BIENTINA. “Abbiamo bisogno di essere empatici verso gli altri, di capire che gioia e dolore sono identici a quelli di un’altra persona”, a dar voce a queste parole è Dario Carmassi, sindaco del comune di Bientina.
Attraverso un video, il primo cittadino di Bientina ha voluto rendere omaggio alla Giornata della Memoria.
Queste le parole di Carmassi,
“Se non ci fosse stata la pandemia, ci saremo sicuramente ritrovati al Teatro Comunale per incontrare i ragazzi delle scuole. Parlo al plurale, perché sicuramente ci sarei stato io in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale, ci sarebbe stata la Consigliera Comunale Vanni, che si occupa di memoria e sicuramente anche l’Aned, Associazione Nazionale Ex Deportati.
Ci sarebbero stati con ogni probabilità i figli di Italo Geloni, un sopravvissuto ai campi di concentramento che con forza e coraggio incessante non ha mai messo di raccontare la sua memoria.
Il nostro Comune affronta così, da molti anni, la Giornata della Memoria.
Non è un rituale, è un momento in cui viene data l’opportunità a tutte le generazioni di incontrare Aned, di incontrare la famiglia Geloni, famiglia importante del nostro territorio, e di ascoltare le loro testimonianze.
Non lo faremo in presenza, ma lo faremo anche quest’anno. Lo faremo on line.
Mi rivolgo essenzialmente ai ragazzi che oggi vivono il presente ma che hanno molto futuro davanti, ma non solo a loro.
E’ una giornata difficilissima oggi, nella quale dire cose diventa anche quasi superfluo perché ci scontriamo l’indicibile, milioni di morti nel cuore dell’Europa che hanno sconvolto generazioni di sopravvissuti, di parenti, di figli degli aguzzini.
È una cosa con la quale dobbiamo continuamente fare i conti.
Penso che da lì dobbiamo partire, dal fatto che dobbiamo continuare a farci i conti. Noi non possiamo pensare di averla archiviata una volta per sempre.
E non possiamo farlo, per non rimettere in moto certi atteggiamenti propagandistici.
Dobbiamo quindi continuare ad avere memoria, dobbiamo coltivare la conoscenza, lo studio. Che non significa nozionismo.
Dobbiamo cercare di capire come si struttura la nostra storia, che tipo di percorso fa, cercare di essere curiosi, informandosi, a scuola ma non solo.
Dobbiamo essere curiosi con la scuola, con il cinema, con la musica, che spesso può essere un modo per avvicinarsi in maniera più leggera a tematiche più delicate.
Quando si ama la cultura, la conoscenza, quando ci si apre a questa sfera diventa più difficile essere crudeli e insensibili.
L’elemento fondante che serve a tutti noi perchè il girono della memoria diventi anche un giorno del futuro, è l’empatia. Abbiamo bisogno di essere empatici verso gli altri, di capire che gioia e dolore sono identici a quelli di un’altra persona.
Se l’empatia fosse stata coltivata culturalmente dai politici, dagli industriali, dalla società nella prima metà del secolo scorso, anche il Nazismo e il Fascismo avrebbero avuto difficoltà ad organizzarsi in un vero e proprio sistema, contro le minoranze.
Non si impara l’empatia, si impara coltivandola, non respingendola da noi.
Auguro a tutti una buona Giornata della Memoria, che sia un momento di grande riflessione per tutti”
O.R.