Seconda laurea per Guido Genovesi, per tutti “Guidino”. Ieri a 56 anni è stato proclamato dottore in Filosofia all’Università di Pisa dopo aver discusso una tesi incentrata sul mondo dei reality.
Ma come è arrivato a questo traguardo l’ex concorrente del Grande Fratello? A raccontarcelo è direttamente lui tramite un’intervista rilasciata alla nostra redazione.
“Un po’ la pandemia e poi la parosmia post-covid che mi ha colpito, questa alterazione del gusto e dell’olfatto, hanno ridotto lo spazio ludico e gastronomico e il cervello è andato un po’ in tilt, quindi ho dovuto trovare un’alternativa. Ecco, allora mi sono rimesso a studiare per questa laurea in Filosofia che, insomma, da tempo era lì e avevo intenzione di finirla”, ci racconta Genovesi.
Per il comico e conduttore televisivo, il titolo in Filosofia conseguito ieri all’Università di Pisa con la votazione di 109 si va ad aggiungere alla laurea in Lettere Moderne con la votazione di 110 e lode ottenuta nel 1991.
Ma come è nata questa tesi? “La cosa curiosa è che la tesi è nata da un libro che ho scritto sul Grande Fratello. Quando sono andato a cercare un argomento per questa tesi, l’ambito era etica della comunicazione e dei mass media, io ho provato a parlare del mio libro alla professoressa. Lei l’ha letto e mi ha detto che c’erano molte tracce per una critica, per una riflessione socio filosofica. Da lì ho sviluppato questa tesi che infatti s’intitola ‘Dalla società dei consumi al consumo dello spettacolo. Il caso studio dei reality show’.”
Il fatto della tua notorietà ha influito in qualche modo nel modo in cui si sono approcciati i professori nei tuoi confronti ?
“Quando alla professoressa (relatrice, Veronica Neri, prof. associata in filosofia morale e docente di etica della comunicazione, ndr.) le ho suggerito l’argomento dei reality show, un po’ di timore l’avevo. Un conto è il mondo della cultura, della filosofia, un mondo solido, serio, poi un conto è il mondo dello spettacolo, più frivolo… Invece devo dire che ho trovato una professoressa molto lungimirante e anche durante l’esposizione della tesi ho trovato la commissione interessata a questa mia esperienza. Mi sono trovato bene. Ho trovato un ambiente aperto, non ho sentito il minimo imbarazzo”.
In casa, invece, cosa ti hanno detto?
“Per le norme anticovid potevi portare solo 4 accompagnatori, io sono andato lì con la mi’ moglie e le mi’ due figliole. Devo dire che la situazione mi è sembrata a volte un po’ surreale, perché pensavo a 31 anni fa quando a vedermi c’era il mi’ babbo e la mi’ mamma che chiaramente ora non li ho portati, per il covid, e invece ieri ogni tanto mi giravo e vedevo dietro le mie figliole. Mi ha dato la sensazione di come il tempo passa. Erano contente, una soddisfazione anche per loro”.
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