Le mascherine contraffatte erano state fornite non solo ad aziende private, ma anche a Comuni, Aziende partecipate e Residenze Sanitarie Assistite.
Lo scorso febbraio, la guardia di Finanza di Pontedera, in un’operazione denominata ‘Burlamask‘, aveva scoperto a Calcinaia un’azienda che produceva mascherine contraffatte e insicure.
L’impresa, nel corso dell’emergenza Covid-19, aveva riconvertito la propria produzione da capi di abbigliamento a quella di mascherine ed aveva posto in vendita nel 2020 oltre 300.000 dispositivi ‘filtranti a 3 veli’, corredandoli di autocertificazioni, poi rivelatesi false.
Come riporta il quotidiano LA NAZIONE, c’è stato uno sviluppo dell’operazione: le fiamme gialle hanno eseguito nei confronti della medesima azienda un decreto di sequestro preventivo, emesso dal gip del Tribunale di Pisa, su richiesta della Procura della Repubblica di Pisa, per un ammontare complessivo di oltre 250mila euro, somma corrispondente ai proventi illeciti ottenuti dalla produzione e commercializzazione dei dispositivi irregolari.
Le attività di indagine, suffragate dagli accertamenti eseguiti anche presso l’Istituto Superiore di Sanità, hanno consentito di classificare i dispositivi prodotti come ‘mascherine generiche’ e, quindi, non idonee per uso sanitario.
Come riporta il quotidiano LA NAZIONE, i predetti dispositivi erano stati forniti non solo ad aziende private, ma anche a Comuni, Aziende partecipate e Residenze Sanitarie Assistite.
I due amministratori della società sono stati denunciati per frode in commercio e frode nelle pubbliche forniture.