delle assunzioni sarà con tipologie contrattuali non stabili, un valore inferiore al 78% medio dei primi nove mesi dell’anno e influenzato dalla stagione estiva durante la quale la quota di tali contratti arriva a superare anche l’80% del
totale. In particolare, nel 55% dei casi saranno proposti contratti a tempo determinato, nell’8% contratti di somministrazione e nel 9% altre tipologie contrattuali.
Contratti a termine soprattutto nel turismo e nei servizi alle persone.
L’86% delle assunzioni previste a settembre dalle imprese lucchesi è riconducibile a personale dipendente, con i livelli più elevati nelle costruzioni (94%) e nel turismo (96%) dove raggiunge la quasi totalità. La richiesta di lavoratori in somministrazione (8%) vede invece il maggior ricorso da parte dei servizi alle imprese e dell’industria manifatturiera.
Nel manifatturiero le assunzioni di personale dipendente arrivano all’86% del totale, con il 21% con contratti a tempo indeterminato, il 51% a tempo determinato e il 12% in apprendistato. Nell’industria manifatturiera lucchese è significativo anche il ricorso a lavoratori in somministrazione che raggiunge l’11%.
Nelle costruzioni la quasi totalità delle entrate nel mese sono previste alle dipendenze (94% del totale), con i contratti a tempo indeterminato che raggiungono il 27%, quelli a termine che arrivano al 59% del totale, mentre l’apprendistato si ferma all’8%.
Nel commercio le imprese lucchesi programmano assunzioni di lavoratori alle dipendenze nell’85% dei casi, in particolare a tempo indeterminato il 20%, a termine il 55% e in apprendistato l’8%. Una quota significativa delle entrate interessa anche lavoratori in somministrazione (7%) o con altre forme contrattuali non alle dipendenze (8%).
Nel turismo l’offerta contrattuale è con contratti alle dipendenze per la quasi totalità delle entrate (96%): due terzi (64%) con contratti a tempo determinato, il 20% a tempo indeterminato, il 5% in apprendistato e il 7% con altri contratti.
Le attività dei servizi alle imprese presentano la richiesta di personale alle dipendenze meno elevata, pari al 74% del totale, con un livello di incidenza del 21% per le assunzioni a tempo indeterminato, mentre i contratti a termine arrivano al 45% del totale e quelli di apprendistato al 5%. Nel mese risulta significativo il ricorso delle imprese lucchesi ai lavoratori somministrati, pari al 18% del totale (17% a settembre 2022).
I servizi alle persone domandano a settembre l’82% di lavoratori alle dipendenze, con un basso livello di contratti a tempo indeterminato (17%) ma il valore più elevato tra i settori per quelli a tempo determinato (62%). Da rilevare una quota di assunzioni con contratto di collaborazione o altri non alle dipendenze pari al 14% del totale.
LA DOMANDA DI LAVORO IN PROVINCIA DI MASSA-CARRARA A SETTEMBRE 2023
Prosegue anche a settembre la crescita della domanda di lavoro delle imprese di Massa-Carrara: con un aumento del +3% (in valore assoluto circa 30 unità in più rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) il totale si attesta a quota 1.150.
Resta comunque rilevante, come nei mesi precedenti, il mismatch domanda-offerta: a settembre le imprese apuane prevedono difficoltà nel reperimento dei profili desiderati nel 56% dei casi, un valore superiore di 8 punti rispetto a quanto segnato a settembre 2022. Su questo risultato pesa soprattutto la mancanza di candidati, che si attesta al 34%, due punti percentuali in più rispetto all’anno precedente, seguita dalla preparazione inadeguata degli stessi indicata per il 15% degli ingressi.
Crescono ancora le assunzioni nelle costruzioni e nel turismo
Delle 1.150 entrate programmate per settembre il 55% (630 unità) riguarda i servizi, mentre il 45% (520 unità) l’industria.
All’interno del comparto industriale, la richiesta di lavoratori dell’industria manifatturiera si attesta sullo stesso livello di un anno fa, con circa 340 entrate in programma nel mese. Prosegue invece la crescita delle assunzioni programmate dalle imprese delle costruzioni, seguendo un trend in atto ormai da parecchi mesi, con un +6% a settembre (dieci unità in più) per un totale di 170 entrate mensili.
La perdurante richiesta di lavoro nel settore edile è attribuibile sia al completamento delle attività agevolate dai bonus fiscali, sia della partenza dei lavori finanziati dal PNRR/PNC. In provincia di Massa-Carrara, secondo i dati di Regione Toscana, al 30 giugno 2023 l’80% dei progetti PNRR/PNC relativi a lavori pubblici finanziati è stato avviato (almeno in fase di progettazione).
In aumento, ma con valori più contenuti, le opportunità di lavoro nei servizi, cresciute del 2% rispetto a un anno fa. All’interno del comparto, i servizi di alloggio e ristorazione mostrano un incremento del +8% (circa 10 assunzioni in più rispetto a un anno fa) per un totale di 140 entrate programmate, il 12% del totale provinciale. Cresce anche la domanda dei servizi alle persone (+6%; +10 unità) per 170 entrate in programma.
Resta invece stabile la domanda di lavoro del commercio, con circa 140 assunzioni previste, e dei servizi alle imprese con 190 entrate (il 17% del totale provinciale).
Contratti a termine soprattutto nell’industria
Le assunzioni programmate dalle aziende apuane a settembre evidenziano il ricorso a contratti stabili (a tempo indeterminato o in apprendistato) nel 27% dei casi, un valore superiore di 3 punti a quello dell’anno precedente e che si ferma invece al 25% nella media gennaio-settembre 2023, per i valori inferiori rilevati nel periodo estivo quando la stagionalità turistica indirizza le scelte contrattuali delle attività turistico-ricettive maggiormente verso forme a termine. Il recente D.L. 48/2023 “Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro”, tra l’altro, amplia peraltro l’utilizzo dei contratti a termine semplificando il ricorso a forme contrattuali maggiormente flessibili.
A settembre le imprese apuane prevedono di assumere personale con contratto a tempo indeterminato nel 21% dei casi, un valore in aumento di due punti percentuali rispetto a un anno fa e sopra la media gennaio-settembre 2023 che si ferma al 18%. L’offerta di posizioni lavorative in apprendistato arriva invece al 6% del totale mensile.
Le entrate programmate con contratti non stabili raggiungono il 73% del totale, due punti percentuali sotto la media dei primi nove mesi dell’anno. I mesi estivi, caratterizzati da una forte stagionalità turistica, hanno visto tali tipologie di contratti sfiorare l’80% del totale. Nel 61% dei casi si tratta di contratti a tempo determinato.
Scarso il ricorso ai contratti di somministrazione
La quasi totalità delle assunzioni programmate dalle aziende è riferibile a personale dipendente (92%), con il comparto delle costruzioni che offre contratti alle dipendenze per la quasi totalità delle posizioni aperte. Meno frequente il ricorso a collaborazioni e altri contratti non alle dipendenze (5%) e al lavoro in somministrazione (4%), che vede un più elevato ricorso da parte delle imprese dei servizi alle persone e del turismo.
Nel manifatturiero il 93% delle assunzioni in programma sarà con contratti alle dipendenze, mentre il 4% è previsto in somministrazione. Per due entrate su tre viene offerto un contratto a tempo determinato (66%), per il 22% a tempo indeterminato e solo per il 5% in apprendistato.
Nel comparto delle costruzioni le entrate sono previste quasi esclusivamente con contratti di lavoro dipendente (98% del totale): l’utilizzo del tempo determinato arriva al 73%, il valore più elevato tra i settori, mentre le entrate a tempo indeterminato si fermano al 18% e l’apprendistato al 6%.
Nel commercio le assunzioni di personale alle dipendenze raggiungono il 93% e segnano la quota più elevata di entrate a tempo indeterminato tra i settori con il 32% del totale, mentre per le assunzioni a tempo determinato si registra la quota più bassa (47%). Significativo il ricorso all’apprendistato che arriva al 14%, il più elevato tra i comparti.
Nel turismo, dove incidono molto le dinamiche stagionali, le imprese offrono contratti di lavoro dipendente per il 92% delle posizioni richieste: quelli a tempo determinato raggiungono il 59% del totale, mentre per l’indeterminato la richiesta si ferma al 17% del totale e per l’apprendistato al 7%. La richiesta di lavoratori in somministrazione si attesta al 7%.
Le assunzioni di personale dipendente programmate dai servizi alle imprese vedono invece un’offerta di contratti a tempo indeterminato per il 21% delle posizioni lavorative aperte, mentre quelli a tempo determinato arrivano al 57% e l’apprendistato al 5%.
La quota più bassa di assunzioni alle dipendenze si rileva nei servizi alle persone che si fermano all’82%, cui si affianca una quota significativa di entrate in somministrazione (9%) e con altri contratti non alle dipendenze (10%). L’offerta di contratti a tempo indeterminato arriva al 20% del totale, mentre quella a tempo determinato al 55%.