Funghi: Coldiretti Toscana, porcini che passione ma anche quanti pericoli. Il decalogo per la raccolta in sicurezza nel rispetto del bosco e della vita.
Funghi che passione ma anche quanti pericoli. L’assalto ai boschi dei cercatori, non sempre adeguatamente preparati ed attrezzati, coincide purtroppo con le prime tragedie (due morti in 24 ore in Toscana), smarrimenti ed incidenti. Le piogge delle scorse settimane con terreni umidi, temperature moderate ed una buona dose di sole hanno creato le condizioni ottimali per una generosa nascita di porcini ed altre specie che caratterizzano molte ricette della nostra cucina favorendo il turismo enogastronomico verso borghi e località remote. Un’esplosione di vita fungina che può avere conseguenze anche gravi se non si affronta il bosco con rispetto ed attenzione. A dirlo è Coldiretti Toscana che ha elaborato un vademecum per la raccolta dei funghi in sicurezza. Per prima cosa evitare improvvisazioni e seguire alcune importanti regole che – evidenzia Coldiretti Toscana – vanno dalla pianificazione dei percorsi all’evitare punti ripidi o pericolosi, dal rispetto di norme e vincoli specifici presenti nei diversi territori alla raccolta solo di funghi di cui si sia sicuri evitando di dare ascolto a detti e luoghi comuni. Di fronte a dubbi ed incertezze è necessario rivolgersi sempre ai Comuni, alle Unioni micologiche o presso i micologi delle ASL territoriali. Per quanto riguarda le attrezzature è fondamentale utilizzare per la raccolta cestini di vimini, che arieggiano i funghi e favoriscono la diffusione delle spore, mentre è meglio evitare le buste di plastica.
I funghi rappresentano una risorsa importante per le economie di montagna legate allo sviluppo e sfruttamento del bosco segnate spesso purtroppo – precisa Coldiretti Toscana – dall’abbandono, incuria e dall’azione criminale dei piromani. L’attività di ricerca – continua Coldiretti Toscana – non ha solo una natura hobbistica, che coinvolge moltissimi vacanzieri ma spinge il turismo che seguono immediatamente l’estate con una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta una integrazione di reddito per migliaia di “professionisti” impegnati a rifornire negozi, ristoranti ed agriturismi di prodotti tipici locali, grazie anche alle numerose sagre autunnali.
Per i meno avventurosi il consiglio è quello di acquistarli nei mercati contadini di Campagna Amica quando possibile, e quando non lo è di verificare l’indicazione il luogo di raccolta o coltivazione, dell’origine in etichetta o su appositi cartellini che deve essere riportato obbligatoriamente. Le indicazioni obbligatorie devono essere presenti sui documenti che accompagnano il prodotto in tutte le fasi della commercializzazione e che l’indicazione del Paese di origine è sempre obbligatoria per tutti i prodotti ortofrutticoli freschi, compresi tartufi e funghi spontanei. Una garanzia – continua Coldiretti Toscana – per sapere se i pregiati frutti del bosco sono stati raccolti nella Penisola o se sono arrivati in Italia da Paesi lontani con minore freschezza e garanzie di qualità e sicurezza alimentare. I funghi sono ricchi di proteine e fibre, poco calorici, poveri di sodio e ricchi di potassio e in Italia durante l’anno – conclude Coldiretti Toscana – se ne consumano in media circa un chilo a testa.
IL DECALOGO COLDIRETTI PER IL “CACCIATORE DI FUNGHI”
- Documentarsi sull’itinerario e scegliere i percorsi adatti alle proprie condizioni fisiche
- Comunicare a qualcuno il proprio tragitto evitando le escursioni in solitaria
- Attenzione ai sentieri nel bosco che possono diventare scivolosi a causa della pioggia
- Consultare i bollettini meteo e stare attenti al cambio del tempo
- In caso di rischio fulmini non fermarsi vicino ad alberi, pietre e oggetti acuminati
- Usare scarpe e vestiti adatti con scorte di acqua e cibo.?
- Non raccogliere funghi sconosciuti?
- Verificare i limiti alla raccolta di funghi con i servizi micologici territoriali?
- Pulire subito il fungo da rami, foglie e terriccio?
- Per il trasporto meglio usare contenitori rigidi e areati che proteggono il fungo?
Fonte: Elaborazione Coldiretti