A gennaio il ponte di via Ciro Menotti vedrà la riapertura al traffico.
I lavori per la messa in sicurezza della struttura dovrebbero durare circa un mese, meteo permettendo, e allo studio c’è la possibilità di riaprire al traffico con doppio senso di marcia. “Il lavoro di questi mesi – sottolinea il sindaco Michelangelo Betti – è stato importante, perché si parla di una struttura datata, di circa 80 anni, in cemento armato.
Proprio per questo il tema della sicurezza deve essere messo davanti a tutto: dopo la segnalazione dei vigili del fuoco, siamo andati avanti, d’intesa con la Regione Toscana, per garantire la piena sicurezza ai cittadini. Finita la parte delle necessarie analisi, adesso c’è la prospettiva della riapertura di questa infrastruttura: ragionevolmente si parla del mese di gennaio, con la possibilità di un riutilizzo nei due sensi di marcia con carreggiata ristretta. Si tratta di un intervento che va anche incontro alle richieste dei cittadini”.
I lavori di messa in sicurezza saranno affidati a breve e, come detto, dovrebbero estendersi nel corso di dicembre. “Partiremo dal recupero corticale dell’arcata – aggiunge Cristiano Masi, vicesindaco con delega ai lavori pubblici –. Saranno tolte le parti pericolanti in calcestruzzo arrivando fino ai ferri, quindi saranno usati prodotti specifici anticorrosivi per il ferro e malte di nuova concezione che si aggrappino all’esistente.
Infine ci sarà una riverniciatura del ponte che fungerà da ulteriore protezione della struttura”. Sarà effettuato anche un intervento sui giunti strutturali e non è quindi escluso che il ponte possa esser riaperto nei due sensi di marcia. “Questo è l’obiettivo – conclude Masi –: sarà però necessario il posizionamento di new jersey bianchi e rossi a protezione delle colonne portanti del ponte, con riduzione quindi delle corsie di marcia seppur parziale”.
Le indagini diagnostiche sul ponte di via Ciro Menotti hanno portato a far risalire la sua costruzione probabilmente al 1945. Dagli studi è emerso uno stato di conservazione caratterizzato da un degrado diffuso delle superfici in calcestruzzo armato, le cui cause sono riconducibili alla presenza di copriferri esigui e alle caratteristiche meccaniche modeste degli acciai e dei calcestruzzi utilizzati. Questo ha determinato una scarsa durabilità, cui si sono aggiunti problemi di infiltrazioni, fenomeni di ritiro, erosioni tipiche delle strutture esposte agli agenti atmosferici, prive di protezione e con basso standard manutentivo. La mancanza di adeguato rivestimento delle armature e la bassa resistenza alla trazione dei calcestruzzi hanno portato alla fessurazione e all’ossidazione delle armature.
Tutti gli elementi strutturali, nonostante la presenza di materiali ‘poveri’ e pur tenendo conto anche dello stato di degrado, che ne riduce ulteriormente la capacità portante, risultano comunque in grado di sopportare il transito di due corsie di veicoli a pieno carico non superiore a 3,5 tonnellate, secondo il Codice della Strada, e con una velocità ridotta a 30 km/h.