Era il 21 Maggio quando la Regione Toscana ha dato la possibilità a tutti i quarantenni di prenotare un appuntamento per effettuare il vaccino, da allora in Valdera solo il 40,2% dei nati tra il 1972 ed il 1981 ha effettuato la prima dose.
È ormai da metà giugno che uno strano trend si sta delineando in Valdera: benché l’intera fascia di età dei 30enni abbia avuto accesso al portale due settimane dopo i 40enni, sempre più 30enni si sono vaccinati almeno con una dose a dispetto dei 40enni. Se il 45,3% dei 30enni in Valdera ha già ricevuto una prima dose, solamente il 40,2% dei quarantenni può dire lo stesso. Si tratta di un divario del 5% che non può essere trascurato.
Nelle altre zone della provincia di Pisa è lo stesso? La domanda è più che legittima, e nonostante il divario non sia così vistoso, come lo è in Valdera, la risposta è affermativa. Nel pisano (Pisa e comuni limitrofi) i 40enni ad aver ricevuto la prima dose sono il 47,1% ed i 30enni 50,9%.
Ed a livello regionale vale lo stesso? Altra domanda legittima, e la risposta è ancora una volta, incredibilmente affermativa. Il divario torna ad essere del 5%. I 40enni ad aver ricevuto la prima dose rappresentano il 26,64% del totale della loro fascia d’età, i 30enni rappresentano invece il 31,56%.
E fuori regione succede lo stesso? Dipende, in alcune regioni come il Piemonte la risposta è sì, in altre come il Lazio no.
Ci sono però delle buone ragioni per spiegare l’incredibile dato. Prima di tutto si deve ricordare che i 40enni sono molti di più dei 30enni, la risposta potrebbe quindi essere legata ad una questione meramente demografica. Inoltre si può anche presupporre che proprio la fascia dei 40enni, è una delle fasce più impegnate dal punto di vista lavorativo, e che quindi la programmazione delle agende non sia stata per loro conciliabile con gli impegni di lavoro.
Che i 40enni siano meno propensi alla vaccinazione? Che le farneticanti argomentazioni novax abbiano trovato terreno florido proprio in questa fascia di età? Può darsi. Il Sole 24 Ore il 9 giugno scriveva che la fetta più ampia di contrari o di probabilmente contrari si concentra tra i giovani adulti delle fasce nella fascia che va dai 35-44 anni (28%).
A questo punto non possiamo che ricordare che problemi complessi hanno soluzioni altrettanto complesse, e questo potrebbe essere il caso: non una causa ma una serie di concause. Per il momento in assenza di un vero e proprio studio bisogna accontentarsi di leggere i numeri e prendere atto del fenomeno.
A.P.