I dati emersi dall’ultimo studio.
PISA. L’inflazione fa crollare il potere d’acquisto nel territorio pisano. I dati emergono dall’ultimo studio della CGIA di Mestre, che prevede una perdita netta complessiva di un miliardo e 130 milioni di euro per le famiglie della provincia di Pisa nel biennio 2022-2023, con un impatto negativo di 6.148 euro per ciascun nucleo familiare. Nel frattempo continuanano a diminuire i prestiti bancari alle piccole e medie imprese, per intenderci quelle con meno di 20 addetti: a Pisa e provincia si registrano impieghi inferiori per 48 milioni di euro (-5% rispetto al 2021).
“Numeri che destano preoccupazione e che avranno inevitabilmente riflessi e ripercussioni sui consumi” l’amaro commento del presidente di Confcommercio Provincia di Pisa Stefano Maestri Accesi. “Un altro boccone duro da digerire per imprese e famiglie, i consumi sono la benzina dell’economia, che dopo lo shock della doppia crisi pandemica ed energetica non può assolutamente permettersi un nuovo arresto. Preoccupa anche la costante diminuzione dei prestiti, che acuirà ulteriormente la persistente difficolta dell’accesso al credito per le piccole e medie imprese: aziende spesso a carattere familiare che per portare avanti la propria attività hanno necessariamente bisogno di liquidità”.
Il dato sull’inflazione della provincia di Pisa è di poco inferiore alla media regionale che stima 6.311 euro in meno per ogni famiglia toscana, mentre quella nazionale prevede una perdita di 6.338 euro in meno a famiglia. Al contrario, Pisa è tra le province che più hanno accusato il calo degli impieghi alle pmi, che per l’intera Toscana risultano inferiori per 544,5 milioni, tra i più consistenti a livello nazionale.
“L’inflazione che anche a febbraio sfiora il 10% e l’aumento dei prezzi al consumo confermano purtroppo quanto le forti tensioni accumulate nell’ultimo biennio non si siano ancora esaurite” afferma il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli. “In un contesto che nell’ultimo quadrimestre del 2022 ha visto un azzeramento della crescita dei consumi e una riduzione del Pil allo 0,9% questo andamento condizionerà le decisioni d’acquisto delle famiglie nei prossimi mesi e, di conseguenza, l’intensità della crescita del 2023. Dobbiamo recuperare competitività, anche attraverso il rafforzamento dei sostegni destinati a famiglie e imprese”.