Le dichiarazioni del presidente delle Misericordie Pisane, Maurizio Novi.
“Code interminabili, pazienti in attesa per ore al freddo sulle barelle e volontari bloccati per tempi inaccettabili“. E’ questa la drammatica situazione denunciata dalle associazioni sanitarie del territorio. A farne le spese sono sia i pazienti, costretti ad attendere a lungo prima di essere visitati, sia i volontari, bloccati in ospedale con le ambulanze ferme, esponendosi così a ritardi e disagi che si ripercuotono sull’intero sistema di soccorso. Un problema che, secondo il presidente delle Misericordie Pisane, Maurizio Novi, non riguarda solo il Pronto soccorso, ma è sintomo di un sistema sanitario territoriale al collasso. Si riportano le sue dichiarazioni:
“Purtroppo siamo nuovamente a denunciare questa situazione grave che continua senza alcuno spiraglio di soluzione, per i pazienti e per i volontari. – dichiara il presidente delle Misericordie Pisane Maurizio Novi – Tenere i pazienti ore su una barella al freddo (perché ovviamente in camera calda l’ambulanza deve rimanere con il motore spento) senza poter essere visitati e presi in carico dal ‘Pronto’ Soccorso, nel 2025 non è umanamente accettabile nel 2025”.
“I nostri volontari devono rimanere bloccati per ore in pronto soccorso, spesso facendo saltare i propri impegni lavorativi e familiari, rischiando la propria incolumità per far arrivare il prima possibile in ospedale il paziente (in caso di codice giallo) e poi rimanere fermi ad ore in attesa. – continua Novi – Tutto questo ha senso?”.
“Se le ambulanze sono ferme in coda, il soccorso rischia di non essere garantito per gli altri utenti o comunque palesemente ritardato, così, oltre al danno la beffa: – sottolinea Novi – i volontari che arrivano sugli interventi, devono anche subire le comprensibili recriminazioni dei familiari”.
“Abbiamo chiesto ed ottenuto mesi fa la creazione di un tavolo di lavoro, per cercare delle soluzioni condivise e per valutare le responsabilità dei nostri soccorritori (come ad esempio in caso di peggioramento del paziente mentre è fermo in attesa). – continua Novi – Gli incontri si sono però interrotti a metà dicembre, senza dar seguito a quello che poteva esser l’inizio di un percorso propositivo e costruttivo. Se non appena giunti in pronto soccorso il personale sanitario, in caso di code, salisse sull’ambulanza valutando con la propria esperienza e con i propri strumenti la gravità del paziente/ferito, prendendolo quindi in carico e determinando il reale grado di priorità, sarebbe già un passo avanti”.
“Ho personalmente verificato che il personale del Pronto soccorso è allo stremo e va ringraziato per tutto ciò che realmente fa per gestire al meglio le varie emergenze e code che ormai si registrano sempre più frequentemente. – incalza Novi – Il problema non è quindi nel reparto stesso ma nei passaggi successivi che il paziente deve fare e che se non ben gestiti (pochi posti letto, poco personale, etc.) non libera le barelle creando le ormai note situazioni di ‘intasamento’ e code”.
“Realisticamente uno dei veri problemi è anche l’accesso sconsiderato del pronto soccorso e ormai il sistema territoriale è al collasso. La tanto decantata guardia medica siamo sicuri che funzioni? – evidenzia Novi – Inutile che si pubblicizzino 60000 chiamate gestite nei giorni di Natale se poi di fatto il medico (1 per 2 province il giorno di Natale) non va a casa del paziente a visitarlo. Lo stesso per vari e comprensibili motivi poi si recherà in pronto soccorso. Parallelamente anche la medicina generale attiva un po’ questo tipo di situazione”.
“Le Misericordie e le altre associazioni di volontariato sono a disposizione per cercare insieme di risolvere le problematiche, ma non siamo più disposti a subire questa situazione che rischia di far allontanare anche i volontari. – conclude Novi – A questo punto, visto che il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ogni giorno loda la gestione della sanità toscana, lo invitiamo a farsi qualche foto con i nostri volontari in coda da 3 o 4 ore: forse il post farà meno effetto di quando pubblicizza (3 volte la settimana) il servizio di Pegaso (Elisoccorso) ma renderà giustizia ad una situazione reale ed ignorata”.