Celebrazioni della Liberazione con due momenti intensi vissuti nella mattinata di oggi.
In piazza Garibaldi l’omaggio al monumento ai Caduti e gli interventi del sindaco Matteo Franconi e del presidente di Anpi Pontedera Alberto Tardini. In piazza, assieme alle autorità civili e militari e ai rappresentanti delle associazioni, anche molti cittadini. Una celebrazione alla quale hanno dato un contributo molto importante gli studenti dell’istituto comprensivo Pacinotti, con letture e brani musicali e la Filarmonica Volere è Potere. “La Festa della Liberazione è una data scolpita nell’orizzonte del nostro vivere democratico”, ha detto il sindaco.
La Resistenza fu un fenomeno eterogeneo e trasversale che trasse forza e unitarietà dalla necessità di contrastare gli effetti e le cause che avevano generato il nazifascismo e per difendere anche con le armi il diritto alla pace del nostro popolo”, ha aggiunto Franconi.
“Dalla Resistenza è sgorgato quel capolavoro che è la nostra Costituzione democratica, una Costituzione che ripudia la guerra come atto di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie.
La modernità sorprendente dei principi fondanti la nostra carta costituzionale deve guidarci, anche oggi, nella postura da tenere anche all’interno della comunità internazionale.
Un anno fa sentivamo bruciare il fuoco di morte e dolore nel cuore dell’Europa con la guerra in Ucraina. Dicemmo che non bastava avere chiare le ragioni dell’aggredito ed i torti dell’aggressore, non bastava esprimere solidarietà e dare sostegno a chi decide di non volersi arrendere di fronte alla prepotenza; dicevamo che l’Europa doveva ostinarsi a cercare nel reticolo ampio degli interessi in campo una strada diplomatica su cui lastricare i presupposti della pace.
A distanza di un anno continuiamo a ritenere e gridare che l’unico orizzonte che il mondo deve permettersi di prefigurarsi è quello della pace.
Ed è per questo, ancora, e sempre di più, dal nostro 25 aprile deve crescere l’appello alla pace, deve rimbombare nei luoghi in cui prende forma la pubblica opinione l’urgenza prioritaria di interrompere le ostilità, deve crescere il coraggio di chi non accetta “senza se e senza ma” i massacri sui civili e condanna, come la nostra Costituzione, ogni sopraffazione totalitaria e qualsiasi rigurgito imperialista e di potenza”.
“Vinicio Modesti era un artista e decise di salire in montagna diventando il partigiano “Beppe”. Lo fece senza esitazione e senza retorica “semplicemente” respirando il coraggio della Resistenza e la determinazione a lasciare alle generazioni future un paese libero dalla dittatura e dal giogo anche culturale che lo stava soffocando.
La storia che Vinicio Modesti che ha lasciato a Pontedera è un’eredità preziosa: la liberazione dal nazi-fascismo attraverso l’esperienza della lotta partigiana è anche la storia dell’amicizia e dell’impegno, dell’amore per la vita e per la comunità. La storia del partigiano “Beppe” è la storia della bellezza dell’umanità.
Per noi intitolare a Vinicio Modesti questa strada, la strada che porta ad una scuola nuova, un’opera e un sogno che abbiamo realizzato al servizio del futuro delle generazioni di questa città, è emozionante e motivo di orgoglio: il suo amore per la libertà e per la democrazia, la sua passione per l’arte e la cultura, sono sentimenti vivi e imperituri che con questo gesto simbolico, reso possibile grazie al consenso della famiglia che ringrazio, vogliamo conservare e proteggere.
Quei valori, in nome dei quali misero a rischio, e spesso persero, la loro stessa vita molti partigiani, sono i valori che guidano ogni giorno il nostro percorso”. L’associazione Cantieri Osso del Cane ha arricchito la cerimonia leggendo alcuni brani del libro sull’opera di Vinicio Modesti, “Vita e sentimenti del partigiano Beppe”.