TOSCANA. Ammonterebbero a circa 800 mila euro i danni provocati dall’incendio che la notte scorsa ha interessato l’azienda agricola Suvignano.
Questa una prima stima diffusa stamattina nel corso della conferenza stampa che si è tenuta presso la tenuta e alla quale hanno preso parte l’assessore regionale alla presidenza e alla cultura della legalità, ed il direttore di Ente Terre, il soggetto cui la Regione ha assegnato la gestione della fattoria confiscata alla mafia. Secondo l’assessore i primi rilievi fatti potrebbero far pensare ad un’origine dolosa anche se è presto per arrivare a conclusioni.
Come ha dichiarato il presidente della Regione si tratta di un bene confiscato che negli anni è stato convertito in una significativa attività produttiva. In attesa che le indagini appurino cosa è effettivamente successo è possibile affermare che la Regione continuerà ad impegnarsi perché Suvignano continui a essere ciò che è stato deciso che sia, una realtà di lavoro sano e di economia rispettosa dei diritti e del territorio. Nessuna regione, ha detto in conclusione il presidente, è immune delle infiltrazioni della mafia, nemmeno la Toscana, ma qui ci sono gli anticorpi per difendersi e reagire.
Come ha spiegato l’assessore regionale alla presidenza, dai primi accertamenti potrebbero esserci elementi che potrebbero far pensare ad un incendio doloso; aggiungendo anche però che è presto per arrivare a conclusioni in tal senso. L’assessore ha poi aggiunto che Suvignano rappresenta un luogo importante e prezioso e che quando accadono eventi del genere occorre prestare grande attenzione e non trascurare niente. Sarebbe un guaio, ha proseguito, se quanto accaduto fosse riconducibile a qualcosa che la Regione si è impegnata a contrastare proprio con la creazione di questo luogo. L’assessore ha quindi assicurato che la Regione seguirà passo passo le indagini portate avanti dalle autorità competenti e che l’impegno profuso in questi anni non verrà scalfito da quanto accaduto la notte scorsa, ma che anzi sarà rafforzato. Per ora, ha concluso, sia alla Regione che a Ente Terre non sono giunti per ora segnali che potessero fare pensare a episodi o elementi preoccupanti.
Il direttore di Ente Terre ha spiegato che l’incendio ha interessato un capannone oltre 2000 metri quadrati. Sono bruciate 700 rotoballe, oltre al foraggio e a due silos che contenevano semi di girasole e orzo. Sono inoltre andati distrutti un trattore, il rimorchio del trattore utilizzato per il trasporto del fieno, un pickup e la parte esterna al capannone. Da una prima stima il danno si aggira sui 800 mila euro, senza considerare i costi di bonifica e per lo smaltimento dei mezzi distrutti.
La tenuta, circa 700 ettari nei comuni di Monteroni d’Arbia e Murlo in provincia di Siena, è stata confiscata alla mafia e dal 2019 è gestita dalla Regione (attraverso Ente Terre) e diventata il simbolo dei beni in Toscana strappati alla criminalità organizzata e tornati a disposizione della collettività. Lo scorso 29 luglio, in occasione dei festeggiamenti dei due anni dal suo ritorno nella disponibilità dei cittadini, ha inaugurato il ‘Percorso della legalità’, un vero e proprio sentiero, all’interno della proprietà, che racconta quello che sul fronte della cultura della legalità e dell’antimafia ha fatto e fa la Regione, le iniziative con i giovani sui campi strappati alla criminalità organizzata (prima in Sicilia e Calabria ed oggi in Toscana), la storia della tenuta e la sua rinascita anche da un punto di vista aziendale, con le sue culture, i suoi allevamenti e gli alloggi affittati ai turisti.