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Pisa all’avanguardia per il trattamento del dolore cronico 

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La soluzione innovativa per contrastare una patologia così diffusa e debilitante come il dolore cronico non oncologico.

Per ‘spegnere’ il dolore basta interrompere i segnali che arrivano al cervello? E’ questo il risultato di uno stimolatore di ultima generazione per il dolore cronico che è stato impiantato c/o l’Unità di Terapia del Dolore di Pisa: una buona notizia che incoraggerà i numerosi pazienti che soffrono di dolore cronico che solo a Pisa e provincia corrispondono a circa 100mila persone (e un totale di 16 milioni in Italia).

Una notizia molto rassicurante per le oltre 100mila persone che a Pisa e provincia soffrono di diverse forme di dolore cronico e per quante soffrono di neuropatia diabetica, come il caso del paziente che in questi giorni è stato sottoposto con successo all’innovativo trattamento.

“Questa nuova tecnologia richiede tempi brevi di ricovero e la possibilità di calibrare la potenza delle onde capaci di controllare il dolore del paziente. Le indicazioni per questo tipo di intervento sono numerose, tra cui anche la complicazione più temuta tra i diabetici, chiamata neuropatia – spiega Giuliano De Carolis, Dirigente Medico Anestesista, Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana di Pisa – che non solo aumenta il rischio di dolore cronico, ma anche quello di cadute, ulcerazioni cutanee, amputazioni e malattie cardiovascolari. E’ il caso specifico del paziente che è stato sottoposto all’intervento in questi giorni e siamo soddisfatti di riscontrare già notevoli miglioramenti grazie all’innovativo sistema di impulsi elettrici“.

LA NUOVA FRONTIERA DELLA NEUROSTIMOLAZIONE, UNICA NEL SUO GENERE

Una pratica collaudata quella di De Carolis che ora potrà avvalersi di un sistema innovativo di impulsi elettrici. Le calibrazioni degli impulsi vengono regolate successivamente all’impianto, rimuovendo “su misura” il dolore persistente dei pazienti. Il sistema è composto da un generatore di impulsi ricaricabile posizionato sotto pelle e connesso a piccoli filamenti che trasmettono un segnale elettrico direttamente a livello del midollo spinale.

Si tratta di un dispositivo in grado di rilasciare in sicurezza lievi impulsi elettrici ai nervi fra 2 e 10.000 HZ (e tutte le forme di onda disponibili), modulando la trasmissione dei segnali del dolore al cervello. Sono molte le peculiarità che rendono particolare e omni-comprensivo il dispositivo (non a caso di chiama OMNIA, prodotto da Nevro e distribuito in Italia da Theras Lifetech).

“Questa nuova tecnologia richiede ridotti tempi di ricovero (2 giorni) e – continua De Carolis – avvalendosi di un sistema wireless di ricarica, consente al paziente di ricaricare la batteria senza la necessità di reinterventi per la sostituzione. Tra le peculiarità del nuovo sistema, emerge il fatto che tutta la gamma di frequenze è contenuta all’interno del dispositivo. Questo consente al medico di calibrare, dopo l’intervento, la potenza e la durata delle onde utili a controllare il dolore del paziente avendo a disposizione tutte le modalità disponibili. Un vero e proprio passaggio epocale che consente di ottenere il miglior risultato perché le regolazioni vengono fatte successivamente all’intervento“.

IL SUCCESSO DI UN CENTRO DI RIFERIMENTO ITALIANO 

E’ dal 1990 che i pazienti di Pisa e provincia hanno come punto di riferimento per il dolore cronico  l’Unità di Terapia del Dolore della AOUP. Una vera e propria rete ospedaliera estesa a tutto il territorio provinciale e non solo. È molto alto il livello di servizio proposto dal reparto specializzato di Pisa che vanta, tra le possibilità terapeutiche, la recente introduzione di un device di ultima generazione capace di modulare i segnali di dolore al cervello.

“Il nostro servizio è operativo da oltre 25 anni e viene gestito da un’equipe di medici e infermieri specializzati, pronti ad accogliere i pazienti che accedono sia per consulti ambulatoriali sia per interventi in sala operatoria. L’offerta può contare anche su 4 posti letto dedicati per day hospital e degenza ordinaria. Elevato il livello di competenza e strumenti adeguati per affrontare gli interventi chirurgici – prosegue De Carolis – che raggiungono fino a circa 800 casi in un solo anno. La cronicizzazione è un avversario difficile ma può essere sconfitto e la tecnologia ci sta supportando in questa evoluzione di nuove tecniche sempre più innovative“.

CHI SOFFRE DI DOLORE CRONICO

Si tratta di un dolore persistente e debilitante che dura per tre mesi o più e può avere origine da motivi diversi: malattie croniche degenerative quali l’artrosi, complicanze di un intervento chirurgico o di un infortunio, oppure di origine iatrogena. Il comunissimo mal di schiena è tra le prime cause di dolore cronico (più della metà dei casi), seguito dalla cefalea, dai dolori delle grandi e piccole articolazioni, della nevralgia post-erpetica (fuoco di Sant’Antonio), o di altra eziologia come ad esempio la nevralgia del trigemino.

Sono ancora tantissimi gli italiani che rientrano in questo triste primato, che colpisce 1 su 4 (oltre 16 milioni). A livello mondiale, il dolore cronico colpisce circa 1,5 miliardi di persone. Solo la metà dei casi si rivolge a un medico, più spesso a quello di famiglia (57,9%), raramente al terapista del dolore (5,8%). Il 61,7% degli italiani soffre di dolore cronico ma non sa come affrontarlo. Il dolore viene sopportato o sottovalutato dal paziente in quasi un terzo dei casi (29%) oppure curato con antidolorifici non specifici (23%).

LA NEUROPATIA DIABETICA: LA COMPLICANZA PIU’ TEMUTA DA CHI HA IL DIABETE 

Il diabete può determinare complicanze acute (più frequenti nel tipo 1) o croniche (nel tipo 2) che riguardano diversi organi e tessuti, tra cui gli occhi, i reni, il cuore, i vasi sanguigni e i nervi periferici.

“La neuropatia non solo aumenta il rischio di dolore cronico, ma anche quello di cadute, ulcerazioni cutanee, amputazioni e malattie cardiovascolari, impattando pesantemente sulla qualità di vita dei pazienti affetti. Uno studio americano – conclude De Carolis – ha individuato una prevalenza della neuropatia del 66% nei pazienti con diabete di tipo1 che si manifesta in almeno il 20% dei casi dopo 20 anni di malattia. Leggermente inferiore se guardiamo la percentuale di quanti hanno il diabete di tipo 2 e corrisponde al 59%. Per questi ultimi, nel 10-15% dei casi, la diagnosi di neuropatia è presente al momento della diagnosi e la prevalenza sale al 50% dopo 10 anni di malattia. Gli stessi risultati americani di efficacia del trattamento con la neurostimolazione, sono stati confermati anche nella pubblicazione italiana(1), dove sono molto evidenti i notevoli miglioramenti ottenuti grazie a questo sistema innovativo di impulsi elettrici“.

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