Non ci sono piste privilegiate da parte degli inquirenti a seguito della morte dello studente Francesco Papaleo identificato grazie alla prova del Dna dopo che il suo corpo carbonizzato è stato rinvenuto in un campo a San Giuliano Terme domenica 25 luglio. Lo studente viveva in un appartamento con altri due colleghi.
Restano da chiarire le circostanze del suo decesso, a questo stanno lavorando i Carabinieri del Nucleo Investigativo che attualmente non privilegiano nessuna pista. Le possibilità sono due,quella del suicidio e quella della morte violenta.
Tanti i punti ancora da chiarire, nella sua abitazione ha lasciato tutti gli effetti personali, dal cellulare disattivandone la geolocalizzazione, agli occhiali da vista, il computer a cui ha cancellato tutti i file, i suoi occhiali da vista ed il bancomat. Di lui sappiamo che ha ha avuto qualche problema nel percorso universitario, aspetto che gli ha fatto ritardare il conseguimento della laurea.
Altri elementi da chiarire sono quelli che nel luogo dove è stato ritrovato il suo corpo, non sono state ritrovate tracce di liquido infiammabile, ne – come riporta ANSA – inneschi evidenti. I vicini dicono di non aver sentito nulla di particolare ed anomalo. La Tac eseguita nei giorni successivi sul cadavere non ha evidenziato ferite esterne precedenti agli effetti del fuoco. Sarà dunque l’autopsia, che verà effettuata lunedì o martedi, a sciogliere i dubbi e indirizzare le indagini: l’esame stabilirà se Francesco è morto per le ferite riportate nell’incendio o se il decesso è stato causato da altri fattori.
Il padre Tonino scrive: “Mio figlio Francesco non è più con noi, adesso è tra gli angeli. Grazie a tutti quelli che mi sono stati vicino”