E’ accaduto lo scorso giovedì 20 marzo.
Un episodio di aggressione verbale si è verificato giovedì mattina all’ospedale Cisanello di Pisa, dove un paziente ha affrontato con insulti e minacce un’infermiera degli ambulatori dell’edificio 10. E’ accaduto intorno alle 10, quando l’utente, già visibilmente infuriato in sala d’attesa per il ritardo della visita cardiologica, ha iniziato a urlare contro il personale.
Secondo quanto riferito da Daniele Carbocci (segretario Nursind) a VTrend.it, l’uomo, insoddisfatto per il tempo di attesa, è entrato nel corridoio degli ambulatori e, trovandosi davanti all’infermiera (che non era nemmeno quella dell’ambulatorio a cui era stato assegnato), ha iniziato a offenderla pesantemente, arrivando a rivolgerle insulti verbali di grave intensità. Il paziente, stando alle ricostruzioni, ha avvicinato l’infermiera in modo minaccioso, continuando a lanciare epiteti irripetibili.
La situazione è stata gestita grazie all’intervento di altri colleghi che sono accorsi per difendere la collega e allontanare l’aggressore. Nel frattempo, è stata allertata la vigilanza, ma la sicurezza non si trovava all’interno dell’edificio 10, bensì solo agli ingressi carrabili dell’ospedale. L’infermiera, molto scossa dall’accaduto, ha contattato il Nursind e, seguendo le indicazioni, si è recata al Pronto soccorso dove le è stato prescritto un periodo di riposo di quattro giorni a causa dello shock subito.
“L’episodio è stato segnalato secondo le procedure aziendali per le aggressioni sul lavoro, e si prevede che nei prossimi giorni si valuti con la collega le azioni da intraprendere“, dichiara Carbocci. “Per quanto ci riguarda, da tempo chiediamo che all’edificio 10 dove tra l’altro c’è l’ingresso principale dell’ospedale e anche l’accettazione, frequentato da centinaia di persone, sia necessaria la presenza della vigilanza, ma ad oggi nessun provvedimento in tale senso è stato preso. Quello che è successo è solo la punta dell’iceberg rispetto alle quotidiane discussioni fra utenti e operatori che si svolgono in quell’edificio e negli ambulatori“, conclude Carbocci.