Chi è stato infettato da Covid-19 ha una memoria immunitaria che lo protegge da nuova infezione per almeno 8 mesi.
Questo è quanto emerge da uno studio australiano pubblicato su Science Immunology, il quale ha analizzato la risposta anticorpale di un campione composto da 25 pazienti. Si tratta di risultati importanti perchè rafforzano ulteriormente la probabilità che i vaccini contro il virus, Sars-Cov-2, di imminente arrivo in Europa e in Italia già dal 27 dicembre, funzionano per lunghi periodi. “riconoscere” uno dei due componenti proteici del virus Sars-CoV-2. Questi risultati fanno dunque ben sperare anche in una lunga durata del vaccino anti-Covid.
Nello specifico, i ricercatori hanno scoperto che le cellule B della memoria presenti all’interno del sistema immunitario sono in grado di “ricordare” l’infezione da parte del virus e di innescare una risposta immunitaria protettiva, in seguito a un’eventuale riesposizione al virus, attraverso la rapida produzione di anticorpi. Per giungere a queste conclusioni, i ricercatori hanno reclutato 25 pazienti Covid-19, prelevando in totale 36 campioni di sangue dal giorno 4 dopo l’infezione al giorno 242. “I pazienti sono stati classificati in tre livelli di gravità della malattia: 6 con malattia grave che richiedeva supporto respiratorio nell’unità di terapia intensiva, 3 con malattia moderata che richiede il ricovero ospedaliero non in terapia intensiva e 16 con malattia lieve”. Esaminando la risposta anticorpale del campione, il team di ricerca ha scoperto che gli anticorpi contro il virus hanno iniziato a diminuire dopo 20 giorni dall’insorgenza dei sintomi. Tuttavia, è emerso che fino a 8 mesi dopo l’infezione tutti i partecipanti hanno continuato ad avere cellule B della memoria in grado di riconoscere l’aggressione.