Sorprendente museo d’arte a cielo aperto in costante fermento culturale, Peccioli e le sue frazioni sono diventati meta di migliaia di turisti, visitatori, artisti e intellettuali da tutto il mondo. Inaugurata anche l’ultima installazione di Nicola Boccini, intitolata “Giudizio Universale”.
Il territorio dell’Alta Valdera è ritmato da installazioni site-specific d’autore, opere e landmark sorprendenti immersi nella quotidianità: basti citare tra i vari gli interventi di David Tremlett – che dopo la Tate Gallery di Londra e il MoMA di New York, ha fatto capolino in queste terre con un intervento nel borgo medioevale che è nei cataloghi della storia dell’arte contemporanea – Nakagawa, Massimo Bartolini, Umberto Cavenago, Alberto Garuti, Federico de Leonardis, Vedovamazzei, Vittorio Corsini, Fortuyn/O’Brien, Vittorio Messina, Patrik Tuttofuoco, Sergio Staino coi sui enormi affreschi.
A questo patrimonio artistico davvero unico – tanto che Peccioli è stata definita “la piccola capitale italiana dell’arte contemporanea” – si aggiunge ora l’opera di Boccini, un’installazione multimediale e interattiva in ceramica ispirata all’omonimo polittico di Hans Memling, datato 1467 circa, e commissionata all’artista italiano nel 2016 dal Museo Nazionale di Danzica come reinterpretazione del capolavoro lì conservato.
Dall’11 giugno il “Giudizio Universale” è esposto per la prima volta in Italia, creando così un nuovo dialogo con un’altra opera, il tabernacolo di Benozzo Gozzoli, affrescato tra il 1479 e il 1480. Il dipinto di Memling, pertanto, fa simbolicamente ritorno in Toscana, dove era destinato oltre cinque secoli fa prima del suo trafugamento nel 1473.
Il “Giudizio Universale” – situato nella Chiesa dei Santi Giusto e Bartolomeo – è composto da ventidue pannelli realizzati a mano attraverso la tecnica di colaggio in stampi di gesso e tre cotture, di cui una a 1320°. Questa procedura permette di creare pannelli perfettamente traslucidi, in cui, attraverso l’inserimento di fili di rame (tecnica Porcelain Veins), è possibile riconoscere i simboli cristiani presenti nel dipinto di Memling e reinterpretati da Boccini. Inoltre, attraverso retroproiezioni e una tecnologia interattiva, che prende il nome di Tecnica Boccini e che prevede l’innesto di microsensori all’interno del composto ceramico che si attivano con la voce o il tatto, lo spettatore può attivare sui pannelli una sequenza di immagini diventando co-autore dell’opera d’arte.
L’iniziativa si inserisce nel trentennale impegno del Comune di Peccioli di valorizzazione del territorio attraverso opere di arte contemporanea, in dialogo e confronto con il luogo, la sua storia e il suo paesaggio.
Il distretto pecciolese è infatti da decenni oggetto di interventi artistici e si è trasformato in inaspettato e sorprendente anfiteatro, palcoscenico e circuito culturale, ribalta inedita di rassegne di spettacoli, di teatro, di musica, nonché passerella per servizi di moda (Gucci, Prada, Fendi, Valentino, Bulgari…) e set fotografico scelto da brand planetari.
Nicola Boccini è un artista sperimentale internazionale che ha trasformato la ceramica in opere ottiche sonore e luminose. Nel 2007 crea la sua prima tecnica “Porcelain Veins” metalli in armonia con la ceramica, nel 2010 crea la Ceramica 2.0, multimediale e interattiva, nel 2012 crea la “Tecnica Boccini”, nel 2016 crea la Ceramica 3.0, un nuovo concetto e filosofia nella ceramica organica, nel 2019 crea la tecnica C.C.C. (Climate Change Ceramic). Molte sono le sue collaborazioni con centri di ricerca e sperimentazione, scuole d’arte estere, designer e architetti di fama internazionale di tutto il mondo.
Nel 2021 partecipa alla 17. Biennale di Architettura di Venezia, Padiglione Italia – Laboratorio Peccioli – con “Lane” un’opera multimediale e interattiva in moduli di porcellana, che interagisce al suono o alla voce emessi dallo spettatore, frutto della collaborazione con il fumettista Riccardo Burchielli.