Intitolazione della rotatoria tra via Livornese e via Sandro Pertini a Gino Benvenuti, scrittore e storico pisano.
PISA. Si è svolta stamani, martedì 7 marzo, a Porta a Mare, la cerimonia di intitolazione della rotatoria tra via Livornese e via Sandro Pertini a Gino Benvenuti, scrittore, storico e operatore culturale pisano. Sono intervenuti il sindaco di Pisa, Michele Conti, e l’assessore alle tradizioni della storia e dell’identità di Pisa, Filippo Bedini.
«Con l’intitolazione della rotatoria a Gino Benvenuti – ha dichiarato l’assessore alle tradizioni della storia e dell’identità di Pisa, Filippo Bedini – si colma un vuoto in città rispetto a un debito che Pisa ha con uno dei più importanti uomini di cultura del secondo ‘900. La sua produzione storiografica perché i libri che han scritto costituiscono una base per la storia di Pisa nell’epoca della Repubblica. Il suo testo più importante “Storia della Repubblica di Pisa” ha fatto scuola ed è una pietra miliare, parte di una quadrilogia completata con la storia delle Repubbliche di Amalfi, Genova e Venezia. Ciò ha permesso di ampliare la sua fama di intellettuale e storiografo anche a livello nazionale. Libri di storia ma non solo ma collaborazioni con i quotidiani locali, saggi di ogni genere, il libro “Poeti a Pisa” che l’amministrazione comunale è al lavoro per ristampare e si occupa di poeti come Leopadri, Alfieri e Shelley. Produzioni spesso introvabili, questo testimonia che abbiamo reso omaggio a un “pisanissimo” che ha dato lustro alla nostra città e alla sua storia».
Nato nella nostra città, Gino Benvenuti dimostra fin da giovanissimo la sua spiccata predilezione per la penna collaborando con i quotidiani cittadini “Il Telegrafo” e “La Nazione”, sui quali scrive numerosi articoli sulle gloriose vicende della Repubblica Pisana, facendosi anche parte attiva per la reintroduzione negli anni Trenta del “Gioco del Ponte”, dimostrando così da subito il suo attaccamento alla storia della sua città che successivamente porterà a far conoscere in tutta Italia e anche in Europa partecipando a vari Convegni di carattere storico.
Lascia Pisa verso la fine degli anni Trenta. A Modena, dove si trasferisce per motivi di lavoro, pubblica la sua prima opera: “Il primo balzo verso l’Impero” nel 1939 cui segue nel ’42 “Vita Africana di Augusto Salimbeni”. Terminata la guerra rientra a Pisa dove diviene critico teatrale per la “Nazione”, continuando così nei suoi studi e nelle ricerche storiche. Nel 1954 esce “Tramonto di un apostolo (ultimi anni e morte di Giuseppe Mazzini)”, lavoro con il quale inizia un’intensa e proficua collaborazione con la casa editrice “Giardini”.
Nel 1959 è la volta della bibliografia su Antonio Pacinotti, felicemente intitolata “Lo scienziato dei sogni”, che porta la prefazione dell’insigne fisico Giovanni Polvani. Ma è l’anno successivo che avviene il coronamento dei suoi appassionati studi e dei suoi sacrifici con l’uscita della “Storia della Repubblica di Pisa”, che avrà nel corso degli anni ben cinque edizioni. La prima con la prefazione dell’illustre storico Gioacchino Volpe.
La sua incessante attività non si limita allo scrivere. In lui è, infatti, sempre presente l’attivismo dell’operatore culturale e insieme ad amici e appassionati fonda in quel periodo la società “Amici del Teatro”. Quelli sono anni prolifici ed importanti per lo scrittore Benvenuti. Si ricordano “Enrico VII di Lussemburgo (L’ Imperatore della speranza)” che gli vale il titolo di Commendatore del Granducato di Lussemburgo, e “Storia dell’assedio di Pisa (1494-1509)”. E ancora, nel 1966, un libretto edito dal Comune di Pisa: “Poeti a Pisa”. Instancabile, in questo periodo, insieme a Vittorio Vettori e altri, dà vita alla “Accademia dell’Ussero di Arti, Lettere, Scienze e Spettacolo” e inizia un’intensa azione culturale, che lo porterà successivamente per diversi anni alla presidenza del citato Sodalizio e a quello della Società “Dante Alighieri” di Pisa.
Gli anni Settanta e Ottanta sono quelli dedicati ai lavori sulle Repubbliche Marinare: nel 1971 esce “Storia della Repubblica di Venezia” (Editrice Athenaeum), cui seguiranno rispettivamente nel 1977 e nel 1983 la “Storia della Repubblica di Genova” (Mursia) e la “Storia della Repubblica di Amalfi” (Giardini). Degno coronamento della tetralogia sulle città marinare italiane e punto di arrivo sarà (un anno prima della scomparsa) il volume “Le Repubbliche Marinare” (Newton Compton Edizioni), giunto nel frattempo alla terza ristampa (1998 e 2001). Il libro è stato successivamente inserito in due collane storiche: la prima edita dal “Giornale” (2006), la seconda dalla rivista “Focus” (2010), che hanno ulteriormente consacrato il nome di Benvenuti a livello nazionale, grazie a una capillare diffusione nelle edicole di tutta Italia.
Nel 1987, in collaborazione con il figlio Gianfranco, vede la luce un’interessante biografia sul grande egittologo pisano – e amico di Champollion – Ippolito Rosellini dal titolo “Vita di Ippolito Rosellini (padre dell’Egittologia italiana)”, edito da Giardini.
Per questa sua intensa e appassionata attività culturale e letteraria la Presidenza del Consiglio ha conferito a Gino Benvenuti il “Premio della Cultura” per ben cinque volte.