Ieri, inaugurato il nuovo edificio che da oggi accoglierà gli studenti di medie ed elementari.
A Pontedera, giunge a compimento una grande operazione di investimento sulle giovani generazioni che mette alle spalle una complicata situazione di emergenza e apre una fase di speranza per il futuro della città e della sua comunità.
È in sintesi il messaggio espresso dal presidente della Regione e dall’assessora regionale all’istruzione ieri pomeriggio in occasione dell’inaugurazione del nuovo Polo scolastico Dino Carlesi. All’inaugurazione ha partecipato, assieme tra gli altri, il sindaco Matteo Franconi, l’assessora all’istruzione.
La realizzazione del nuovo complesso, che da oggi accoglierà studentesse e studenti, dà soluzione alle problematiche di edilizia scolastica, a causa di vulnerabilità sismica, che hanno interessato la sede principale dell’Istituto Comprensivo Curtatone e Montanara, e che ha interessato 8 classi primarie e 15 della scuola secondaria di primo grado.
Il presidente ha ricordato come sia stato fondamentale l’impegno della Regione che ha sostenuto il Comune con 3 milioni e mezzo di euro di risorse regionali, di cui prima, nel 2020, mezzo milione per offrire sistemazione temporanea ai plessi destinati alla scuola dell’infanzia e successivamente, nel 2021, 3 milioni per consentire all’amministrazione di acquistare il nuovo complesso scolastico che oggi viene inaugurato.
La nuova struttura, che si trova alle porte di Pontedera, si sviluppa su due piani ed è dotata di aule tematiche, laboratori, uffici, ambienti in comune, un auditorium e una palestra.
Il presidente e l’assessora hanno rivolto il proprio ringraziamento al primo cittadino e all’amministrazione comunale per aver saputo gestire una fase critica per la comunità educativa della città e al tempo stesso programmare un complesso lavoro di rigenerazione urbana che ha avuto come prospettiva principale un chiaro investimento sul futuro.
che mi costringe a pensare che qualcosa vi si nasconda
𝘋𝘪𝘯𝘰 𝘊𝘢𝘳𝘭𝘦𝘴𝘪
Ho scelto, tra le tante bellissime poesie di Dino Carlesi, questa, brevissima, che mi aiuta però a raccontarvi, con una emozione che non riesco a trattenere, il significato di questa giornata.
Quando il 7 luglio 2021 ci siamo trovati a gestire la notizia della chiusura obbligata della Curtatone ci siamo trovati dentro una di quelle notti buie, senza luna.
Oltre 600 ragazzi senza la loro scuola.
Oltre 600 famiglie a cui dare risposte, spiegazioni e, soprattutto, prospettive.
Una città intera ferita.
Dopo 14 mesi siamo qui oggi a consegnare alla scuola una “casa” tutta nuova, grande, sicura. Una struttura non ancora completata per intero e con diversi dettagli ancora da limare. Ma un molo certo in cui approdare.
Qualcuno l’ha definito un miracolo; io non sono d’accordo: i miracoli avvengono per un intervento soprannaturale. Questo invece è il risultato, eccezionale senz’altro, di 14 mesi di fatica e determinazione, di un sogno aggrappato alla realtà con un lavoro matto e disperato.
Quello che oggi inauguriamo (in realtà è solo un’anteprima poiché l’inaugurazione ufficiale, pubblica, definitiva la faremo solo alla fine degli ultimi lotti) è il frutto straordinario di una serie sterminata di capolavori che abbiamo avuto la bravure e la fortuna di connettere insieme elementi diretti verso un unico obiettivo:
la gestione emergenziale di questo ultimo anno scolastico,
la costruzione di un percorso prima da inventare e poi da concretizzare,
la realizzazione di una scuola sorta dalle macerie di un mostro edilizio da anni alle porte della città.
Proprio per questo voglio riempire questo post di una moltitudine di grazie abbracciando con riconoscenza infinita tutti coloro che questo capolavoro, insieme a noi, l’hanno pensato, voluto e eseguito in tempi cortissimi, quasi impensabili.
𝗚𝗿𝗮𝘇𝗶𝗲 agli studenti, alle loro famiglie, agli insegnanti, al personale ausiliario e amministrativo dell’istituto Curtatone Montanara per la tenacia e la determinazione con cui hanno vissuto questo anno di transizione e, soprattutto, per la fiducia che ci hanno accordato quando raccontavamo il suono della campanella di domani mattina. Quella fiducia per la serietà del nostro impegno ci ha aiutato a non ascoltare, mentre correvamo a perdifiato, le battute di quei pochi detrattori che dicevano che stavamo vaneggiando.
𝗚𝗿𝗮𝘇𝗶𝗲 alla società Ecofor: il senso di responsabilità verso la comunità l’attenzione e il supporto prezioso che ci ha fornito durante la gestione delle prime fasi dell’emergenza ci hanno consentito di essere qui oggi.
𝗚𝗿𝗮𝘇𝗶𝗲 alla Regione Toscana, al Presidente Giani e all’Assessora Nardini che in quella buia notte d’estate dell’anno scorso hanno acceso la luce del sentiero tortuoso che intendevamo perseguire con un importantissimo contributo, straordinario e essenziale per tutta l’operazione.
𝗚𝗿𝗮𝘇𝗶𝗲 alla ditta Cemes, a Matteo Madonna, alla proprietà tutta, ai professionisti e ai collaboratori, a tutte le maestranze che hanno scommesso su questo progetto e che in otto mesi hanno messo in piedi un cantiere megagalattico riuscendo a tirar fuori dalle ceneri di un involucro edilizio abbandonato questa meraviglia di scuola.
𝗚𝗿𝗮𝘇𝗶𝗲 alle donne e agli uomini dei servizi del comune di Pontedera: non è stato né facile né scontato far atterrare questo percorso eccezionale e visionario dentro le strettoie burocratiche a cui è inchiodata la pubblica amministrazione. Anche senza il lavoro e la passione di ciascuno di loro oggi non saremmo qui.
Il penultimo 𝗚𝗿𝗮𝘇𝗶𝗲 consentitemi di indirizzarlo alla mia giunta e a tutti i consiglieri che questo percorso lo hanno prima accolto con entusiasmo e poi portato avanti con dedizione, attenzione, caparbietà. Nessuno può navigare in mare aperto, come abbiamo fatto, senza avere un equipaggio fantastico e coeso: sono fortunato e orgoglioso di aver il privilegio di coordinare una squadra così speciale.
𝗟’𝘂𝗹𝘁𝗶𝗺𝗼 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗶𝗲𝗿𝗼 𝗱𝗶 𝗴𝗿𝗮𝘁𝗶𝘁𝘂𝗱𝗶𝗻𝗲 lo rivolgo a questa meravigliosa città che sa trovare, ogni volta, una forza incredibile e un coraggio contagioso per affrontare le avversità e superare le difficoltà che le si presentano davanti: è uno dei motivi per cui Pontedera non puoi non amarla.
Per concludere ritornerei alla poesia del grande Dino Carlesi cui questo polo è intitolato: senza nessuna retorica mi sento di dire che in questa impresa collettiva e visionaria, abbiamo avuto il coraggio di camminarci sulla linea dell’orizzonte: ci abbiamo trovato donne e uomini che hanno saputo trasformare il tramonto di una storia complicata nell’alba di un futuro nuovo per la città e la nostra scuola.
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