VICOPISANO. Giorno del Ricordo, venerdì 10 febbraio 2023, le iniziative dell’Amministrazione.
Il Giorno del Ricordo è una solennità nazionale che, ogni anno, ha l’obiettivo di “conservare e rinnovare – come scritto nella legge del 2004 che l’ha istituita – la Memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale“.
La data scelta corrisponde a quella in cui, nel 1947, fu firmato il trattato di Parigi che assegnava alla allora Jugoslavia l’Istria, Zara e la maggior parte della Venezia Giulia, prima italiane.
Il Vicesindaco, con delega alla Memoria, Andrea Taccola, ripercorre in un video la storia della tragedia delle foibe e dell’esodo fiumano-dalmata, #pernondimenticaremai le vittime gettate a morire nelle profonde cavità carsiche, spesso mai più ritrovate, e coloro che dovettero lasciare le proprie case e tutto ciò che avevano, costretti a essere profughi e a ricostruire, con estrema difficoltà, una nuova vita, con il grave peso del lutto nel cuore.
La Biblioteca P. Impastato Vicopisano dedicherà, come sempre, la vetrina e uno spazio di approfondimento, con testi, parole, immagini, al Giorno del Ricordo.
L’Amministrazione ha deciso di intitolare un luogo del nostro territorio alle Vittime delle Foibe. Infine, a metà settembre di quest’anno, si terrà a Vicopisano il ritrovo della Comunita Degli Italiani Di Albona.
La bambina con la valigia nella foto, titolo anche di un bel libro per ragazzi di Gigliola Alvisi per Edizioni Piemme, è la signora Egea Haffner, negli anni diventata un simbolo dell’esodo giuliano-dalmata, ultima discendente di una famiglia di Pola, città italiana un tempo, ora croata. Nella tragedia delle foibe perse il padre, la sua abitazione, dovette passare di luogo in luogo, fino a trovare, dopo anni, una nuova casa a Rovereto.
“Abbiamo fatto in modo di andare avanti, ma io non so dove sia mio padre. E come me ci sono tante altre persone che non sanno dove sono finiti i loro cari. Abbiamo chiuso le case, lasciato tutto lì. E non è stato facile, per niente. Racconto questa storia e la metto a disposizione, come ho fatto con questa foto quando mi è stato chiesto, in occasione di una mostra. L’immagine è poi diventata l’emblema di un periodo storico purtroppo spesso taciuto. Va bene così, io continuerò a raccontare chi sono e cosa mi è successo“.